dal sito ufficiale di QueeringRoma 2012, dove potete trovare il programma completo della manifestazione.
Quella di quest’anno è l’edizione della piena maturità della manifestazione: dopo il successo delle precedenti, arriva infatti la gradita ospitalità data da una sede istituzionale, la Casa del Cinema – Largo Marcello Mastroianni 1 (Villa Borghese). Un grande riconoscimento per una piccola rassegna nata nel 2007 su iniziativa dell’associazione Armilla all’interno del Gay Village e poi evolutasi come un vero e proprio festival. Ad inaugurare la rassegna è stata chiamata Veronica Pivetti.
I film proiettati nei tre giorni di visioni ‘oltre il pregiudizio’ provengono da tutto il mondo e sono proposti in lingua originale con sottotitoli in italiano, unica possibilità di fruire di pellicole altrimenti escluse dai circuiti ufficiali di distribuzione nelle sale
Non è tutto: la manifestazione si arricchisce infatti di aperitivi letterari, un evento d’arte (la collettiva fotografica “Gender Utopia”) e una mostra documentaria (dedicata al cineclub L’Occhio, L’Orecchio e La Bocca) e un brunch domenicale tra ciak e rainbow.
La manifestazione viene realizzata grazie al sostegno della Provincia di Roma e in collaborazione con il Festival Da Sodoma a Hollywood di Torino. Main sponsor è Lancia che, dopo la Mostra di Venezia e il Festival del Cinema di Roma, conferma l’impegno e l’attenzione verso una cinematografia di qualità, connotandosi come partner d’eccellenza delle principali vetrine dedicate al grande schermo.
CINEMA. Per un fine settimana il cinema LGBTQ è protagonista assoluto, anche in orari inconsueti, come per il matinée della domenica, che prevede un pranzo a Villa Borghese insaporito di pellicole e arcobaleni.
La proposta artistica della Festa del Cinema LGBTQ di Roma porta lo spettatore, a prescindere dal suo orientamento sessuale e identità di genere, al centro delle vite delle persone LGBTQ, dando la possibilità a tutti di conoscere storie spesso assenti dai palinsesti culturali dominanti. Racconti di vita a volte sconosciuti agli stessi omosessuali, perché lontani in senso geografico e temporale.
Dal punto di vista tematico, Queering Roma rappresenta uno spaccato della cultura LGBTQ di oggi, con uno sguardo a problematiche e contraddizioni, sentimenti e passioni che le condizioni e le storie di vita di omosessuali e trans portano con sé. I percorsi di ricerca e definizione di un’identità si intrecciano a racconti sulla necessità e la meraviglia della trasformazione, in particolare nel percorso esistenziale delle persone transgender.
I film in programma riescono a smascherare degli stereotipi dominanti e i pregiudizi ancora largamente diffusi, non solo mettendo in luce ipocrisie e forme di discriminazione ma anche mostrando i difficili percorsi intrapresi da gay, lesbiche e persone transessuali per l’affermazione dei propri diritti.
SPAZIO ALLA MEMORIA. Particolare attenzione, nel cartellone del festival, viene dedicata al recupero della memoria storica della comunità LGBTQ, con titoli come “FUORI!”, documentario incentrato sul racconto della fondazione della prima associazione gay italiana.
In occasione del ventennale della morte di Ottavio Mai (1946-1992), regista, poeta e militante, Queering Roma dedica un piccolo tributo alla sua figura di innovatore del movimento omosex italiano e, più in generale, del tessuto culturale di un’Italia gravata dal pregiudizio contro la diversità. Punto di svolta nella sua vita è l’incontro nel 1977 con Giovanni Minerba, con cui condivide la stagione della militanza nel F.U.O.R.I. e nel Partito Radicale. L’innamoramento per il cinema, praticato da autodidatta, lo porta nel 1986 a lanciare insieme a Minerba Da Sodoma a Hollywood, il primo festival in Europa dedicato al cinema LGBT. Con il suo impegno personale e le sue opere filmiche, tra le quali “Il Fico del regime”, Ottavio Mai ha contribuito in maniera determinante all’affermazione tra gli anni Settanta e Ottanta di un progetto culturale a tematica omosessuale, che travalica l’esperienza personale rappresentando un esempio per le generazioni future.
LETTERATURA E MOSTRE. Non solo cinema per drappeggiare arcobaleni su Villa Borghese. Per la prima volta Queering Roma supera i confini dello specifico cinematografico per abbracciare altre discipline e forme di espressione. L’edizione 2012 della manifestazione dà infatti spazio all’arte contemporanea, a una mostra documentaria e alla letteratura: un punto di partenza per ulteriori approfondimenti e attraversamenti multidisciplinari futuri all’interno del festival, che promette per l’anno prossimo il lancio di una sezione letteraria più articolata e strutturata.
La letteratura affianca le visioni di Queering Roma 2012 nel tentativo di osservare a tutto tondo il prodotto culturale e le rappresentazioni di differenti orientamenti sessuali e identità di genere. Uno specifico percorso di discussione, a tappe, dedicato alle scritture LGBTQ viene tracciato in collaborazione con Francesco Gnerre, uno dei massimi esperti italiani del settore. Allo studioso è riservato il ruolo di guida in una casa fatta di parole, trame, personaggi e narrazioni e accompagna per mano l’uditorio in incontri che, a partire dalla rivoluzione copernicana dei Gay Studies, osservano da vicino i percorsi creativi che fioriscono all’incontro tra la penna e le vite delle persone LGBTQ. A confrontarsi con Gnerre sono altri scrittori e uomini di lettere, pronti a dialogare con il pubblico.
Due, inoltre, le mostre ospitate negli spazi espositivi della Casa del Cinema, visitabili dal 23 novembre al 10 dicembre. Sono dieci gli artisti che animano la mostra collettiva “Gender Utopia“, a cura di Francesco Paolo Del Re: Aloha Oe, Alessandra Baldoni, Jacopo Benassi, Eleonora Calvelli, Fanny Coletta, Roberto Foddai, Claudia Pajewski, Angela Potenza, Mustafa Sabbagh e Paola Serino. Attraverso differenti usi del medium fotografico, il melange di visioni e suggestioni proposte dall’esposizione invita il visitatore alla scoperta meravigliosa del continente inesplorato della riscrittura del sé desiderante e della decostruzione del genere come territorio di un’utopia possibile. Anche in Italia una cultura de-genere coltiva negli interstizi del pensiero dominante i suoi luoghi di incontro, i suoi rituali, le sue occasioni di visibilità e riconoscimento e propri codici espressivi ed estetici. E la mostra “Gender Utopia” prova a mappare le rotte velate di malia delle vite di chi sconfina le codificazioni del genere, abbracciando la molteplicità del pensarsi e dell’essere altro.
La mostra documentaria “L’Occhio, l’Orecchio e la Bocca“, a cura di Francesco Pettarin e realizzata con la collaborazione di Gianni Romoli e Silvia Viglia, racconta la stagione creativa di un celebre cineclub romano che, per la condotta trasgressiva che caratterizzò sia le sue scelte tematiche che il modo di proporle, assurge oggi a simbolo dell’intera temperie culturale degli anni Settanta. Un luogo di ritrovo delle varie comunità culturali romane, prima fra tutte quella gay, che nel cineclub trasteverino trovò un posto in cui incontrarsi e riconoscersi senza essere ghettizzata. In quattro sezioni, il percorso espositivo raccoglie le testimonianze di come allora si lavorava: locandine, programmi, fotografie, documenti e bozzetti, frutto di appassionate discussioni su quale fosse il modo migliore per dare forma a un atteggiamento preciso non solo sul cinema ma anche sulla vita.
L’IDEA DELLA MANIFESTAZIONE. Queering Roma é il punto di approdo di un percorso iniziato dall’Associazione Armilla nel 2007, quando fu chiamata a organizzare una rassegna cinematografica a tematica LGBTQ all’interno del Gay Village, uno degli appuntamenti dell’Estate Romana. Il programma fu concepito come una selezione di pellicole provenienti dai più importanti festival italiani di genere: Da Sodoma a Hollywood di Torino, Festival Mix di Milano, Gender Bender di Bologna. Dopo il successo della prima edizione, la rassegna è stata riproposta l’anno successivo e a partire dal 2010 si è trasformata in Queering Roma, la Festa del cinema LGBTQ della Capitale.
IL LUOGO – VILLA BORGHESE. Residenza extraurbana, sin dal XVI secolo, della potente famiglia nobile di cui porta il nome, l’area verde di Villa Borghese è stata nel corso dei secoli impreziosita dalla costruzione di eleganti palazzi (come il Casino Nobile, celebre sede museale della preziosa collezione d’arte della famiglia), statue, fontane, monumenti, templi e giardini ispirati all’antichità. Tra gli edifici che il parco ospita, la Casina delle Rose dal 2004 è sede della Casa del Cinema, a pochi passi da via Veneto, luogo-simbolo della Dolce Vita e dei fasti del cinema italiano degli anni Cinquanta.
L’ASSOCIAZIONE ARMILLA. La passione per il cinema ha caratterizzato la produzione di eventi e progetti di Armilla: dalle iniziali collaborazioni con la storica rassegna di Massenzio a Un’emozione continuamente interrotta che ha coinvolto il genio di Peter Greenaway, dalla mostra fotografica La Roma di Moretti alla proiezione sotto il Colosseo del Napoleon di Abel Gance, con una platea di 5 mila persone. Tra le ultime realizzazioni dell’Associazione, la fortunata rassegna Queering Roma.
QUEERING ROMA IN SINTESI
DATE: 23, 24 e 25 novembre 2012
INFORMAZIONI: www.queeringroma.it – [email protected]
LUOGO: Casa del Cinema a Villa Borghese, Largo Marcello Mastroianni 1 – www.casadelcinema.it – tel: 060608
BIGLIETTI PER LE PROIEZIONI: intero 5 euro per la sala Deluxe e intero 3 euro per la sala Kodak
INCONTRI LETTERARI con ingresso gratuito
MOSTRE visitabili dal 23 novembre al 10 dicembre, con ingresso gratuito
ORGANIZZAZIONE: a cura dell’Associazione Armilla
LUNGOMETRAGGI IN PROGRAMMAZIONE
2012/11/23 ore 20.30 sala Deluxe |
di Anne Renton |
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tendenza: LL |
tipologia: Commedia – durata min.: 84 |
nazione: USA |
anno: 2011 |
Eileen è una donna molto pia che ha dedicato tutta la sua vita a servire fedelmente Dio e la sua Chiesa Cattolica. Con queste finalità ha cercato di costruire una famiglia perfetta, almeno agli occhi dei bravi parrocchiani, che infatti vogliono premiarla nominandola Donna Cattolica dell’Anno. Questo è per Eileen il riconoscimento più ambito e apprezzato, tutto il suo costante e assiduo lavoro come buona cristiana sta per essere pubblicamente riconosciuto e avvalorato in una intervista famigliare alla presenza del Vescovo. Tutto sembra precipitare quando viene a sapere che la sua amatissima figlia, Shannon (Emily Deschanel, “Bones”), è lesbica, gravida di 5 mesi e sta per sposare la sua fidanzata Angela. Nello stesso tempo, il figlio Frank Jr. (Jason Ritter, “Parenthood”, “The Event”), sta pensando di lasciare la moglie perchè ha finalmente trovato l’amore l’amore in un’altra donna. Ciliegina sulla torta, ora anche la sua relazione col marito Frank (Michael McGrady), ex alcoolista che ha sempre difeso i figli ma non ha mai potuto sovrastare col forte e controllato carattere di Eileen, sembra andare in crisi. Ma Eileen non si dà per vinta e (quasi comicamente) tenta di conciliare il tutto. Con molta esitazione partecipa al matrimonio della figlia. Aiuta addirittura Shannon e Angela nei lavori domestici pesanti per riguardo alla gravidanza della figlia. Col marito arriva persino a proporgli di andarsene via per un temporaneo distacco. Ma le cose precipitano ulteriormente: il figlio non vuole più avere a che fare con lei, Shannon perde il figlio in arrivo… Alla fine Eileen capirà che la cosa più importante per lei non è il premio, ma la sua famiglia e la felicità dei suoi membri… A questo punto sarà la sua famiglia a venirle incontro e a farle capire che ora il premio potrebbe proprio meritarlo… Kathleen Turner è fantastica nel difficile ruolo della madre che tenta di conciliare religione e sentimenti famigliari, passando da momenti di piena amorevolezza ad altri quasi isterici, con battute spesso involontariamente esilaranti. La coppia lesbica e il loro amore sono trattati con grande solidarietà e comprensione, persino dalla madre cattolica. Richard Chamberlain, ora attore gay dichiarato, dopo lo splendido ruolo gay nella serie Brothers & Sisters, riprende la parte di un prete (Monsignor Murphy), la stessa che parecchi anni fa lanciò la sua carriera.
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2012/11/24 ore 16.00 sala Deluxe |
di Dagmar Schultz |
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tendenza: QQ |
tipologia: Documentario – durata min.: 84 |
nazione: Germania |
anno: 2012 |
Audre Lorde: The Berlin Years 1984 to 1992 documenta l’influenza di Audre Lorde sulla scena politica e culturale tedesca nel corso di un decennio di profondo cambiamento sociale. Vediamo il dialogo con le donne afro-tedesche e l’incoraggiamento a rendersi visibili all’interno di una cultura che fino ad allora le aveva tenute isolate e silenziose e la sfida alle donne bianche, perché riconoscessero l’importanza del proprio privilegio e imparassero a trattare con la differenza in modo costruttivo. Materiale d’archivio inedito e interviste attuali ci restituiscono preziosi frammenti dell’Audre Lorde privata, nel ventesimo anniversario della sua morte. Presentato in Panorama alla Berlinale 2012. (SPC 2012)
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2012/11/24 ore 16.15 sala Kodak |
di Giovanni Minerba |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Documentario – durata min.: 60 |
nazione: Italia |
anno: 1991 |
Il segreto di Giò Stajano per affrontare la vita nel modo migliore, o peggiore, dipende dai punti di vista, è stato ed è quello di non essersi mai preso troppo sul serio. Già il fatto di nascere omosessuale in un paesino del profondo sud, in pieno periodo fascista, e per di più in casa Storace, scegliendosi come madre un’ignara figlia del “virilissimo” braccio destro del Duce, e di far poi pipì tra le braccia di quest’ultimo, alla tenera età di un anno, la dice lunga. Poi negli anni ‘50, giovane di belle speranze, approda a Roma e col suo stile di vita anticonformista ed il suo libro Roma capitolina sull’omosessualità “eccellente” capitolina, subito sequestrato, diventa “personaggio” e viene chiamato da Fellini per interpretare se stesso nel film La dolce vita. Poi di colpo nell’81, dopo aver fatto il giornalista d’assalto, aver continuato a scrivere libri e interpretare film, stanco di questo ruolo, vola a Casablanca, e diventa Maria Gioacchina, confermando così la sua innata tendenza alla provocazione e allo sberleffo, nei confronti della vita e di sé stesso/a. (dal catalogo “In punta di cuore – Il cinema di Ottavio Mai”)
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2012/11/24 ore 17.15 sala Kodak |
di Giovanni Minerba |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 60 |
nazione: Italia |
anno: 1990 |
… È il caso di Partners (1990), in cui il protagonista si trova a con-vivere con il virus dell’HIV. Partners è un film su un ragazzo, Piero, che scopre di essere sieropositivo, fiction drammatica risolta in modi antispettacolari. “Ci è sembrato interessante, pur nella sua parzialità, questa storia di speranza, basata su un’esperienza reale. Per infrangere l’alone di morte annunciata, che ci avvolge, da quando la scoperta del virus ci ha indotti ad assumerla come seconda compagna della nostra esistenza.” Il punto di partenza è l’incontro di due uomini tra i mille problemi della sieropositività di uno dei due; quello di arrivo la nascita di un amore che diventa solido giorno dopo giorno e che trova il suo equilibrio tra le regole, le esigenze e i tempi della malattia, sfidando le convenzioni e stabilendo, sotto gli occhi di tutti, un nuovo e necessario modo di vivere il rapporto di coppia. Sono proprio la trasparenza e la visibilità i punti di forza del film: raccontarsi, parlare di se stessi, rendendo trasparente e visibile la condizione esistenziale di tante persone; parlare pubblicamente dell’AIDS portando alla luce un problema di tanti, ma taciuto da molti. Il processo di con-vivenza con il proprio male (quello della consapevolezza è già presente) di uno dei due protagonisti acquista spessore col tempo. … Leggi tutta la recensione di Cosimo Santoro
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2012/11/24 ore 18.00 sala Deluxe |
di Chris Arnold |
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tendenza: TTT |
tipologia: Documentario – durata min.: 93 |
nazione: USA |
anno: 2012 |
Straordinario documentario su uomini e donne e tutte le variazioni che stanno tra loro. Ci racconta dall’interno la comunità transgender, una delle minoranze più fraintese e maltrattate in America e ovunque nel mondo. Ispirato alla incredibile storia della dott.ssa Christine McGinn (essa stessa una transdonna) e al suo importante lavoro come chirurgo transgender, il film ci offre un’intimo e personale sguardo sulle vite, gli amori, le battaglie e le sfide di un gruppo di personaggi di tutte le età e classi sociali. Incontriamo l’appena settenne Danann Tyler e i suoi genitori quando Danann inizia con decisione il suo complesso percorso. Poi Cris, una donna biologica che ha appena scoperto la sua vera identità. Poi Pam e Erica, che in a vanzata età affrontano la chirurgia e altro, senza badare ai pericoli connessi, per realizzare la loro vera natura. Abbiamo poi la testimonianza della tragedia di un adolescente ‘maschio a femmina’ che ha perso la sua strada. Dalle strade buie e pericolose fino alla quiete delle sale operatorie, il film vuole farci conoscere un mondo di cui si parla pochissimo, con storie che ci aprono il cuore e la mente. Un film per tutti coloro che almeno una volta si sono guardati allo specchio chiedendosi “chi sono veramente io?” ai quali il film pone un’altra domanda: “sei tu abbastanza coraggioso da scoprirlo?”
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2012/11/24 ore 18.30 sala Kodak |
di Lucía Puenzo |
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tendenza: LLL |
tipologia: Drammatico – durata min.: 96 |
nazione: Argentina/Francia/Spagna |
anno: 2009 |
“Un cane molto brutto, pompato e impasticcato racconta la storia di come l’amore abbia forzato due giovani donne a diventare assassine. Un fiero e fugace romanzo, una versione argentina di THELMA E LOUISE!” è come viene descritto il romanzo di Lucía Puenzo, “The Fish Child” dall’editore tedesco, e che il giornale argentino ‘Página 12′ elogia come segue: “Leggendo il libro, si ha l’inconfondibile sensazione di trovarsi in un film.” In seguito al successo del suo debutto cinematografico con XXY, non è tanto una sorpresa il fatto che, come secondo film da regista, la scrittrice abbia scelto di fare un adattamento del suo romanzo. Lala vive in una delle zone residenziali più esclusive di Buenos Aires. E’ follemente innamorata di Guayi, una paraguayana ventiduenne che è stata assunta dai genitori di Lala come domestica. Le due ragazze sognano di vivere in Paraguay, da qualche parte sulle sponde del Lago Ypoá. Per trasformare i loro sogni in realtà, cominciano a riempire borsellini e portafogli rubando tutto il denaro che riescono a tenere in mano e portandolo a casa. Mettono il loro bottino in una vecchia scatola di scarpe. Ma, a mo’ di Vaso di Pandora, non appena la scatola è piena, desiderio, gelosia e rabbia cominciano a farsi sentire. Questo è il loro punto di partenza per la loro fuga verso l’autostrada che porta dal nord di Buenos Aires al Paraguay. Una serie di eventi misteriosi attendono Lala al Lago Ypoá, mentre Guayi è tenuta in riformatorio. (Berlinale 2009, tr. G.B.)
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ingresso gratuito
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2012/11/24 ore 20.30 sala Deluxe |
di Caner Alper |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 99 |
nazione: Turchia |
anno: 2011 |
Daniel, fotografo tedesco a Istanbul per un reportage, vuole ritrarre Can, appariscente ballerino di danza del ventre, e il suo assistente bear Ahmet. Tra i tre nasce una forte amicizia, ma tra Daniel e Ahmet l’amore. L’invadenza della sua famiglia, a cui Ahmet non ha mai rivelato di essere gay, mette a dura prova la relazione con Daniel, il quale si sente sempre più spiazzato: l’unica soluzione è la fuga in Germania. Per ottenere il passaporto, però, Ahmet deve sottoporsi alla visita di leva. Così come Can: entrambi temono discriminazioni e violenze. Per evitare di essere arruolati devono dichiararsi omosessuali in modo da ottenere il congedo per malattia, come prevede l’antiquato codice militare locale. Coraggiosa coproduzione internazionale (Germania, Olanda, Turchia) che utilizza il melò per denunciare l’omofobia che ancora permea la società turca ad ogni livello, mettendola a confronto con le conquiste del mondo occidentale. Ispirato ad un fatto realmente accaduto. (Togay)
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2012/11/24 ore 22.30 sala Deluxe |
di Teddy Soeriaatmadja |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Drammatico – durata min.: 76 |
nazione: Indonesia |
anno: 2011 |
La diciannovenne Cahaya non vede suo padre da quando aveva 4 anni: l’unica traccia di cui dispone è il suo indirizzo di Giacarta. Decisa più che mai ad incontrare Sayful, Cahaya lascia il villaggio in cui è cresciuta e si reca nella metropoli. Ad attenderla, una sorpresa spiazzante: il padre è un travestito che si prostituisce per strada nel quartiere a luci rosse di Taman Lawang, dove rischia la vita. Per l’ingenua Cahaya, devota musulmana, è il crollo di ogni certezza. Anche Sayful non accetta di trovarsi di fronte a sua figlia. Ma, dopo lo shock iniziale, un sentimento di amore e comprensione reciproca sembra emergere ed unire i due. E per una notte, una notte che cambierà la vita di entrambi, passato e presente, segreti mai rivelati e sentimenti inesplorati, verranno a galla. Interessante ed intenso dramma familiare in cui, oltre al complesso rapporto padre-figlia, viene rappresentata la difficile condizione degli omosessuali in un paese profondamente musulmano come l’Indonesia. (Togay)
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2012/11/24 ore 22.30 sala Kodak |
di Javier Fuentes-León |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 100 |
nazione: Perù / Colombia |
anno: 2009 |
Questo primo lungometraggio del regista Javier Fuentes-León è una insolita storia di fantasmi ambientata sulle spiagge peruviane, con alcune similitudini alla vicenda di Brokeback Mountain.E’ la storia di Miguel, un pescatore che nasconde la sua omosessualità dietro il paravento di un matrimonio felice con una moglie che lo ama e che sta aspettando un figlio. Segretamente Miguel porta avanti una intensa storia d’amore con Santiago, un artista bohémien, che non pubblicizza la sua omosessualità ma nemmeno la vuole nascondere del tutto. La storia, ambientata in un piccolo villaggio di pescatori, prende una piega fantastica dopo la morte per annegamento di Santiago quando questi ritorna come fantasma per chiedere a Miguel di cercare il suo corpo e di seppellirlo secondo le tradizioni locali in modo che la sua anima possa riposare in pace. Miguel si trova ora davanti ad un dilemma: dovrà ammettere pubblicamente di avere avuto una storia d’amore con Santiago, rovinando così il suo matrimonio e la sua vita, ma esaudendo le richieste del suo amato, oppure deve continuare la sua vita come se nulla fosse successo portandosi dentro il peso e la responsabilità della dannazione eterna del suo amante rimasto insepolto. Deve essere molto difficile continuare a vivere con un tale peso sulla coscienza, tentando di dimenticare la persona che avete tanto amato, solo per salvarvi la faccia. Guardate il bellissimo trailer.
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2012/11/25 ore 15.00 sala Deluxe |
di Jeffrey Schwarz |
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tendenza: GGG |
tipologia: Documentario – durata min.: 93 |
nazione: USA |
anno: 2011 |
27 giugno 1969, New York City, una data passata alla storia per la sommossa di Stonewall: tra i manifestanti che, per la prima volta, si opponevano alla polizia, un giovane studente di cinema, il ventitrenne Vito Russo, destinato a divenire una figura cruciale del movimento per i diritti degli omosessuali negli USA. Cinefilo e infaticabile attivista, fino alla sua morte prematura, avvenuta nel 1990 per AIDS, fu tra i principali esponenti di importanti associazioni quali la AIDS Coalition To Unleash Power, che combattè la politica reticente del governo Reagan nei confronti del virus. Ma Vito Russo è ricordato soprattutto per The Celluloid Closet (Lo schermo velato), il primo saggio sulla rappresentazione di gay e lesbiche nella storia del cinema che diventerà un libro di culto, vera e propria bibbia, tuttora imbattuta, del sapere GLBT e che ispirò, nel 1996, l’omonimo, e altrettanto epocale, documentario di Robert Epstein e Jeffrey Friedman.
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2012/11/25 ore 16.45 sala Deluxe |
di Angelina Maccarone |
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tendenza: LLL |
tipologia: Drammatico – durata min.: 90 |
nazione: Germania |
anno: 1995 |
Mausi, soprannome di Kati, ventenne tedesca in cerca di libertà e della propria identità, lascia il villaggio della Westfalia in cui è cresciuta per la convulsa Amburgo. Lei sa bene che il suo interesse è rivolto al genere femminile ma non ha mai avuto il coraggio di esprimerlo. Ad Amburgo Mausi inizia a frequentare un bar per solo donne, dove all’inizio si sente come un corpo estraneo, ma poi conosce Jo, una berlinese con cui ha la sua prima storia. Ma Jo non è interessata a relazioni durature e lascia Mausi in un grande sconforto, trovandole comunque un lavoro temporaneo in un negozio di alimenti biologici. Qui Mausi incontra Yumiko, un po’ più anziana di lei, una lesbica sicura di sè e decisa. Mausi non riesce però a stare al suo passo, che vuol dire anche manifestare in pubblico il loro amore. Yumiko fatica ad accettare questa ritrosia. Intanto Mausi ha capito molte cose (anche leggendo manuali gay) e pensa che ormai è venuto il momento per dichiararsi in famiglia, ad una madre assillante e conservatrice che continua a telefonarle. Decide quindi di ritornare a casa, nella sua cittadina di provincia, dove appena arrivata riceve i commenti della vicina di casa sul suo nuovo taglio di capelli. Il coming out con la madre non è facile e subito le viene intimato di non dire niente a nessuno, nemmeno alla sua migliore amica Sonja. Mausi però non si arrende e parla chiaro così che in poco tempo tutto il paese conosce la sua storia. Gabi, la sorella maggiore di Mausi, dovrebbe essere più aperta ma le fa rimarcare che adesso i pettegolezzi nel paese faranno di sicuro soffrire sua madre. Alla sera Mausi si reca con la sorella alla fiera del paese, dove incontra il timido Wolfgang, da sempre innamorato di lei, e scopre che tutti fanno pettegolezzi sul suo conto, e quasi tutti la evitano, la maggior parte non per cattiveria ma perchè non sanno come parlare con un omosessuale. Finita la festa Mausi torna a casa e trova la madre che ha un po’ digerito lo shock iniziale ed è pronta a parlare, arrivando persino a proporgli di portare con sè la sua ragazza quando ritornerà… Una storia di comingout esemplare, un’educazione sentimentale e alla vita in cui si ride e ci si commuove. Opera prima dell’esordiente Angelina Maccarone che con le pellicole successive traccerà un nuovo percorso per il cinema lesbico europeo.
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2012/11/25 ore 18.30 sala Deluxe |
di Giovanni Minerba |
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tendenza: GGG |
tipologia: Documentario – durata min.: 63 |
nazione: Italia |
anno: 2002 |
Vita, arte, impegno politico e imprenditoriale si fondono nella figura di Ottavio Mario Mai esattamente come nella società postmoderna di cui Mai sembra aver intuito e sfruttato prima di altri potenzialità e caratteristiche. Gli anni di maggior impegno di Ottavio Mai vanno dal 1980 alla sua morte, nel 1992, quando la società dello spettacolo e della comunicazione prende definitivamente il sopravvento. Ottavio Mai ha compreso soprattutto che se l’omosessualità non è rappresentata nella società dello spettacolo e dei media che viene pian piano affermandosi, quella rappresentazione è ormai indispensabile, è l’unico segno, l’unica prova di esistenza. E allora eccolo riempire quel vuoto. Innanzitutto con i suoi film, che pur poveri e legati non casualmente ai nuovi mezzi elettronici, spaziano dal documentario alla fiction tradizionale, dal cortometraggio poetico al film sperimentale, e che parlano direttamente, senza mediazioni, di gay, travestiti, coppie, famiglie, tradimenti, battuage, e di “normalità omosessuale” attraversando tutti i generi, come nessuno aveva mai osato prima in Italia. … Segue
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2012/11/25 ore 18.30 sala Kodak |
di Jenni Olson |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Documentario – durata min.: 62 |
nazione: USA |
anno: 1993 |
Homo Promo è una compilation di 27 trailers di film a tematica gay lanciati da Hollywood tra il 1956 e il 1977, che ci mostra il meglio e il peggio prodotto in questo settore. Si inizia con “I Changed My Sex!” meglio conosciuto col titolo “Glen or Glenda?” che viene pubblicizzato come il ‘film più coraggioso dell’anno’ dicendo poi ‘Era un maschio o una femmina? Scioccante, sorprendente’. Segue il film “The Third Sex” presentato come ‘franco, onesto e rivelatore’. “Victim” descritto come ‘un movimentato racconto di quelli che mettono a nudo i più profondi segreti del cuore, gli angoli più bui della mente’. Poi abbiamo “The Legend of Leila Claire” con Kim Novak e “The Fox”, con Kier Dullea, da un romanzo di D.H. Lawrence, che viene scritto come ‘The Fox: simbolo del male’. “Quei due” con Rex Harrison e Richard Burton omosessuali; “The Gay Deceivers” con il ‘bellissimo Brooke Bundy’; “Something For Everyone” con Michael York nei panni di un sociopatico truffatore. “Festa per il compleanno del caro amico Harold”, con il trailer che mostrauna sequenza muta di immagini del film e alla fine una voce che dice ‘Questo non è un musical’. Il trailer di “Myra Breckenridge fa riferimento alla scena dell’uomo violentato da una donna commentato come ‘non perdete la scena più sensazionale della storia del cinema’. Il trailer di “The Christine Jorgenson Story” parla di un uomo che ha cambiato sesso perchè solo come donna poteva trovare il vero amore. In “Morte a Venezia”, “Domenica maledetta domenica” e “Some of My Best Friends Are…” ci vine detto che ‘i produttori hanno cercato di rappresentare storie con la massima onestà… Per quelli che possono capire la verità… Un provocante intrattenimento per adulti’. Andiamo poi nel territorio dei film di Andy Warhol, con “Heat” e “Women in Revolt”; “Female Trouble” di John Waters; “Il vizietto americano” con l’etero che si nasconde in una sauna gay; “Norman… Is That You?” e “Outrageous!” presentati come ‘originali, vibranti e divertenti’.Siamo quindi passati dai primi film che venivano commentati come scioccanti, coraggiosi, conturbanti a questi ultimi che sono invece più semplicemente originali e divertenti. Una visione attenta del film produce molte altre riflessioni, che ci fanno capire i grandi cambiamenti intervenuti da quando era proibito parlare di omosessualità al cinema fino alle rivoluzioni degli anni ’70.
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ingresso gratuito
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2012/11/25 ore 20.30 sala Deluxe |
di Aurora Guerrero |
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tendenza: LLL |
tipologia: Drammatico – durata min.: 85 |
nazione: USA |
anno: 2012 |
Un film sul passaggio dall’adolescenza alla maturità di due ragazze che scoprono l’amore, le sue tenerezze ma anche l’ostilità sociale verso l’omosessualità. Yolanda e Mari sono due quindicenni cresciute a Huntington Park, Los Angeles, come immigrati e hanno imparato soprattutto una cosa: il valore e la lealtà verso la famiglia. Yolanda è figlia unica di una famiglia benestante il cui unico sogno è di vederla andare all’università. Mari invece è la più anziana di tre figli di una famiglia che, dopo la recente morte del padre, fatica ad andare avanti. Mentre la madre lavora lei deve accudire alla casa e ai fratelli. Per necessità vanno ad abitare vicino alla casa di Yolanda. Mari e Yolanda si conoscono come vicine di casa ma ognuna è impegnata con la propria vita, fino a quando succede che Mari viene minacciata di espulsione dopo aver soccorso Yolanda in un incidente a scuola. Tra le due ragazze inizia un’amicizia che le porta a scoprire sentimenti inattesi e a vivere momenti di grande felicità insieme. Senza accorgersene, Yolanda sta peggiornado nel rendimento scolastico e Mari è spesso distratta nel suo nuovo lavoro. Contemporaneamente aumenta la pressione ed il controllo famigliare. Le due ragazze si troveranno presto davanti ad un bivio, dovranno scegliere se soddisfare le aspettative degli altri oppure restare fedeli ai propri sentimenti… Il film è un viaggio ricco di riflessioni sulla scoperta dell’amore, del desiderio ma anche dello stress sociale in un ambiente difficile come quello della comunità latina ancora poco disponibile alle novità.
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2012/11/25 ore 21.00 sala Kodak |
di Jonathan Caouette |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 88 |
nazione: USA |
anno: 2003 |
Tarnation è “un brillante e sconvolgente documentario autobiografico”, come lo ha definito Gus Van Sant, produttore esecutivo del film. Tutto comincia nel 2003, quando Jonathan Caouette trova sua madre morta, uccisa da un’overdose di psicofarmaci. A partire da questo evento, il regista ci accompagna attraverso una ricostruzione minuziosa, estrema, cruda, lungo il tragitto della sua storia. Un’infanzia traumatica, cresciuto solo con la madre, affetta da una grave malattia psichiatrica e sottoposta più volte ad elettroshock. Jonathan cresce all’ombra della madre, costretto a vivere per strada. Finché viene dato in affido, per essere riconsegnato ai genitori naturali, a causa dei continui abusi di cui è ancora una volta vittima. Un film visionario e psichedelico, capace di sperimentare un linguaggio rivoluzionario e innovativo, mischiando documentario e fiction, rendendo così autentica e credibile una storia di quotidiana e ordinaria follia. La sintesi di 160 ore di materiale girato in una vita. Miscelando supporti diversi, passando dai filmini in Super 8, a spezzoni di video diario, ai messaggi della segreteria telefonica. Una lunga sequenza di vita, una musica ipnotica. Dal piccolo Johathan undicenne, che interpreta per gioco un borderline, alle immagini dell’adolescenza, fino al primo fidanzato che gioca con lui davanti all’obiettivo. Poi New York e i film underground in 16mm. Fino alle ultime immagini della madre. Dure, che inchiodano gli occhi allo schermo. Opera prima acclamata da critica e pubblico come rivelazione del festival di Cannes 2004. Anarchico e rivelatorio. (cinemagaylesbico.com)
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2012/11/25 ore 22.30 sala Deluxe |
di Enrique Pineda Barnet |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 74 |
nazione: Cuba |
anno: 2011 |
Questo è il terzo film cubano su tematiche omosessuali, dopo ‘Fragola e cioccolato’ del 1993 e ‘Chamaco’ di Juan Carlos Cremata del 2010. L’autore Enrique Pineda Barnet (nato nel 1933 a L’Avana) è scrittore, poeta, attore e regista di altri 25 film. E’ una delle personalità cubane più rilevanti nel mondo della cultura e dell’arte. Ha vinto il Premio Nazionale di Letteratura nel 1953 e nel 2006 ha ricevuto il National Film Award, il premio cinematografico più prestigioso del suo paese. Con questo film, che l’autore definisce un thriller psicologico, ha voluto denunciare l’omofobia e il machismo ancora oggi molto diffusi a Cuba, dove si pensa in modo dogmatico, c’è una diffusa ostilità verso il cambiamento, e si è portati ad odiare tutto quello che è diverso. Dice il regista: “l’odio è il peggior cancro che può invadere l’essere umano, e il più inconcepibile è l’odio dell’amore, che può sembrare un paradosso, ma che è invece una triste realtà”. Il film, girato in soli due ambienti (un bar del porto e l’hangar dove abita il protagonista), narra la storia di Alfredo, un medico della marina mercantile, bisessuale, che incontra e fa amicizia con Carlos, un informatico con aspirazioni di pilota, che vive malamente la propria omosessualità. Alfredo invita Carlos nella sua abitazione (ricca dei souvenir dei suoi viaggi) dove inizia un gioco di seduzione che deve fare i conti con i pregiudizi e le convenzioni sociali, ma dove i due riusciranno anche a danzare insieme e alla fine a fare l’amore. Il film è un omaggio voluto al “Querelle” di Fassbinder, sia visivamente che per la tematica, a partire dal manifesto del film che mostra un pugnale che ha per manico un pene (ma presto arriverà un manifesto più morbido e digeribile disegnato da Julioeloy Mesa). Il titolo ‘Verde verde’ ha il significato di una cosa intensamente verde e quindi matura.
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