Vita, arte, impegno politico e imprenditoriale si fondono nella figura di Ottavio Mario Mai esattamente come nella società postmoderna di cui Mai sembra aver intuito e sfruttato prima di altri potenzialità e caratteristiche. Gli anni di maggior impegno di Ottavio Mai vanno dal 1980 alla sua morte, nel 1992, quando la società dello spettacolo e della comunicazione prende definitivamente il sopravvento. Ottavio Mai ha compreso soprattutto che se l’omosessualità non è rappresentata nella società dello spettacolo e dei media che viene pian piano affermandosi, quella rappresentazione è ormai indispensabile, è l’unico segno, l’unica prova di esistenza. E allora eccolo riempire quel vuoto. Innanzitutto con i suoi film, che pur poveri e legati non casualmente ai nuovi mezzi elettronici, spaziano dal documentario alla fiction tradizionale, dal cortometraggio poetico al film sperimentale, e che parlano direttamente, senza mediazioni, di gay, travestiti, coppie, famiglie, tradimenti, battuage, e di “normalità omosessuale” attraversando tutti i generi, come nessuno aveva mai osato prima in Italia. … segue
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
Condividi