dal sito del 29° MIX
Il cinema è sogno. Il cinema è libertà. La cultura è un dono. Dal 3 al 6 luglio 2015 il Festival MIX Milanodi Cinema Gaylesbico e Queer Culture alla sua 29° edizione torna nella sede del prestigioso Piccolo Teatro Strehler una delle più importanti rassegne di cinema tematico a livello internazionale. Per l’edizione 2015 in programma 50 titoli tra lungometraggi documentari e cortometraggi; tre linee di concorso; quattro giorni per esplorare il meglio della cinematografia a tematica gay lesbica e queer, con numerose anteprime, ospiti internazionali e iniziative collaterali. Il FESTIVAL MIX MILANO ideato da Giampaolo Marzi, è organizzato da Associazione Culturale MIX Milano insieme ad Immaginaria, il Festival di Cinema delle donne lesbiche eccentriche ribelli e in collaborazione con MFN Milano Film Network, la rete dei festival di cinema milanesi. Con il patrocinio del Comune di Milano, del Piccolo Teatro Strehler e di Expo in Città. I 10 anni di festival al Piccolo Teatro Strehler, sono realizzati insieme ai crowdfunders, la campagna di finanziamento dal basso sostenuta tra gli altri da Mika, dalle nostre storiche Queen Rossy de Palma, Queen Franca Valeri e Queen Sandra Milo, La Pina e Diego e Costantino della Gherardesca. La campagna di partecipazione al processo produttivo partita su Limoney ha superato i 18.000 euro. Si inaugura venerdì 3 luglio con l’anteprima europea di Jess & James, del regista Santiago Giralt, apprezzato per il film Geminis, selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, figura di spicco della scena culturale argentina. Ribelli on the road, storia d’amore, di sesso e d’amicizia. Anteprima italiana in collaborazione con il distributore Open Reel. Si chiude lunedì 6 luglio con l’anteprima europea di Estrellas Solitarias . Esordio alla regia del messicano Fernando Urdapilleta, acclamato per Costa linda, cortometraggio d’esordio programmato in oltre 60 festival internazionali. Il film è stato presentato allo scorso Guadalajara Film Festival.
LUNGOMETRAGGI
Tra le altre anteprime del Concorso Lungometraggi : Elephant Song con Xavier Dolan, per la regia del filmmaker canadese Charles Binamé, dramma psicologico ambientato all’interno di un ospedale psichiatrico. Oltre a Dolan, un cast d’eccezione, Bruce Greenwood (Star Trek), Carrie-Anne Moss (la mai dimenticata Trinity della trilogia di Matrix) e Carherine Keener (Into the Wild); Batguanodel brasiliano Tavinho Teixeira, la storia di Batman e Robin ambientata in un mondo anti-utopico alla Terry Gilliam; e Fear of Water di Edward James Anderson, basato sulla storia vera della regista, che racconta il coming out di due adolescenti di estrazioni sociali diverse. Dalla scorsa edizione del Festival di Venezia arriva Métamorphoses di Cristophe Honoré, un film coraggioso e seducente capace di azzardare un adattamento cinematografico delle Metamorfosi di Ovidio, re-inventate nei territori bucolici della Francia contemporanea; dall’ultimo Torino Gay & Lesbian Film Festival, arrivano due titoli: Je suis à toi una coproduzione belga-canadese firmata da David Lambert, sulla storia di un ragazzo argentino in fuga dalla miseria; e Drown di Dean Francis, girato tra le incontaminate spiagge australiane. Il film è un atto d’accusa al mondo dello sport e all’innata omofobia. Appropriate Behaviour ha commosso e divertito il pubblico del Sundance 2014. Opera della filmmaker americana di origine iraniana Desiree Akhavan, all’esordio nel lungometraggio, racconta la storia e la difficoltà di conciliare Brooklyn e la bisessualità con la cultura del paese d’origine (in questo caso l’Iran). Sempre nella sezione Concorso Lungometraggi si segnala: Anita’s last cha-cha della regista filippina Sigrid Andrea Bernardo, un racconto leggero di tensione sessuale e ribellione adolescenziale, reso ancora più interessante dalla brillante performance della giovane esordiente Teri Malvar; Praia do futuro di Karim Ainouz – già apprezzato autore di Madame Satã e scelto da Wim Wenders per raccontare il Centre Pompidou nel film collettivo Cattedrali della Cultura – il film in concorso alla Berlinale 64, si concentra sulla storia d’amore tra due uomini, il baywatcher brasiliano Donato e il turista tedesco Konrad. Da non perdere infine: L’amour au temps de la guerre civile del regista canadese quebecchese Rodrigue Jean (Lost Song, Yellowknife), il film sul mondo della prostituzione maschile di Montreal che ha debuttato in anteprima allo scorso Festival del Cinema di Toronto; Lose your head dei tedeschi Stefan Westerwelle e Patrick Schuckmann, thriller psicologico sull’universo disinibito dei locali notturni gay, acclamato dal pubblico della Berlinale del 2013 e ispirato a un fatto di cronaca accaduto nel 2009 proprio a Berlino città dove il film è girato; Tiger Orange di Wade Gasque, film targato USA, ambientato in una piccola città rurale della California centrale, a nord di Los Angeles, racconta il riavvicinamento di due fratelli gay dopo la morte del padre, il più giovane Todd è interpretato da Frankie Valenti, più noto come Johnny Hazzard, attore di punta del cinema porno gay, qui alla sua prima prova drammatica; e Girltrash: all night long di Alexandra Kondracke, basato su una fortunata serie web e ad oggi unico esempio di musical nella cinematografia lesbica indipendente, è una divertente fiction sulla storia di cinque ragazze durante una notte epica.
DOCUMENTARI
Accanto ai lungometraggi, trovano posto anche quest’anno i titoli del Concorso Documentari una selezione di opere che riflette i segnali di tendenza più originali che si raccolgono intorno ai temi dell’identità. Tra questi si segnalano due opere legate alla città di Bologna: Torri, checche e tortellini del regista teatrale e cinematografico Andrea Adriatico, storia del primo centro Lgbt italiano, il Cassero di Bologna, che il 26 giugno 1982 viene concesso dall’allora amministrazione cittadina – primo caso in Italia – al ‘Circolo di cultura omosessuale 28 Giugno’ (nato nel 1978); e Una nobile rivoluzione di Simone Cangelosi, docu-ritratto su Marcella Di Folco – nata Marcello, a Roma, il 7 marzo 1943, scomparsa a Bentivoglio il 7 settembre 2010 – leader carismatica, ma anche attivista capace di realizzare progetti concreti e innovativi, che nel 1988 fondò a Bologna la sezione emiliano romagnola del MIT, Movimento Italiano Transessuali. Sempre nell’ambito dei ‘docu ritratti’, altri tre lavori: Regarding Susan Sontag di Nancy D. Kates, che ripercorre la vita della scrittrice, critica, attivista politica e icona femminista americana, ma anche personaggio assolutamente glamour, amato da artisti come Andy Warhol e costantemente sotto i riflettori dei media; Born to fly. Elizabeth Streb vs gravity di Catherine Gund, sull’evoluzione artistica e filosofica della straordinaria figura di Elizabeth Streb che, dopo una gloriosa carriera di ballerina sperimentale, fonda il suo Pop Action Performance Group e lancia se stessa e suoi performer dalla terra al cielo in esibizioni coloratissime e di enorme impatto; e Tony Patrioli di Tiziano Sossi, drammi, aneddoti, esperienze a fior di pelle del primo fotografo italiano di nudo maschile dagli anni 60, storico fotografo del mensile Babilonia che ha pubblicato i suoi libri e servizi fotografici sia in Europa che negli Stati Uniti. E’ ambientato invece nel mondo del calcio professionistico argentino, Fulboy di Martín Farina, docu-fiction inusuale, prodotto da Marco Berger (Ausente), che racconta quello che di solito in TV non si vede, gli spogliatoi, le stanze d’albergo dei ritiri, la vita privata, sullo sfondo della finale dei Mondiali persi dall’Argentina con la Germania. La sezione del Concorso Documentari si chiude con due titoli italiani: Gesù è morto per i peccati degli altri di Maria Arena, presente al Festival anche come docente della masterclass di quest’anno (di seguito tutti i dettagli), viaggio nell’umanità e nella spiritualità di un gruppo di trans siciliani e della loro quotidiana battaglia di dignità, nello storico quartiere San Berillo di Catania; e Non so perché ti odio di Filippo Soldi, film che indaga l’omofobia e le sue cause, attraverso le testimonianze di persone che hanno subito aggressioni omofobiche, persone che le hanno compiute e persone che rappresentano quei movimenti che, negli ultimi tempi, hanno preso posizioni nettamente contrarie alle istanze del mondo LGBT.
CORTOMETRAGGI
Il Concorso Cortometraggi, presenta le consuete maratone quest’anno così suddivise: GAY SHORTS by Sicilia Queer, proiezione di sette corti provenienti dal SICILIA QUEER Festival Internazionale di Cinema GLBT e Nuove Visioni, in programma sabato 4 luglio dalle ore 17 presso la Scatola Magica del Teatro Strehler; e LES SHORTS by IMMAGINARIA, selezioni di corti scelti da IMMAGINARIA – Festival Internazionale del Cinema delle Donne Ribelli, Lesbiche, Eccentriche, in programma domenica 5 lugliodalle ore 17 sempre presso la Scatola Magica.
MASTERCLASS CON MARIA ARENA
Lunedì 6 luglio alle 17.00 presso il Piccolo Teatro Strehler, Milano Film Network propone una masterclass con la regista Maria Arena dal titolo “Il racconto del reale e le strategie indipendenti”. Il workshop farà luce sulle tecniche di ‘racconto del reale’ e le strategie indipendenti per la produzione dal basso: dal crowdfunding ai nuovi strumenti di finanziamento, dalla comunicazione attraverso i social alla distribuzione e creazione di eventi speciali di communal spectatorship. Per partecipare all’incontro – a ingresso gratuito – é necessario prenotarsi inviando una mail all’indirizzo [email protected].
PRE-DELAY /// WEB RADIO
I quattro giorni di Festival verranno accompagnati e scanditi da un MIX di buona musica e inedita web radioactivity di PRE-DELAY /// WEB RADIO prodotta dagli studenti del Certificate Program in Sound Design di NABA capitanati da Igor Muroni. Oltre a Dj/Live Set performati dalle 19.00 nel Sagrato del Teatro dai giovani artisti di NABA SOUND e dagli special guest, gli studenti NABA proporranno un talk show in diretta dal Sagrato alle ore 18.00 e alle 14.00 il radio diario della vita del Festival con la presentazione dei film che saranno proiettati, le interviste ai registri e attori, i commenti dei giurati e del pubblico.
2015/07/03 ore 19.00 | ||
Fulboy di Martín Farina |
||
tendenza: G | ||
nazione: Argentina – durata min.: 82 | ||
tipologia: Documentario -anno: 2015 | ||
Il calcio dove la tv non entra mai: gli spogliatoi, le stanze d’albergo dei ritiri, la vita privata. Sullo sfondo della finale dei Mondiali persi dall’Argentina con la Germania, il regista, anch’egli con un passato da calciatore dilettante, intervista gli atleti della squadra di football dove gioca suo fratello Tomás. Ci discute, chiede le loro opinioni, li provoca, li pungola nei momenti in cui sono più vulnerabili. Ma allo stesso tempo filma il loro sensuale candore nell’intimità, mentre sono a letto, sotto le docce, in pose audaci, mescolando curiosità, indagine e voyeurismo. In alcuni casi viene visto come un intruso, in altri come un interlocutore inatteso alla ricerca di confessioni spesso spiazzanti. Martin Farina esordisce nella regia con un docu-fiction inusuale e “fetish”, prodotto da Marco Berger, più volte al TGLFF con il corto El reloj (2008) e i lunghi Ausente (2011), Sexual Tension: Volatile (2012) e Sexual Tension: Violetas (2013). (TGLFF) | ||
|
||
|
2015/07/03 ore 20.30 | ||
Jess & James di Santiago Giralt |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: Argentina – durata min.: 92 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2015 | ||
Jess è un adolescente bohemian costretto a nascondere la sua omosessualità a dei genitori che non capirebbero. Per di più la convivenza con un’irritabile madre gli è ormai insopportabile. Dopo un felice incontro occasionale, nasce una storia con James. Insieme decidono di partire per un improvvisato viaggio attraverso la rurale Argentina con l’intento d’incontrare il fratello sconosciuto di Jess. Durante il viaggio fanno curiosi incontri, compreso un breve rapporto a tre, che li aiutano a conoscersi meglio. La loro relazione diventa sempre più profonda mentre scoprono un nuovo modo di essere, liberi e felici… Un road movie adolescenziale alla scoperta del sesso e della felicità, un viaggio verso la maturità compiuto tra i mitici paesaggi delle Pampas argentine, a volte fin troppo insistiti. | ||
anteprima nazionale
|
||
|
2015/07/03 ore 21.00 | ||
Nobile rivoluzione, Una di Simone Cangelosi |
||
tendenza: TTT | ||
nazione: Italia – durata min.: 83 | ||
tipologia: Documentario -anno: 2014 | ||
Il documentario nasce dalla relazione intima tra il regista e Marcella Di Folco, leader del MIT – Movimento Identità Transessuale e una delle figure più preminenti del movimento politico per i diritti civili degli ultimi quarant’anni. La vita di Marcella, prima a Roma e poi a Bologna, è ricostruita attraverso il racconto della stessa Marcella e quello dei suoi amici e parenti: il padre fascista, gli anni del Piper, i film con Fellini e Rossellini, il cambio di sesso, le battaglie politiche e civili, l’impegno a favore delle persone transessuali. La vita di Marcella è anche il contrappunto delle vicende storiche italiane; una vita che è stata anche una chiave di lettura attraverso la quale interpretare le piccole e grandi trasformazioni culturali del nostro paese. Racconta il regista Simone Cangelosi sulle pagine di La Repubblica: “Ho conosciuto Marcella alla fine degli anni Novanta e mi fu subito chiaro che avevo di fronte un personaggio che sarebbe passato alla storia. Ho deciso che avrei girato questo film il giorno stesso che Marcella morì, il 7 settembre del 2010. Poi, c’è voluto un po’. Quattro lunghi anni che mi hanno consentito di mettere la giusta distanza. Anche se il mio non sarà mai un punto di vista oggettivo. Marcella l’ho incontrata in un momento particolare della mia vita, quello della transizione di genere. E’ stata un’amica e un punto di riferimento. E questo film è stato anche il mio modo di elaborare il lutto. La sua vita è stata eccezionale, anche prima di quella di attivista del Movimento transessuale. Negli anni Sessanta lavora al Piper e conosce Fellini, che le affida prima un piccolo ruolo nel “Satyricon”, poi il personaggio del principe in “Amarcord”. Poi Di Folco intraprende da lì una brillante carriera nell’epoca d’oro della nostra cinematografia. E finisce a lavorare con Rossellini, Petri e Risi. La svolta cruciale data al 1980. Marcello va a Casablanca, torna Marcella e inseguendo l’amore si trasferisce a Bologna. Ed è nell’incontro con questa città che si compie il suo destino e la sua vita prende una direzione pubblica. Nel nome dei diritti, o meglio del diritto che tutti hanno all’amore. Che la porta prima a fondare il Mit, il Movimento italiano transessuali e poi a diventare consigliere comunale, primo trans a rivestire una carica pubblica”. | ||
|
||
|
2015/07/03 ore 22.30 | ||
Girltrash: All Night Long di Alexandra Kondracke |
||
tendenza: LLL | ||
nazione: USA – durata min.: 86 | ||
tipologia: Musical -anno: 2014 | ||
Film musicale basato sull’omonima serie web di successo distribuita da Showtime e prodotta da Angela Robinson (‘D.E.B.S.’, ‘Herbie Fully Loaded’, ‘The L Word’) e Lisa Thrasher (‘Itty Bitty Titty Committee’). Amore lesbo, sesso, combattimenti e ottimo rock and roll animano la vita di cinque ragazze e dei loro sogni.Si racconta la storia di una folle notte nella vita delle sorelle Colby (Gabrielle Christian) e Daisy Robson (Lisa Rieffel). Colby si deve laureare tra 24 ore, ma prima vuole portare la sorella maggiore gay in un bar lesbo per farla incontrare con Misty (Mandy Musgrave), il suo sogno di ragazza, incontrata un giorno in un bar gay. Ma Daisy ha altri problemi al momento. Lei e la sua migliore amica, Tyler Murphy, hanno l’opportunità di esibirsi, proprio quella sera, in una competizione canora con la propria Band Slam. Non hanno tempo per assecondare la missione di Colby. Nel frattempo, a loro insaputa, Monique (Rose Rollins) è uscita dal carcere e sta cercandoTyler che le deve la ripettabile somma di 5 mila dollari (che LouAnn le rubò, vedi serie web). A Monique non interessa chi sia stata veramente a derubarla. Per covincerle confisca gli strumenti musicali della Band e l’auto di Colby. Daisy è obbligata a vedersela con Xan (Clementine Ford), la sua ex-ragazza che tempo addietro le ha infranto il cuore e distrutto le sue capacità di esibirsi… | ||
|
||
|
2015/07/03 ore 22.30 | ||
Amour au temps de la guerre civile, L’ di Rodrigue Jean |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: Canada – durata min.: 120 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2014 | ||
Alex è un giovane tossico che si prostituisce nel quartiere Centre-Sud di Montreal. Intorno a lui gravitano Bruno, Simon, Jeanne, Éric et Velma, tutti catturati nella stessa spirale di compulsione. Ostaggi di una società dominata dalle logiche di mercato, sono come angeli piombati in tempi oscuri e violenti. Fantasmi spogliati di passato e futuro, vagano, squassati dai capricci dell’eterno. Un viaggio che intraprendono in provocatoria solitudine, intervallato da periodi di consumo febbricitante. Tuttavia la loro bellezza in qualche modo sopravvive, ribelle tra le rovine. Tra una difficoltà e l’altra, il desiderio diventa una zattera di salvataggio, un porto nella tempesta. I loro corpi, esultanti, cercano di riscattare l’umiliazione a cui sono condannati. Orfani di una tribù selvaggia, vivono e amano come vagabondi inquieti nelle ombre di una società indifferente. (Produzione) Nessuna ombra di giudizio, più o meno moralistica, traspare da una regia che segue i personaggi nelle vicissitudini di una notte interminabile, all’interno di una città in rovina, metafora delle loro esistenze. Sono come all’interno di una incessante guerra civile, dove la ricerca di una dose, di denaro, di sesso vanno pari passo con la ricerca d’indipendenza, d’amiciza e d’amore. L’atmosfera aspra, rigida e soffocante pesa sulle spalle dei protagonisti e degli spettatori. Ma non c’è nessuna ricerca estetica, anzi, tutto è tremendamente realistico, vero, tanto tremendo che a volte sembra ci manchi l’aria per respirare. Il film non ci vuole spiegare nulla, non tenta di farci capire qualcosa, il suo obiettivo, pienamente raggiunto, è quello di farci sentire, senza intellettualismi, il dramma di una società malata e violenta, quasi fosse più documentario che fiction. Un film non per tutti i palati ma che, nonostante qualche ripetizione, coinvolge per l’estrema sincerità. | ||
|
||
|
2015/07/04 ore 19.00 | ||
Batguano di Tavinho Teixeira |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: Brasile – durata min.: 64 | ||
tipologia: Fantastico -anno: 2014 | ||
Il film assume che Batman e Robin siano gay, siano stati amanti quando Robin era ancora giovane ed ora, dopo molti anni e una quasi apocalisse terrena, causata da una pestilenza chiamata Batguano (malattia diffusa dalle feci di un pipistrello), si ritrovino ancora insieme con Batman che ha perso un braccio, diventa artista e passa le giornate facendo film porno amatoriali. Quasi metà della popolazione mondiale ha abbandonato le città e sembra di assistere, come dice il notiziario, ad una de-urbanizzazione (“Sospensione dell’occidente”). Batman e Robin vivono in una roulotte poco accogliente mentre intorno c’è il nulla, solo degrado e rifiuti… Fu nel 1950 che lo psichiatra Frederic Wertham, pubblicando un libro sugli “effetti nocivi” dei fumetti, suggerì per la prma volta che Batman e Robin fossero gay. Oggi, dice il regista Tavinho Teixeira, “Batman e Robin come coppia gay potrebbero essere una delle più grandi icone gay del nostro tempo”. Il film è pieno di simboli fallici e spinge molto sull’omoerotismo. Robin racconta di aver incontrato Batman in un ballo in maschera e che lo seguì fino in bagno. Il film è soprattutto una lunga e interessante riflessione su dove ci sta portando questo mondo, una critica dura ai valori borghesi, all’eccesso d’informazione, all’iperconsumismo, ai precetti morali, destinati solo a produrre un inarrestabile decadimento dei valori umani. | ||
|
||
|
2015/07/04 ore 20.30 | ||
Anita’s Last Cha Cha di Sigrid Andrea Bernardo |
||
tendenza: QQQ | ||
nazione: Filippine – durata min.: 112 | ||
tipologia: Commedia -anno: 2013 | ||
Come ogni anno, a Obando, nelle Filippine, si avvicina una importante processione in cui donne di ogni età, non solo della zona, si rivolgono a Santa Clara e invocano la sua protezione, pregando, cantando e ballando, in un rituale antichissimo di fertilità. Tra loro c’è Anita, dodici anni, capelli corti, modi da maschiaccio, già quasi una tomboy, che però la madre – suo malgrado – vuole vestire da Madonna. Ma Anita ha un vero e proprio colpo di fulmine per la provocante Pilar, arrivata in paese da Dubai dove la donna lavora. Le due fanno amicizia: per lei Pilar è un modello da adorare. Dal primo momento in cui l’ha vista, il suo cuore è iniziato a battere all’impazzata. Forse ballare il cha cha cha e cantare una canzone di Mina potrebbero cambiare le cose. Una delicata “commedia di formazione” tra danze, sensualità e musical con un tocco di fantastico che descrive un universo tutto declinato al femminile. Deliziosa e bravissima la piccola attrice protagonista. (TGLFF) | ||
|
||
|
2015/07/04 ore 21.00 | ||
Tiger Orange di Wade Gasque |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: USA – durata min.: 75 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2014 | ||
Ambientato in una piccola città rurale della California centrale, a nord di Los Angeles, il film racconta il riavvicinamento di due fratelli gay dopo la morte del padre. Chet (Mark Strano, che collabora anche alla sceneggiatura) è il fratello più anziano, Todd (Frankie Valenti, anche pornostar col nome di Johnny Hazzard), il più giovane e avvenente. Sono fratelli ma assai differenti, sia come carattere che come storia di vita. Il film ci mostra attraverso alcuni flashback come anche da bambini si differenziassero. Abbandonati dalla madre ancora in tenera età, sono stati cresciuti da un padre perennemente astioso. Dopo il college, Chet rimase ad aiutare il padre nel negozio di ferramenta (il titolo del film, Tiger Orange, deriva dal nome di una vernice in vendita nel negozio) mentre Todd ha seguito il suo istinto avventurandosi fuori città. Oggi Chet, che vive solitario nella casa dove si è preso cura del padre malato fino alla sua morte, deve fronteggiare due eventi che sconvolgono la sua tranquilla esistenza . Il primo è il ritorno in città di Brandon (Gregory Marcel), un vecchio compagno delle superiori di cui si era innamorato e che ora si è rivelato come gay, tornato per assistere la madre ammalata. Il secondo è il ritorno del fratello Todd che ha esaurito le sue chance a Los Angeles, anche per una serie di eventi sfavorevoli, e vorrebbe riprendere il suo posto in famiglia accanto a Chet… La sceneggiatura riesce a districarsi molto bene tra una serie di confiltti interpersonali, mostrandoci anche come si sia ormai raggiunto un buon livello d’integrazione tra gay ed etero nella provincia americana. Molto interessante il modo d’indagare nella controversa intimità di due fratelli gay, efficacemente resa dai due protagonisti, con la sorpresa di scoprire molto di più di quanto visto finora dell’attore porno Frankie Valenti, che comunque non delude i suoi fans mostrandoci spesso i suoi bellissimi e privati tatuaggi. | ||
|
||
|
2015/07/04 ore 22.30 | ||
Drown di Dean Francis |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: Australia – durata min.: 93 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2014 | ||
Len è un campione di Surf Lifesaving, una leggenda nel ristretto circolo del surf club, proprio come suo padre. Ma quando il giovanissimo e velocissimo Phil arriva nel club, la supremazia di Len inizia a sgretolarsi. Poi Len vede che Phil arriva sempre in compagnia di un altro uomo che lo bacia quando si separano. Chiaramente Phil è gay. Len s’imbarca quindi in una campagna d’intimidazone e di bullismo verso il nuovo arrivato. La stagione estiva è lunga, il rapporto con Phil inizia ad avere qualcosa di strano, nell’intimo di Len nascono sentimenti inaspettati verso Phil. Len deve fare i conti con il proprio desiderio omoerotico represso. Quando Phil detronizza Len nell’attesa competizione annuale di surf, Len, insieme all’amico Meat, trascinano Phil in un giro di bevute nei locali più squallidi della città. Gelosia, paura omofobica, e un desiderio sessuale non corrisposto culminano in un tragico viaggio a tarda notte sulla spiaggia dove Len cerca l’oblio totale… Secondo film, dopo l’horror “Road Train”, del regista australiano Dean Francis, già nominato, per dei corti, agli Australian Directors Guild Award. Il film, a bassissimo budget e realizzato grazie ad una raccolta fondi sul web, si basa su un’acclamata opera teatrale di Stephen Davis, qui cosceneggiatore. Francis ha detto: “Ho subito pensato che questa piece fosse molto cinematografica. La commedia esprime le paure e le fantasie dei personaggi in immagini che si intersecano con il dialogo in un modo assai filmico. Anche se la commedia si svolge tutta durante una notte sulla spiaggia, contiene un ricco background di situazioni che io ho ampliato per spiegare meglio la dinamica degli eventi. Avevo già affrontato il tema del bullismo omofobico in un corto di sette minuti dal titolo “Boys Grammar” che era piaciuto molto al pubblico, e che molti mi chiedevano di ampliare. Io credo che il bullismo e la mentalità banditesca che la nostra cultura sembra aspettarsi dei maschi, abbia avuto conseguenze terribili per un gran numero di persone”. | ||
|
||
|
2015/07/04 ore 22.30 | ||
Regarding Susan Sontag di Nancy D. Kates |
||
tendenza: LL | ||
nazione: USA – durata min.: 100 | ||
tipologia: Documentario -anno: 2014 | ||
Susan Sontag è stata una delle icone letterarie, politiche e femministe del ‘900 ma questo doc vuole presentarcela nella sua complessità, mettendo in luce anche aspetti contradditori della sua personalità. Il film, attraverso materiale d’archivio e interviste ad amici, famigliari e colleghi, riesce a farci entrare nel mondo intimo di questa scrittrice (ma anche fotografa, regista e reporter) partendo dalla sua prima infatuazione dei libri fino alla sua prima esperienza in un bar gay. Sontag ha iniziato a scrivere editoriali interessanti all’età di 15 anni sul giornale scolastico (nel film vengono letti da Patricia Clarkson). Anche dopo gli studi dimostrava una curiosità totalizzante facendosi notare in diversi ambienti accademici. In uno di questi conobbe il professor David Rieff che dopo dieci giorni sposò e dal quale ebbe un figlio. Ma la vita da casalinga non era per lei e lascia marito e figlio negli Usa per recarsi in Inghilterra e a Parigi. Dopo il divorzio ebbe quasi esclusivamente rapporti lesbici. Scrisse di sè: “Sono una omosessuale ed una scrittrice, ed in entrambe sono completamente autonoma e consapevole”. Alcune sue partner, intervistate, parlano di lei come di una persona che hanno stimato ma giudicato anche troppo egoista ed insensibile ai propri affetti. | ||
|
||
|
2015/07/05 ore 19.00 | ||
Fear of Water di Kate Lane |
||
tendenza: LLL | ||
nazione: U.K. – durata min.: 100 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2015 | ||
Due adolescenti di estrazioni sociali diverse, Eleanor e Alexia, cercano di fronteggiare i problemi personali derivanti dalle rispettive famiglie di origine. Durante un’estate si incontrano e insieme all’amicizia scoprono il risveglio sessuale. Da quel momento le loro vite cambieranno per sempre, superando le paure e trovando la felicità là dove non si sarebbero mai aspettate di trovarla. Il film è basato sulla storia vera della regista. “Volevo raccontare di quando mi sono riconosciuta e dichiarata come lesbica. Crescendo, mi ero sempre sentita diversa ma avevo avuto paura di ammettere chi ero veramente fino a quella famosa estate. Avevo circa 16 anni. Non appena ho trovato il coraggio di accettarmi e di dirlo agli altri sono stata travolta da una formidabile sensazione di libertà, non l’avevo mai provata così forte prima, una rottura liberatoria in tutte le direzioni”. “Fear of water” è un film diretto e interpretato in maniera magistrale che rapisce dalla prima all’ultima inquadratura. (Mix Milano) | ||
|
||
|
2015/07/05 ore 19.00 | ||
Lose Your Head di Stefan Westerwelle |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: Germania – durata min.: 105 | ||
tipologia: Thriller -anno: 2013 | ||
Il film è ispirato ad una storia vera accaduta nel 2009 quando un giovane portoghese sparì improvvisamente dopo aver trascorso una notte al Berghain club di Berlino. Il suo corpo fu trovato alcuni mesi dopo sulle rive del fiume Spree. Il film non racconta questa storia in specifico ma vuole rappresentare le paure e le fantasie che un simile tragico evento possono generare. Luis (Fernando Tielve) è un ragazzo gay spagnolo in cerca di nuove esperienze che, dopo essersi preso una pausa dal compagno, si reca a Berlino, forse in cerca di un nuovo amore, sicuramente per prendersi un weekend di divertimento. Dopo aver lasciato i bagagli nella camerata d’ostello che condivide con due ragazzi cinesi, si tuffa immediatamente nella vita notturna della capitale tedesca. In un locale incontra Viktor (Marko Mandic), un uomo che immediatamente l’affascina. Nello stesso ostello di Luis ci sono Elena (Sesede Terziyan) e Kostas (Stavros Yagulis) che stanno disperatamente cercando Dimitri (Jan Amazigh Sid), il fratello di Elena, scomparso da qualche settimana. Luis intuisce subito una certa sua somiglianza fisica col ragazzo scomparso e non riesce a capire la strana reticenza del suo nuovo amico Viktor su questa vicenda, che sembra non voler dar peso alla cosa. Ma Dimitri è stato l’ultimo amante di Viktor… Il film è un vero thriller, capace di tener desta l’attenzione fino alla scena finale. Ogni volta che qualcosa, agli occhi dello spettatore, sembra chiarirsi succede qualcosa che rimette tutto in discussione. L’attore Fernando Tielve riesce a tratteggiare un Luis molto credibile, diviso tra una spontanea ingenuità e un altrettanto istintivo coraggio, che solo la giovane età possono giustificare. Ancora più bravo è Marko Mandic nel ruolo di Viktor, una figura affascinante e misteriosa che non riusciamo mai a decifrare quanto sia sincera o meno. Il finale lascia un paio di punti in sospeso, probabilmente per dare più spazio all’immaginazione dello spettatore. Il film è disponibile sottotitolato sul portale WWW.THEOPENREEL.IT | ||
|
||
|
2015/07/05 ore 20.45 | ||
Je suis à toi di David Lambert |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: Belgio / Canada – durata min.: 102 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2014 | ||
Secondo film gay di David Lambert, dopo l’intenso “Hors les Murs”. Mette in scena tre personaggi agli antipodi, provenienti da tre Paesi diversi, Lucas (Nahuel Perez Biscayart, premiato per questo film come miglior attore al Festival di Karlovy Vary), un prostituto gay argentino, Henry (Jean-Michel Balthazar) un panettiere belga omosessuale, Audrey (Monia Chokri, già interprete nel film “Gli amori immaginari” di Xavier Dolan), la commessa canadese della panetteria. Si tratta di un difficile triangolo amoroso dove ognuno sembra volere quello che non può ottenere. Lucas è un bisessuale (ma lui si definisce etero) che si offre a pagamento, masturbandosi, su internet, dove conosce Henry, un maturo omosessuale che non riesce a trovare nessuno d’amare (ma anche solo per fare sesso) nel piccolo paese, in Belgio, dove abita e gestisce una panetteria. Lucas ha sempre sognato d’evadere dalla sua grande città e dalla prostituzione, così accoglie volentieri l’invito di Henry di andare a vivere con lui ed aiutarlo nel suo lavoro. Arrivato da Buenos Aires nella panetteria di Henry, si rivela presto un fallimento sia nel lavoro che come amante di Henry: una cosa è prostituirsi, un’altra è amare una persona. Nella panetteria lavora come commessa Audrey, una donna da poco vedova (e con figlio piccolo) che risveglia gli appetiti etero-sessuali del giovane Lucas. Ma Audrey inizialmente si rifiuta, consapevole del passato da prostituto di Lucas. Henry si vanta nel paese, dove tutti conoscono le sue inclinazioni, della sua nuova storia con Lucas. Un amico però lo mette in guardia sull’instabilità della sua relazione e probabilmente vorrebbe che Henry lo considerasse con altri occhi… Henry sicuramente non ha i canoni di bellezza desiderabili da Lucas, ma è un orsetto tenero, amante della musica e della danza, anch’esso, come Lucas, prigioniero senza sbarre in quelle campagne belghe… Una bella storia, abbastanza nuova, almeno nelle peculiarità dei protagonisti, sia esteriori che interiori, dove tutti cercano di liberarsi da una solitudine insopportabile, in cerca di una liberazione che solo l’amore può regalare. | ||
|
||
|
2015/07/05 ore 21.00 | ||
Burn To Fly di Catherine Gund |
||
tendenza: LL | ||
nazione: USA / U.K. – durata min.: 82 | ||
tipologia: Documentario -anno: 2014 | ||
Elizabeth Streb è una coreografa e performer americana, nota per i suoi spettacoli in cui i ballerini fanno cose temerarie: come saltare da grandi altezze, tuffarsi contro lastre di vetro o pareti, appendersi a dei fili testa in giù e urlare. I ballerini nei loro pericolosi esercizi utilizzano cuscini, imbracature e protezioni varie, ma questo qualche volta non li salva da piccoli incidenti. Nella filosofia di Elizabeth Streb la capacità di assumersi il rischio di farsi male, e la volontà di raggiungere i propri limiti fisici, sono la premessa necessaria a qualsiasi traguardo umano: ‘Devi rischiare di cadere se vuoi volare’.In questo documentario di Caterina Gund, la coreografa Elisabetta Streb si racconta, partendo dall’infanzia e dagli anni del college: avrebbe voluto iscriversi al dipartimento di educazione fisica, ma temeva per questo di essere etichettata come lesbica, e così decise di diplomarsi in danza. Ora Elisabetta Streb è una lesbica convinta e nelle sue coreografie, create per la sua compagnia, la STREB Extreme Action Company, è sempre presente il suo interesse per l’educazione fisica. ‘Born to Fly’ ci mostra immagini di repertorio tratte da spettacoli della STREB Extreme Action Company nel corso di oltre trent’anni di attività, oltre a interviste e riprese di vita comune tra Elizabeth Streb, la sua compagna Laura e i loro collaboratori, girate durante tutto l’anno che ha preceduto la loro più importante performance pubblica, sulla ruota panoramica di Londra, la London Eye, nel 2012, in occasione delle Olimpiadi della Cultura. | ||
|
||
|
2015/07/05 ore 22.30 | ||
Futuro Beach di Karim Aïnouz |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: Brasile / Germania – durata min.: 106 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2014 | ||
L’acqua è l’elemento ideale per il bagnino Donato e il mare è la sua casa. La “Spiaggia del Futuro” mensionata nel titolo del film dà inaspettatamente alla sua vita una nuova direzione. Quando due uomini rimangono intrappolati in una corrente pericolosa, Donato si tuffa e riesce a salvare Konrad, un turista tedesco, ma la vita del suo migliore amico viene reclamata dal mare. Mentre lungo la costa sono avviate le ricerche per il ritrovamento del corpo, Konrad e il suo salvatore cominciano a conoscersi meglio. La loro iniziale attrazione fisica si trasforma ben presto in un legame emotivo più profondo. Donato segue Konrad a Berlino, una città che non è in riva al mare, ma che è comunque un luogo dove uno può reinventare se stesso. Anni dopo, Donato si confronta con il suo passato, quando suo fratello più giovane, Ayrton appare furioso alla sua porta e vuole sapere perché Donato lo ha lasciato senza dire neanche una parola. Ma proprio come Donato prima di lui, anche Ayrton si getta nel vortice di quella strana città, e anche lui troverà più domande che risposte. Nel suo nuovo film, il regista brasiliano, residente a Berlino, Karim Aïnouz, segue ancora una volta personaggi in cerca di amore e di identità, pronti a rischiare tutto, per scoprire se stessi e le loro emozioni. (Berlinale) Donato lavora come bagnino a Praia do Futuro, Fortaleza. La sua vita cambia quando, tra le onde dell’oceano, scompare un turista tedesco che non riesce a soccorrere per tempo. Travolto dal senso di colpa, s’innamora alla follia di Konrad, l’amico motociclista dell’annegato che se lo porta a Berlino: per lui è un nuovo inizio. Otto anni dopo Ayrton, il fratello minore di Donato, lo raggiunge per capire cosa lo abbia spinto ad abbandonare gli affetti per fuggire alla volta della Germania: in lui la rabbia per questo gesto non si è mai sopita. Troverà, ad attenderlo, “un fantasma che parla tedesco”. Melò esteticamente ricercato, arricchito da allusioni a Michelangelo Antonioni e al Kenneth Anger di Scorpio Rising, e da un utilizzo sapiente degli spazi e delle ambientazioni: le spiagge dorate di Fortaleza e una Berlino inedita, conturbante. E una colonna sonora da urlo. Diretto da un regista brasiliano ma berlinese d’adozione, è stato presentato in concorso alla Berlinale 2014. (TGLFF) |
||
|
||
|
2015/07/05 ore 22.30 | ||
Métamorphoses di Christophe Honoré |
||
tendenza: Q | ||
nazione: Francia – durata min.: 102 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2014 | ||
Il regista Christophe Honoré, 43 anni, qui al suo nono lungometraggio, apprezzatissimo dal pubblico gay per film come “Homme au bain” o “Chansons d’amour”, ritorna nelle sale dopo tre anni d’assenza con un film assai ambizioso ma forse non così gay, a giudicare dal trailer, come ci aspettavamo da un autore che viene annoverato tra i maestri del nuovo cinema queer. Ci fa comunque ben sperare il fatto che il film, presentato in anteprima alla Mostra di Venezia 2014, sia entrato anche nella competizione del Queer Lion. Il film vuole essere, secondo quanto dichiarato dall’autore, un libero adattamento, o forse meglio, un aggiornamento alla nostra epoca, del celebre poema epico di Ovidio (da qui il titolo), composto da più di 12 mila versi in latino scritti nell’anno 1, che vogliono rappresentare l’origine e la storia del mondo greco romano fino al regno dell’imperatore Augusto.Scritta dal regista, la sceneggiatura inizia con una giovane studentessa che si lascia sedurre da un bellissimo sconosciuto davanti al suo liceo. La ragazza lo segue e l’uomo comincia a raccontarle storie sensuali e meravigliose di giovani che si sono visti trasformati in animali dopo averlo incontrato. Storie di dei che s’innamorano di giovani mortali in un mondo dove non ci sono frontiere fra dei e mortali. La ragazza non si lascia spaventare da questi racconti, anzi, si diverte e, curiosa, penetra poco a poco in un mondo di leggende… Il cast è composto da attori provenienti quasi tutti dal teatro: Amira Akili (Europa), il bellissimo Sébastien Hirel (Giove), Damien Chapelle (Bacco), Mélodie Richard (Giunone) e George Babluani (Orfeo). | ||
|
||
|
2015/07/06 ore 19.00 | ||
Appropriate Behavior di Desiree Akhavan |
||
tendenza: LLL | ||
nazione: U.K. – durata min.: 90 | ||
tipologia: Commedia -anno: 2014 | ||
Il film è la continuazione della serie web “The Slope” (Il pendio) di Ingrid Jungermann e Desiree Akhavan che aveva per protagoniste due lesbiche superficiali ed omofobe che diventano amiche intime e poi si separano e alla fine, una delle due diceva: “Perchè non mi prendo nemmeno la briga di diventare una lesbica? Si può pensare di essere migliori amiche per sempre?”. La regista Desiree Akhavan sintetizza così questo suo primo lungometraggio: “L’identità è complicata, la sessualità è complicata, crescere è complicato, il film raccoglie tutte queste complessità e spero che il pubblico possa imparare dagli errori della mia giovane protagonista”. Per Shirin, una giovane donna che vive a Brooklyn, non è facile far parte di una perfetta famiglia persiana. Non riesce ad accettarsi su nessun fronte. La sua famiglia non sà che è bisessuale e la sua ex-fidanzata, Maxine, non riesce a comprendere la sua paura di dichiararsi. I ragazzini seienni della sua classe sono troppo agitati per concentrarsi su di lei per più di un secondo. L’annuncio famigliare del fidanzamento di suo fratello con una lontana parente iraniana, è la molla che fa scattare in Shirin una ribellione privata con un susseguirsi di scappatelle pansessuali mentre cerca di comprendere cosa sia andato storto nel suo rapporto con Maxine… Il film ci racconta molto bene una zona grigia del coming out, soprattutto quando deve avvenire in una famiglia molto tradizionale (in questo caso americo-iraniana), con protagonista una ragazza intrappolata tra antichi costumi familiari e le aspettative di una società moderna, alla disperata ricerca di una liberazione. Ottima regia ed ottima interpretazione di Desiree Akhavan in un dramma spesso esilarante. | ||
|
||
|
2015/07/06 ore 19.00 | ||
Tony Patrioli di Tiziano Sossi |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: Italia – durata min.: 95 + 88 | ||
tipologia: Documentario -anno: 2015 | ||
Sono due film diversi, indipendenti uno dall’altro, anche se hanno lo stesso soggetto. Tony Patrioli (a colori) 95′ – Libere conversazioni con Tony Patrioli, il primo fotografo italiano di nudo maschile dagli anni ‘60, storico fotografo del mensile Babilonia che ha pubblicato i suoi libri e servizi fotografici sia in Europa che negli Stati Uniti. Prima di Mapplethorpe e dopo Wilhelm Von Gloeden, Patrioli ha vissuto un rapporto professionale e di complicità coi suoi modelli, in parte simile a quello di Pasolini coi suoi ragazzi di vita. In questa parte a colori si alternano interventi del fotografo e critico d’arte Luigi Mazzoleni, dello storico di cultura gay ed ex editore di Babilonia Giovanni Dall’Orto e del modello preferito di Tony, Bruno. Un mix di avventure tragicomiche, drammi e riflessioni su religione, eutanasia, sull’essere gay negli anni ‘50-‘60-‘70 e sulla censura americana di George Bush. Il tutto alla presenza del più grande amico di Tony: un cane bastardino di nome Tony Bau. (SQFF)Tony Patrioli (in bianco e nero) 88′ – il film presenta le foto storiche, le storie dietro esse, il suo nascere da una ragazza madre e la difficile infanzia, gli incontri con Joe Staiano e La contessa. Il rapporto tra le foto artistiche, i ritratti e le foto porno fatte per sopravvivenza. Drammi, aneddoti, esperienze a fior di pelle del fotografo le cui foto hanno preso l’aggettivo di patriolesche visto il loro marchio distintivo e originale. | ||
|
||
|
2015/07/06 ore 20.30 | ||
Estrellas Solitarias di Fernando Urdapilleta |
||
tendenza: QQQ | ||
nazione: Messico – durata min.: 90 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2014 | ||
Il film racconta la storia di Joana (Jorge Arriaga) e Valentina (Danna Karvelas) due amiche che hanno dovuto affrontare momenti difficili nella loro vita, ma che non si arrendono mai e cercano di realizzare i loro sogni. Valentina anela ad essere la stella nel night club dove lavora, mentre Joana cercherà di celebrare i suoi 15 anni tardi nel villaggio che ha dovuto abbandonare a causa delle divergenze col padre. Entrambi si troveranno ad affrontare diverse avversità per raggiungere i loro obiettivi, ma soprattutto capiranno il vero significato dell’amicizia e della solidarietà… Opera prima del messicano Fernando Urdapilleta che ci racconta la figura di un trans invidioso, egoista, che arriva fino all’omicidio, ma che viene applaudito dal pubblico. L’ambiente è quello dello spettacolo con luci psichedeliche, colori brillanti e musica a tutto volume, dove sotto scopriamo una realtà perversa, che arriva a mostrarci un travestito disposto a vendere droga nelle scuole per trovare il denaro che serve alla sua amica. Realismo estremo o parodia? Forse entrambe le cose. La festa al funerale, il pestaggio della polizia, il sacerdote che getta acqua santa sul bambino mentre il padre omofobico lo lega ad un albero perchè venga mangiato dai coyote, sono momenti sicuramente surreali. Il bene ed il male stanno da entrambi le parti, quella buona e quella cattiva, non c’è manicheismo, e questo è senz’altro realistico. Il regista ha raccontato che l’idea del film gli è venuta otto anni prima quando partecipò ad una festa in una discoteca gay dove s’era uno spettacolo di travestiti: “dopo ci siamo incontrati e parlati molto francamente. Ho capito in quel momento quanto fosse drammatica la vita di queste persone, che sembrano così vivaci e felici ma che in realtà non vengono accettati e compresi” | ||
anteprima nazionale
|
||
|
2015/07/06 ore 21.00 | ||
Non so perché ti odio – Tentata indagine sull’omofobia e i suoi motivi di Filippo Soldi |
||
tendenza: GGG | ||
nazione: Italia – durata min.: 55 | ||
tipologia: Documentario -anno: 2014 | ||
A un certo punto gli occhi ti puntano dritto, ti osservano, ti scrutano. Fin dentro i tuoi. È come se i protagonisti delle storie di cui vieni a conoscenza, cercassero dentro te le ragioni per quella follia, quotidiana e collettiva, che è l’omofobia. Come se ci interrogassero, quasi chiedessero una ragione a chi ne sta fuori. O almeno la sensazione è quella. E comincia così, fin dal primo fotogramma, una narrazione multipla fatta di violenze piccole e grandi, di aggressioni, di discriminazioni per strada, sul luogo di lavoro, in famiglia.È questa la grammatica della narrazione di Filippo Soldi e del suo documentario Non so perché ti odio – Tentata indagine sull’omofobia e i suoi motivi. Una cifra stilistica che fa parlare le vittime di una subcultura fatta sostanzialmente di ignoranza, pregiudizio ideologico, di quella scarsa volontà di conoscere la ragione delle cose (doveva essere questo il titolo originario del film) e le pone in giustapposizione con chi, quella violenza, l’ha prodotta o in un certo qual modo ne ha la responsabilità morale.E allora ti trovi di fronte il volto di Martina, siciliana, ventenne. Capo scout, amica e parente di persone LGBT. Eterosessuale. Eppure ai suoi superiori e al vescovo della sua comunità, la sua vicinanza e militanza alle tematiche della questione omosessuale non vanno giù. O lasci la politica o te ne vai dal nostro gruppo. Questa è la violenza a cui è sottoposta. Alla quale non si piega. E anche il suo sguardo diventa un’accusa. Ti interroga, senza nemmeno dirlo. Ti chiede dov’eri, quando tutto questo succedeva.E poi c’è la violenza più visibile, quella che indigna, perché apre ferite corporali e vedi il sangue, la carne lacerata, il cervello delle vittime spappolato sul cruscotto di una macchina. Gente che è stata avvicinata con una scusa e che è stata massacrata di botte. Persone scambiate per omosessuali e uccise per questo. E quel sangue grida a sua volta di fronte la responsabilità di chiunque alza le spalle di fronte a certi abusi, come se la cosa non ci riguardasse, tutti e tutte. Come se non fosse affare di ognuno di noi, quando ogni volta in nome di un’idea impazzita si nega l’umanità di qualcuno, fino a distruggerla interamente.E accanto i racconti delle vittime, ci sono le motivazioni di chi ha ucciso. Racconti tesi, tremolanti. Parole impastate alle lacrime a volte. Perché l’omofobia non fa fuori solo chi è gay, ma anche chi consuma la sua vita in galera, per un delitto di tale matrice. Per un senso dell’onore che non vede più la persona, ma solo la riprovazione sociale.E ci sono, ancora, le “ragioni” di chi va a leggere libri per le piazze, in silenzio, per protestare contro qualsiasi tentativo da parte dello Stato di invertire quei processi che ancora oggi, nel 2014, giustificano violenze verbali e fisiche, sguardi di riprovazione e ammiccamenti odiosi verso chi viene ritenuto non solo come “diverso”, ma sbagliato perché tale. In nome di ideologie politico-religiose che, anch’esse, p | ||
|
||
|
2015/07/06 ore 22.00 | ||
Torri, checche e tortellini di Andrea Adriatico |
||
tendenza: QQQ | ||
nazione: Italia – durata min.: 75 | ||
tipologia: Documentario -anno: 2015 | ||
Nel 1982 fu la prima volta in Europa che un’amministrazione concedeva uno spazio ai gay. E che spazio! Una torre del tredicesimo secolo facente parte dell’antica cinta muraria. Il Cassero di Porta Saragozza è una delle tappe clou della comunità LGBT italiana. Una storia leggendaria ma anche il percorso di una città, la Bologna delle tre “T” (torri, tette e tortellini). Le tappe salienti che portarono all’inedita decisione e le attività del Cassero nei suoi primi anni di vita, partendo da quegli anni Ottanta che videro cambiare il movimento, trasformandosi da corrente rivendicativa e rivoluzionaria in vera e propria istituzione, centrale nella vita culturale cittadina. Foto e video ritrovati, gli spettacoli en travestì e l’epopea narrata dai protagonisti, tra i quali Franco Grillini, Beppe Ramina, Alessandro Fullin e Valérie Taccarelli. E l’ultimo presidente del Cassero, che ormai si è trasferito altrove: il primo presidente a non aver mai messo piede in quella storica prima sede. (TGLFF) | ||
|
||
|
2015/07/06 ore 22.15 | ||
Elephant Song di Charles Binamé |
||
tendenza: GG | ||
nazione: Canada – durata min.: 110 | ||
tipologia: Drammatico -anno: 2014 | ||
Film tratto da un’opera teatrale di Nicolas Billon, qui anche sceneggiatore. Lo psicologo Dr. Lawrence (Colm Feore), che lavora in un ospedale psichiatrico, scompare improvvisamente senza lasciare nessuna traccia. Il dottor Green (un bravissimo Bruce Greenwood) viene chiamato per cercare di far luce sul mistero. Uno dei pazienti di Lawrence, Michael (Xavier Dolan), omosessuale, dice di conoscere molte cose su Lawrence e Green inizia ad intervistarlo, inconsapevole di quanto Michael sia arguto e manipolativo. La capo infermiera Susan Peterson (Catherine Keener), che conosce assai bene Michael, cerca di mettere sull’avviso Green (che in passato era suo marito fino ad un tragico incidente), invitandolo a non prendere tutto quello che dice Michael come oro colato. Ma l’abilità e l’intelligenza di Michael, sembrano avere la meglio, lasciando Green e gli spettatori sempre più perplessi e ansiosi… Tutto il film è basato sull’incontro-scontro tra questi tre personaggi, che reggono meravigliosamente i loro ruoli, catturando dall’inizio alla fine l’attenzione del pubblico, che continuerà, anche dopo i titoli di coda, a porsi domande su quanto sia realmente accaduto. Nel film ogni personaggio sembra avere qualcosa da nascondere e man mano che un’abile sceneggiatura ci rivela i pezzi del mosaico, la vicenda, anziché chiarirsi, si fa sempre più misteriosa. Ma come dicevamo, più della trama, incantano le interpretazioni, compresa quella di Xavier Dolan, nonostante che qualche critico abbia scritto di preferirlo più come regista che come attore. | ||
anteprima nazionale
|
||
|