CAMP(ING) TRICOLORE ironia gay nel cinema italiano

A Trieste una rassegna organizzata dall’ Associazione AlpeAdriaCinema che riguarda il concetto di camp presente nei film italiani tra gli anni 70 e 80. Le proiezioni avranno luogo presso la sala video cavò dell’Associazione AlpeAdriaCinema in Via s Rocco a Trieste a cominciare da oggi 17 giugno per …

Per il mercoledì estivo di Cavò, la sala video di Alpe Adria Cinema, un percorso tutto made in italy che attraversa il concetto di camp e le parodie tra il kitch e il grottesco della condizione gay italiana tra i ’70 e gli ’80. Un’occasione unica per (ri)vedere alcune commedie, troppo spesso considerate solo puro entertainment e svago ma che a distanza di qualche tempo vediamo racchiudere elementi importanti di critica sociale e analisi psicologica individuale condotta con il sorriso sulla labbra e orientata all’autoironia. Un’occasione per vedere sullo schermo quelli che sono stati i primi modelli di identità gay prima che fossero assorbiti in elaborazioni più politicamente corrette e dunque socialmente più accettabili anche se, forse, solo superficialmente.
Sullo schermo, tra gli altri, le irriverenze di Luciano Salce (Basta Guardarla), di Vittorio Caprioli (Parigi o cara, Splendori e miserie di Madame Royale) e una nottata interamente dedicata a Ugo Tognazzi e Marcel Serrault con la serie spassosissima de La cage aux folles

L’ingresso a Cavò è gratuito e riservato ai soci Alpe Adria Cinema; se non siete ancora soci dell’associazione potete farlo direttamente a Cavò prima delle proiezioni; dato il numero limitato di posti disponibili è consigliato confermare la propria presenza alla email [email protected] indicando nome e cognome e la data cui siete interessati.

Cavò videorifugio espositivo di Alpe Adria Cinema – via san rocco 1 – 34121 trieste
Infoline: 040 3476076
Tutte le informazioni sul sito www.alpeadriacinema.it

PROGRAMMA

Mercoledì 17 giugno – ore 21.00
 
 

Splendori e miserie di madame Royale

tendenza: GG
nazione: Italia
anno: 1970
Alessio, un omosessuale, ex-ballerino ed ora corniciaio, ha allevato come una figlia la giovane Mimmina, abbandonata dal padre in tenera età. Nonostante il suo impegno di fare della ragazza una donna onesta e a modo, Mimmina rivela una completa spregiudicatezza morale. Nella speranza di giovare in qualche modo alla giovane, cui è sinceramente affezionato, Alessio accetta allora la proposta di un ambiguo commissario e diventa delatore della polizia.

Mercoledì 24 giugno – ore 21.00
 
 

Basta guardarla

tendenza: Q
nazione: Italia
anno: 1970
Affascinata dal cantante Silver Boy la campagnola Enrichetta si unisce alla sua compagnia di avanspettacolo scatenando però le invidie della primadonna; equivoci e ripicche la spingeranno a passare nelle fila del concorrente Farfarello, ma l?amore per Silver Boy non è certo svanito? Commossa e divertente rievocazione del mondo dell?avanspettacolo scalcinato e ormai giunto al tramonto, il filo conduttore del film è dato dall?adozione del punto di vista ingenuo della protagonista. Piccoli/grandi gioielli del film i numeri Corococò e Venere 2000. Perfetto il cast con una citazione particolare per Franca Valeri soubrette in là con gli anni che canta Pyramidal (la Wandissima di Sentimental?) e Pippo Franco ballerino gay (matassa, lampadina; matassa, lampadina). (Alpeadriacinema.it)

Mercoledì 24 giugno – ore 22.45
 
 

Uomini uomini uomini

tendenza: GGG
nazione: Italia
anno: 1995
Il principale limite di questo film è, secondo noi, quello di avere messo troppa carne al fuoco, volendo rappresentarci praticamento l’universo completo del mondo gay. I diversi personaggi e le diverse situazioni non hanno lo spazio per il necessario approfondimento e tutto rimane sempre in superfice, appena accennato. Pensiamo che questo sia il difetto comune a tutta la commedia di costume del cinema italiano contemporaneo, non riesce ad entrare dentro ai problemi e alle varie realtà che vuole rappresentare, si accontenta di presentare solo una sequenza di gag e ottiene al massimo degli stereotipi che non si differenziano da quanto abbiamo già visto e rivisto. Un’occasione mancata anche se il film complessivamente si lascia guardare.

Mercoledì 1 luglio – ore 21.00
 
 

Parigi o cara

tendenza: G
nazione: Italia
anno: 1962
Prostituta abruzzese trapiantata a Roma, Delia ha sempre avuto il mito di Parigi… Ad accoglierla alla stazione della capitale francese, il fratello Claudio (Fiorenzo Fiorentini), in una memorabile scena durante la quale Delia scopre per la prima volta l’omosessualità del consanguineo (Delia: “Ma che sei Claudio?”, Claudio: “Sì…”, Delia: “Ma che sei tinto?”, Claudio: “Sì…”, Delia: “Ma che fossi…?”, Claudio: “Sì…”) … Delia Nesti (Franca Valeri) è una prostituta romana snob, precisa e spilorcia, che alterna il lavoro sul marciapiede a quello in casa, procurandosi i clienti tramite annunci sui giornali. Siccome “una signora è tale anche se batte il marciapiedi”, Delia non è la tipica prostituta “immorale” a cui ci ha abituato il cinema italiano del Secondo Dopoguerra: Delia ha modi signorili così “perbene” che non denunciano affatto la sua condizione sociale. Tutto questo ne fa anche uno squisito ed originale personaggio camp, pargonabile soltanto ai personaggi femminili che, due decenni più tardi, potremo ritrovare nei film di Pedro Almodóvar.(Wikipedia)

Mercoledì 1 luglio – ore 22.45
 
 

Moglie in bianco… l’amante al pepe, La

tendenza: G
nazione: Italia / Spagna
anno: 1980
Il barone dentista Peppino Patané e la moglie Maria si recano alla stazione per accogliere il figlio Gianluca reduce da un soggiorno a Londra. Ma hanno un’amara sorpresa nel trovarlo vestito con vestiti stravaganti e atteggiamenti poco virili. Anche il padre di Peppino, nonno Pepè, resta sconvolto dalla notizia al punto che, in punto di morte, nomina suo erede il figlio Peppino a condizione che il nipote Gianluca si sposi ed abbia un erede entro 12 mesi dal suo funerale.

Mercoledì 8 luglio – ore 21.00
 
 

Papà diventa mamma

tendenza: Q
nazione: Italia
anno: 1952
Vero e proprio prototipo ante litteram di esempio di cinema camp all?italiana. Girato nel 1952 il film narra le vicende del signor Peppe che spinto dalla moglie si offre come volontario per un esperimento di ipnosi. Il mago lo ipnotizza , gli fa assumere una personalità femminile ma accidentalmente l?ipnotista cade dal palcoscenico e viene trasportato in ospedale con la testa rotta e gli occhi strabici. Gli effetti dei suoi esperimenti continuano? Fabrizi rientra a casa, manda la moglie al negozio di stoffe e si occupa delle faccende domestiche: dalla sua mise notturna con vestaglia e cuffietta alla scena del bucato quando, zoccoli ai piedi e fazzoletto in testa, canta e litiga con le massaie è tutto un susseguirsi di scene esilaranti e coraggiosissime per un film realizzato in quegli anni. “… se il meccanismo narrativo è evidentemente ripetitivo – Fabrizi in pose femminili che scimmiotta i difetti delle donne – le invenzioni e soprattutto la straordinaria misura recitativa sono la prova del grande (e sottovalutato) talento dell’attore regista, capace di utilizzare al meglio uno dei luoghi canonici della comicità d’avanspettacolo (il travestitismo) senza mai cadere nella volgarità o nel luogo comune. Assolutamente irresistibile la sua apparizione in camicia da notte e cuffietta o la scena del bucato, con Fabrizi in zoccoli che canta “Non c’è trippa per gatti” e naturalmente litiga con le altre donne del caseggiato…” (Paolo Mereghetti)

Mercoledì 8 luglio – ore 22.45
 
 

Patata bollente, la

tendenza: GGG
nazione: Italia
anno: 1979
A dispetto dell’argomento, un film molto divertente e raramente volgare, con un Pozzetto in gran forma e una serie di trovate fulminanti (quella respirazione bocca a bocca con l’imbuto). Un prodotto medio che oggi rappresenta una merce sempre più rara. (Francesco Mininni, Magazine italiano tv). Primo film nato sulla scia di “Il vizietto”. Non è un figlio degenere. E’ un film civile, onesto, efficace nel prendere di petto il tema dell’omosessualità. Da tempo Renato Pozzetto non trovava un personaggio così felice. (Laura e Morando Morandini, Telesette)

Mercoledì 15 luglio – ore 21.00
   

MARATONA VIZIETTO

Quasi non necessitano di presentazione i film che fanno parte della trilogia de Il ViziettoIlVizietto è tratto da una pièce teatrale di Jean Poiret che tenne il cartellone per anni al Palais Royal di Parigi: il film è una furba ed accattivante commedia che punta sulla bravura di Michel Serrault straordinario per sottigliezza e sensibilità e di Ugo Tognazzi dalla felpata buffoneria. Digestivo finchè si vuole ma rimane uno dei più importanti film “politici” degli anni ’70. Grande successo internazionale di pubblico: 3 candidature agli Oscar (sceneggiatura, costumi, scenografie), César francese, David di Donatello, Globo d’oro per Serrault. Liberamente rifatto a Hollywood nel 1996, Piume di struzzo. Titolo originale La Cage aux folles come l’omonimo locale di cabaret gestito da Albin e Renato

Riproponiamo i 3 film in tre serate; per i più coraggiosi, per chi vuole verificare che molto dell’umorismo attuale e dell’ironia gay trova in questi film un’inesauribile fonte e nuovi inizi… “Padrona cosa fai ? esci a suicidarti anche oggi?”

 
 

Vizietto, Il

tendenza: GGGG
nazione: Francia/Italia
anno: 1978
Film di grande successo commerciale che, nonostante affronti il tema della coppia omosessuale (assoluto tabù per quei tempi), non è mai stato molto amato dai gay. Il motivo è che i due protagonisti gay che convivono sono rappresentati con il solito repertorio di mossette e gridolini, lo stereotipo caro agli eterosessuali, anziché come personaggi veri, con una storia affettiva reale e credibile. Tutto diventa solo una scusa per arrivare a battute e gag scontate e a volte di cattivo gusto. Un’occasione mancata. A suo discarico solo la novità ed il coraggio del soggetto. I sequel (Vizietto II e Matrimonio con vizietto) sono da dimenticare. Discreta, ma con gli stessi difetti, la versione americana del 1995, comunque inferiore all’originale.

Mercoledì 22 luglio – ore 21.00
 
 

Vizietto II, Il

tendenza: GGG
nazione: Francia/Italia
anno: 1980
Non meno divertenti che nel capitolo precedente, in questo sequel Ugo Tognazzi e Michel Serrault, indossano nuovamente i panni di Renato e Albin, lo stereotipo della coppia gay anni 70. Ma questa volta sono alle prese con i servizi segreti e vivono un? indimenticabile avventura senza esclusione di colpi… e travestimenti! Nel tentativo di ingelosire il suo compagno Renato (Ugo Tognazzi), il sempre eccessivo Albin (Michel Serrault) si siede in un caffè, vestito da donna con la speranza di essere rimorchiato. Ma Albin ottiene molto più del previsto. Nella sua rete cade una spia, che, che per consegnare un preziosissimo microfilm lo usa come ignaro corriere. Per sfuggire ad agenti segreti senza scrupoli Albin e Renato si nascondono in Italia, in una fattoria dove Albin finge di essere la moglie di Renato: un uomo travestito da donna travestita da uomo! Riuscirà Albin a sopravvivere alla caccia senza quartiere che gli danno le spie o sarà costretto fingere per sempre di essere una donna? Per apprezzare in pieno questo spassoso film è ovviamente necessario calare i personaggi nell?epoca in cui è ambientato e realizzato il film: quasi 30 anni fa, non ieri! La verve dei personaggi è indiscutibile e anche se abbondano stereotipi e luoghi comuni il regista non dimentica di farci riflettere sulla tematica della discriminazione e dell?integrazione. (Franc.)

Mercoledì 29 luglio – ore 21.00
 
 

Matrimonio con vizietto

tendenza: GGG
nazione: Francia/Italia
anno: 1985
Renato (Tognazzi) e Albin (Serrault), i due conviventi del Vizietto 1 e 2, hanno qualche difficoltà economica con il loro locale “La cage aux folles”. Ma ecco che Albin riceve una ricca eredità da un zio defunto in Scozia. O, meglio, entrerà in possesso dell’enorme somma se si sposerà e avrà un erede. Mica semplice, date le… premesse. Vicissitudini assortite, poi tutto si aggiusta. “Un bel gioco dura poco”. Lo sapevano i nostri saggi avi che ci hanno pure fatto un proverbio. “Chi troppo vuole, eccetera, eccetera”. Insomma, la terza puntata del Vizietto è una povera cosa che non sta in piedi, non fa ridere e annoia soltanto. (FilmTV)


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