Il film è ispirato ad una storia vera accaduta nel 2009 quando un giovane portoghese sparì improvvisamente dopo aver trascorso una notte al Berghain club di Berlino. Il suo corpo fu trovato alcuni mesi dopo sulle rive del fiume Spree. Il film non racconta questa storia in specifico ma vuole rappresentare le paure e le fantasie che un simile tragico evento possono generare. Luis (Fernando Tielve) è un ragazzo gay spagnolo in cerca di nuove esperienze che, dopo essersi preso una pausa dal compagno, si reca a Berlino, forse in cerca di un nuovo amore, sicuramente per prendersi un weekend di divertimento. Dopo aver lasciato i bagagli nella camerata d’ostello che condivide con due ragazzi cinesi, si tuffa immediatamente nella vita notturna della capitale tedesca. In un locale incontra Viktor (Marko Mandic), un uomo che immediatamente l’affascina. Nello stesso ostello di Luis ci sono Elena (Sesede Terziyan) e Kostas (Stavros Yagulis) che stanno disperatamente cercando Dimitri (Jan Amazigh Sid), il fratello di Elena, scomparso da qualche settimana. Luis intuisce subito una certa sua somiglianza fisica col ragazzo scomparso e non riesce a capire la strana reticenza del suo nuovo amico Viktor su questa vicenda, che sembra non voler dar peso alla cosa. Ma Dimitri è stato l’ultimo amante di Viktor… Il film è un vero thriller, capace di tener desta l’attenzione fino alla scena finale. Ogni volta che qualcosa, agli occhi dello spettatore, sembra chiarirsi succede qualcosa che rimette tutto in discussione. L’attore Fernando Tielve riesce a tratteggiare un Luis molto credibile, diviso tra una spontanea ingenuità e un altrettanto istintivo coraggio, che solo la giovane età possono giustificare. Ancora più bravo è Marko Mandic nel ruolo di Viktor, una figura affascinante e misteriosa che non riusciamo mai a decifrare quanto sia sincera o meno. Il finale lascia un paio di punti in sospeso, probabilmente per dare più spazio all’immaginazione dello spettatore. Il film è disponibile sottotitolato sul portale WWW.THEOPENREEL.IT
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La prima metà del film è interessante: Luis incontra Viktor (il suo personaggio è la cosa più riuscita della pellicola), affascinante vagabondo che vive nella Berlino underground, strettamente legato a Dimitri. Inizia così a delinearsi un thriller che viene però interamente distrutto nella seconda parte. II regista perde letteralmente il filo, la storia diventa priva di senso e quasi impossibile da seguire: incubi, sogni, personaggi che muoiono e ritornano. Un delirio.
Un thriller psicologico che lentamente si trasforma in un film (involontariamente) comico che neppure il finale altamente drammatico riesce minimamente a salvare.
Il tutto lascia però una gran voglia di tornare al Berghain.