LA SESTA QUEER PALM

Inizia domani il Festival di Cannes, dove, come alla Berlinale e alla Mostra di Venezia, abbiamo un premio ufficiale riservato ai film con riferimenti gay. Tutti i titoli in concorso


Il manifesto della sesta edizione della Queer Palm

La selezione dei film in gara per la sesta Queer Palm, i premi ufficiali ai film con riferimenti LGBT presenti in tutte le sezioni del Festival di Cannes, è dominata da opere con tematiche femminili, e forse per questo è stata creata una Giuria composta esclusivamente da donne, guidata da Desiree Akhavan (attrice e regista americana di origini iraniane, “Appropriate Behaviour”, la serie lesbo “The Slope, Girls…”) insieme ad Ava Cahen (redattrice capo di Clap), Elli Mastorou (giornalista belga), Nadia Turincev (produttrice), Laëtitia Eïdo (attrice, Mon fils, Strike Back). Quest’ultima compare anche nel manifesto del premio, accanto a Christophe Paou (lo ricordiamo ne “Lo sconosciuto del lago”) e Sandor Funtek (visto ne “La vita di Adele”).

La Giuria potrebbe avere un lavoro facile visto il rilievo, sia mediatico che qualitativo, ottenuto dall’attesissimo film di Todd Haynes, “Carol”, ricavato dall’omonimo romanzo lesbo di Patricia Highsmith. Film che, come ci racconta il critico Schinardi, Barbera, dopo averlo visto a Los Angeles e considerato il miglior film del regista, avrebbe voluto averlo alla Mostra di Venezia. Ma potrebbero esserci sorprese, soprattutto col primo film di Louis Garrel, “Les Deux Amis” su un triangolo amoroso (sceneggiato insieme al regista gay Christophe Honoré).

Quest’anno a Cannes sarà presente, per la prima volta, anche un “Marché Queer”, organizzato dalla Queer Palm nella giornata del 17 maggio, una vetrina commerciale sul cinema gay internazionale, dove potranno incontrarsi registi, attori e operatori del settore.

Il cinema francese fa la parte del leone nella selezione dei 12 film in gara per la Queer Palm 2015, guadagnandosi ben nove titoli, mentre è completamente assente quello italiano. Il cinefilo puro potrà consolarsi coi tre titoli italiani selezionati nel concorso principale (Nanni Moretti con “Mia Madre”, Paolo Sorrentino con “Youth – La Giovinezza” e Matteo Garrone con “Il racconto dei racconti”)

La Queer Palm sarà consegnata il 23 maggio alle ore 22.00 durante la cerimonia di premiazione al club Silencio.

Verrà assegnata anche una Queer Palm per i cortometraggi. I titoli dei corti in concorso sono:

Le Repas Dominical (Sunday Lunch), Céline Devaux, France 13′ – Short Films Competition
Locas Perdidas (Lost Queens), Ignacio Juricic Merillán, Chile, 28′ – Cinéfondation (G)
Victor XX, Ian Garrido López, Spain, 20′- Cinéfondation
Kung Fury, David Sandberg, Sweden, 30′ – Quinzaine
Rate Me, Fyzal Boulifa, UK, 15′ – Quinzaine
The Fox Exploits the Tiger’s Might, Lucky Kuswandi, Indonesia – Semaine (G)
Ramona, Andrei Cretulescu, Romania

Qui sotto i lungometraggi in competizione ai quali vanno aggiunti due documentari, “Amy” di Asif Kapadia (UK) e “Pauline s’arrache” di Emilie Brisavoine (Francia). Ma sono possibili nuovi inserimenti durante il corso del Festival (gradite sorprese).

   Carol di Todd Haynes
  tendenza: LLL
tipologia: Drammatico – durata min.: 118
nazione: UK / USA
anno: 2015
Todd Haynes, un maestro del cinema queer, torna al grande schermo dopo 8 anni e dopo la bellissima parentesi televisiva di “Mildred Pierce”, miniserie girata per HBO. In concorso al Festival di Cannes 2015 ed in gara per la Queer Palm, “Carol” è l’adattamento cinematografico del romanzo che Patricia Highsmith pubblicò nel 1952 col titolo “The Price of Salt” con lo pseudonimo di Claire Morgan, poi ripubblicato nel 1990 col suo vero nome e col titolo “Carol”. Nel 2012 era stata annunciata una sua versione filmica con la regia di John Crowly, poi abbandonata. Il romanzo è una struggente storia d’amore lesbo con un finale aperto e positivo, cosa assai rara in quegli anni, sia per un libro che per un film. Racconta la storia di Therese, una ragazza 19enne che sta trascinando stancamente una relazione con Richard e che, per mettere insieme qualche soldo, durante il periodo natalizio si fa assumere in un grande magazzino, dove conosce l’affascinante e bellissima Carol, una donna ricca che conduce una inappagante vita matrimoniale, che cambia per sempre la sua vita. Le protagoniste del film di Haynes sono nientemeno che Cate Blanchett (Carol) e Rooney Mara (Therese). In un primo tempo si era parlato anche di Mia Wasikowska, che ha dovuto lasciare per motivi di lavoro. Sarah Paulson e Carrie Brownstein interpretano altre due lesbiche amiche di Carol. Christine Vachon, una delle grandi promotrici del cinema queer contemporaneo, è tra i produttori del film. Il film viene distribuito in Italia da Lucky Red nella primavera 2015.
Sezione: Concorso principale 

   Marguerite et Julien di Valérie Donzelli
  tendenza: Q
tipologia: Drammatico – durata min.: 110
nazione: Francia
anno: 2015
Valérie Donzelli si presenta a Cannes per la seconda volta, dopo “La guerra è dichiarata” che aprì la Settimana della Critica nell’edzione 2011 (nel film c’era una famiglia composta da coppia lesbica), ma questa voltà ha l’onore del concorso principale oltre a quello della Queer Palm. Non conosciamo ancora i riferimenti LGBT che l’hanno inserito nel concorso queer. La storia, ricavata da una vicenda vera e scritta in un primo tempo da Jean Gruault (lo sceneggiatore di Jules et Jim) per un film che avrebbe dovuto girare François Truffaut, ed ambientata nel 16mo secolo, racconta di un fratello ed una sorella, Marguerite e Julien (Anaïs Demoustier e Jérémie Elkaïm), figli aristocratici del Signore di Tourlaville, che si amano teneramente sin da bambini e che all’alba dell’adolescenza vengono per questo motivo separati. Si ritrovano dopo alcuni anni (con Marguerite sposata di forza ad un uomo più vecchio di 32 anni), e la loro passione riemerge più forte di prima. Decidono di fuggire insieme mentre il marito ordina di farla arrestare per incesto e adulterio. Un dramma forte, sia per quegli anni che per oggi, dove si mescolano desiderio, passione, ribellione, amore e morte. Il film viene distribuito in Francia in autunno 2015.
Sezione: Concorso principale 

   Love di Gaspar Noé
  tendenza: Q
tipologia: Pornografico – durata min.:
nazione: Francia
anno: 2015
“L’amore è oltre il bene e il male. L’amore è un bisogno genetico. L’amore è uno stato alterato della coscienza. L’amore è una forte droga. L’amore è una malattia mentale. L’amore è un gioco di potere. L’amore è andare oltre se stessi. L’amore è una luce accecante. L’amore è sperma, fluidi e lacrime. L’amore è un eccitante melodramma sessuale su un ragazzo, una ragazza e un’altra ragazza.” Con questa parole viene presentato uno dei film più attesi, ma fuori concorso, al Festival di Cannes 2015. Il film è in gara anche per la Queer Palm. Le locandine pubblicate per l’occasione sono alquanto esplicite. In una abbiamo un grosso membro manovrato che eiacula. Il film inizia che è il 1° di gennaio, una mattina presto. Il telefono squilla. Murphy si sveglia accanto alla sua giovane moglie e al bambino di 2 anni. Ascolta la segreteria telefonica: la madre di Elettra, malata e preoccupata, vuole sapere se ha notizie della figlia. Electra è scomparsa da parecchio tempo e lei ha paura di che le sia accaduto qualcosa di brutto. Nel corso di una lunga giornata di pioggia, Murphy si ritrova da solo nel suo appartamento, ricorda la storia d’amore più grande della sua vita, i suoi due anni con Electra. Una passione ardente piena di promesse, giochi, ricorda gli eccessi e gli errori… Il protagonista maschile Karl Glusman (che apparirà anche nel film sulla storia e sui diritti dei gay, “Stonewall” di Roland Emmerich) interpreta un ragazzo che vive una intensa storia d’amore e sesso con due ragazze contemporaneamente. E’ stato detto che il film si presenta come un anti-Nymphomaniac, in quanto sesso e amore sono visti in termini postivi e ottimisti rispetto al pessimismo e alla degradazione del film di Trier. Gaspar Noe ha anche detto che il suo vuole essere un film dove la pornografia è gioiosa, emozionante, una celebrazione del piacere sessuale, all’opposto di quanto avviene nella maggior parte dei film mainstream che trattano il sesso in modo scuro e drammatico.
Sezione: Midnight Screenings 

   Dope di Rick Famuyiwa
  tendenza: Q
tipologia: Commedia – durata min.: 115
nazione: USA
anno: 2015
Malcolm è un ragazzo di colore, con il tipico taglio di capelli alti in testa e cortissimi ai lati, bravo studente delle superiori, è un classico geek (smanettone tecnologico), che cerca di sopravvivere al meglio pur abitando nel quartiere The Bottoms di Inglewood, in California, luogo frequentato da delinquenti e spacciatori. Lui ed i suoi amici condividono una forte passione per tutte le cose ‘hip-hop’, anni 90, e girano con vestiti che erano di moda in quel periodo (pantaloni e magliette Cross-Color e Z. Cavariccis) e per questo a scuola vengono considerati un po dei pagliacci. Malcolm sogna di frequentare Harvard, ma prima di tutto deve pensare ogni giorno a come tornare a casa sano e salvo. Quando uno spacciatore prende in simpatia Malcolm e lo invita alla sua festa di compleanno, lui ed i suoi amici vengono trascinati in un esilarante vortice di personaggi insoliti e di scelte sbagliate. Coinvolto in un affare di droga andato male, per Malcom le cose si mettono male, ma usando la sua intelligenza, trova il modo di voltare la situazione a suo favore grazie al Bitcoin, l’innovativa moneta virtuale.Lo Scrittore e regista Rick Famuyiwa ci offre un energico e freschissimo racconto di formazione aggiornato ai giorni nostri, un delizioso mash-up composto dalle fonti più varie (DIY punk, Yo! MTV Raps,YouTube, Neil deGrasse Tyson). Intelligente e pieno di sentimento, Dope è un moderno racconto morale, che tratta del viaggio da compiere per poter mantenere ben saldo il proprio io autentico, pur trovandoci coinvolti in circostanze surreali. (Sundance)
Sezione: Quinzaine des Réalisateurs 

   Much Loved di Nabil Ayouch
  tendenza: L
tipologia: Docu-fiction – durata min.: 108
nazione: Francia / Marocco
anno: 2015
Il film, ha dichiarato il regista Nabil Ayouch, è il risultato di un lavoro d’indagine e interviste durato quasi due anni. Ayouch, d’origini marocchine e tunisine, ha affrontato nei suoi film precedenti, la vita dei ragazzi di strada in Marocco (Ali Zaoua prince de la rue) e la condanna dell’estremismo islamista (Les Chevaux de dieu). Con questo film ci racconta la vita di quattro prostitute, interpretate da Loubna Abidar (Noha), Asmaa Lazrak (Randa), Halima Karaouane (Soukaina) e Sara Elmhamdi Elalaoui (Hlima), che vivono insieme e lavorano sulle strade di Marrakech. Sono l’oggetto del desiderio di alcuni ma anche del disprezzo di altri. Guadagnano molti soldi, al ritmo di piacere e umiliazioni. Sopportano tutto, ma nel loro intimo si sentono le regine del loro regno, sono piene di luce, gioia e dignità. Riescono sempre a mantenere vivi i loro sogni ed il loro spirito. Si sentono al di sopra della società marocchina che le usa e le condanna nello stesso tempo. Nel film le vediamo al lavoro, nei vari giochi del corpo coi clienti, ma anche nella loro vita privata, una specie di grande famiglia, piene di attenzioni l’una verso l’altra, spesso preoccupate dei rapporti coi loro parenti. Il regista si è detto felicissimo di essere stato selezionato per Cannes, alla Quinzaine des Réalisateurs, una sezione “cinefila, prestigiosa ed esigente”.
Sezione: Quinzaine des Réalisateurs 

   Mustang di  
  tendenza: L
tipologia: Drammatico – durata min.: 94
nazione: Francia
anno: 2015
Un dramma contemporaneo che esplora la dicotomia tra religione e secolarismo, tradizione e modernità. L’esperienza di cinque sorelle costrette ad abbandonare le gioie dell’adolescenza innocente e spontanea.Siamo all’inizio dell’estate, in un villaggio a nord della Turchia, sul mar Nero, lontano da Istanbul. Lale e le sue quattro sorelle tornano da scuola giocando innocentemente con ragazzi. Poi i loro giochi diventano meno tradizionali e le vediamo sedersi felici sulle spalle dei ragazzi. C’è uno scandalo, con conseguenze impreviste. La casa delle ragazze si trasforma gradualmente in un carcere, con botte e corsi di pratiche domestiche che sostituiscono la scuola. Si cominciano ad organizzare matrimoni. Cinque sorelle, animate da uno stesso desiderio di libertà, si ribellano ai limiti loro imposti. Lale, la più giovane (ha solo 13 anni) è decisa a lottare fino in fondo contro qualsiasi minaccia alla sua libertà, soprattutto quando scopre che tutto il rigore conservativo è originato da una feroce sessofobia … Il film è in concorso alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2015 per la Caméra d’or e la Queer Palm
Sezione: Quinzaine des Réalisateurs 

   Ni le ciel, ni la terre di Clément Cogitore
  tendenza: G
tipologia: Drammatico – durata min.: 100
nazione: Francia / Belgio
anno: 2015
Primo lungometraggio di Clément Cogitore, scritto insieme a Thomas Bidegain (Un prophète). La storia è ambientata in Afghanistan nel 2014 (ma il film è stato girato tra Francia e Marocco). Mentre si sta avvicinando il giorno del ritiro delle truppe, il capitano Antarès Bonassieu e la sua sezione vengono inaspettatamente assegnati ad una missione di controllo e monitoraggio nella valle di Wakhan, al confine con il Pakistan. Nonostante la determinazione di Antares, le grandi capacità dei soldati e la loro resistenza fisica, poco a poco perdono il controllo della zona. Una notte di settembre, i soldati cominciano a scomparire misteriosamente nella valle… Tra i protagonisti abbiamo Kévin Azais, premiato ai Cesar come miglior protagonista per Les combattants. Il film viene presentato in anteprima mondiale alla Settimana della Critica di Cannes 2015 dove è anche in gara per la Queer Palm.
Sezione: Semaine de la Critique 

   Deux amis, Les di Louis Garrel
  tendenza: GG
tipologia: Drammatico – durata min.: 100
nazione: Francia
anno: 2015
Clement vive in modo incosciente, lontano dalle preoccupazioni del lavoro e dell’amore. Si lascia spesso guidare dall’istinto. Così s’è subito invaghito, nel giro di una settimana, della bella Mona che prepara panini alla Stazione Nord per viaggiatori frettolosi. Mona è l’incarnazione del mistero, della bellezza fuggente, tutte cose che rendono pazzo Clement, che ha una sola aspirazione, alzarsi in volo sulle sue zone d’ombra. Ma Mona, che ha un segreto (deve rientrare in prigione tutte le sere) si lascia desiderare senza mai cedergli, così Clement si rifugia da Abel, il suo unico amico. In due riusciranno ad abbattere le barriere e permettere a Clement di abbandonarsi ai piaceri dell’amore. In un gioco a tre non è però semplice trovare i giusti equilibri e tutto può diventare precario… Primo lungometraggio di Louis Garrel, attore feticcio del regista gay Christophe Honoré, qui co-sceneggiatore. Garrell aveva già realizzato due premiati cortometraggi, e questo film è l’ampiamento di uno di questi, “La Règle de trois” (2011), che ha come spunto il romanzo “I capricci di Marianne” di Alfred de Musset. Nel film viene ampliata la relazione di amicizia tra i due protagonisti maschili. In merito Garrel ha dichiarato: “Si trovano spesso degli schemi comuni all’interno sia delle storie d’amore che d’amicizia, tra i quali sicuramente anche quelli connessi alla sessualità. Troviamo l’unione, l’invidia, la gelosia… Il mio film è come un Claude Sautet dei poveri, di seconda categoria. In Sautet i personaggi sono molto integrati nella società, i miei, al contrario, sono dissonanti. Essi non si aggrappano alla sensazione di essere parte del mondo. Il film si svolge in una notte a parigi, quasi irreale. Ho volutamente evitato i luoghi comuni legati a questa città. Ho cercato una Parigi insolita, notturna, come quella ad esempio di “Rendez-vous” di Téchiné. E’ un film dove i sentimenti sono sempre febbrili…”
Sezione: Semaine de la Critique 

   De l’ombre il y a di Nathan Nicholovitch
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.:
nazione: Francia
anno: 2015
Ben è un quarantenne francese che vive a Phnom Penh, capitale della Cambogia, dove si prostituisce e lavora come travestito al Blue Bar col nome d’arte Mirinda . Problemi economici e l’incontro con una ragazza che vuole aiutare a ricongiungersi con la famiglia, lo porteranno in un lungo viaggio attraverso il Paese che gli cambierà la vita. Presentato a Cannes 2015 nella sezione ACID (che comprende ogni anno nove titoli scelti da una associazione, ACID, di registi francesi e stranieri che vogliono aiutare il cinema indipendente), è in gara per la Queer Palm. Patrice Chagnard, regista selezionatore del film, ce lo presenta così: “Un film incredibile, bello, che ci fa scoprire una cruda realtà. Interessante il modo di filmare vicinissimo ai personaggi e alle cose, sempre in movimento. David D’ingeo è perfetto nell’interpretazione di Mirinda, un travestito di 45 anni che si prostituisce a Phnom Penh. Intorno a lui vediamo solo orrore: bambini venduti dai loro genitori, traffici loschi organizzati da ex Khmer rossi… la salvezza arriva inattesa da una ragazza che gli si avvicina, come solo i bambini sanno fare, con ostinazione. Non è un film di sceneggiatura, la recitazione e il dramma scaturisticono dagli eventi. Mirinda vive la sua vita inventandosela minuto dopo minuto, nell’immediatezza del presente. Questo cinema non ci presenta la vita, è esso stesso la vita, la vita e tutto il mistero e l’opacità che la determinano. Miseria e grandezza, volgarità e grazia: questo paradosso è tutto negli occhi di Mirinda che ci rivelano un mondo interiore segreto ed inaccessibile… Come in Dostoevskij o in Jean Genet siamo davanti ad un’esperienza del male vissuta fino alla fine senza compiacenza od illusioni, che solo la grazia può rivelare”
Sezione: L’ACID 

   Vanité, La di Lionel Baier
  tendenza: GG
tipologia: Drammatico – durata min.: 75
nazione: Francia / Svizzera
anno: 2015
David Miller è malato. Talmente malato che ha deciso di finirla. Ha scelto il luogo, la data, il metodo, ma niente va come previsto. Tutti coloro che dovevano accompagnarlo rivelano un falso legame. David Miller è quindi costretto ad iniziare il suo ultimo viaggio con dei perfetti sconosciuti. Tra Espe, la sostituita associazione d’aiuto al suicidio, e Treplev, il giovane prostituto della camera vicina, le vite s’incrociano, si scontrano e si rivelano. Alla fine di quella notte che dovrebbe essere l’ultima, ci sarà la Morte a tirare le conclusioni?… Il regista Christophe Cognet commenta così il film: “Un vecchio architetto altezzoso e orgoglioso prende una stanza in un motel quasi deserto. Una donna lo raggiunge. Un giovane uomo si prostituisce nella camera adiacente. Su un muro vediamo la riproduzione degli Amabasciatori del giovane Holbein, un doppio ritratto di due amici che contiene una strana forma: un cranio anamorfico visibile solo guardando l’immagine di lato. Questa è una vanità – una pittura che esprime la vacuità della vita. Un film con una messa in scena precisa, virtuosa ed ispirata. Colpi di scena e inversioni, dove ciascuno si rivelerà a lui stesso e agli altri, dove si apriranno tende su un altrove utopico. Il film ci presenta un trio improbabile ma unito, che ci offre una meditazione ironica sull’esistenza. Gli elementi visivi e i temi degli Ambasciatori si riversano nell’universo del film che prende in prestito anche riferimenti a Hitchcock e Lynch: nessuna citazione per addetti ai lavori, ma un materiale filmico che Lionel Baier sviluppa con sapienza, riuscendo a comporre una ‘Vanità nel cinema’, dove l’amicizia ridiviene possibile. La fede nella creazione e nella potenza del cinema sono un’affermazione sovrana contro il vuoto dell’esistenza”.
Sezione: L’ACID 

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.