Parte il 31 ottobre e prosegue fino all’8 novembre la 13ma edizione del Gender Bender Festival di Bologna. Un Festival sempre in crescita, arrivato a coprire ben 9 giorni (il ToGay ne copre solo 7), e soprattutto a coinvolgere tutta una città con ben 16 luoghi diversi per oltre 70 appuntamenti: teatro, danza, incontri, laboratori, mostre e ben 25 film quasi tutti in anteprima nazionale. Da quest’anno Gender Bender è parte di Effe, il circuito di festival internazionali di qualità scelti dall’Europa.
La grande capacità organizzativa (merito in primis del direttore e ideatore Daniele Del Pozzo) insieme ad un’altissima qualità degli eventi presentati hanno convinto la Regione ad aumentare il contributo che passa dai 28 mila euro dello scorso anno ai 68 mila di questa edizione. L’ assessore alla Cultura della Regione ha dichiarato: “Questa edizione ha un’importanza ulteriore. Assistiamo a una regressione culturale in cui una minoranza rumorosa e agguerrita rischia di minare la cultura della convivenza e il rispetto delle differenze che da sempre contraddistinguono la nostra città. Questo Festival, con le sue offerte di qualità, mette al bando i pregiudizi, isolandolo da volgari diatribe“. Anche il Ministero per i Beni Culturali, ha confermato per il secondo anno il suo contributo che passa da 8 a 25 mila euro, equivalenti a quelli forniti dal Comune.
Questa edizione, che ha per motto “senza trucco” e senza inganno, fa confluire a Bologna artisti provenienti da 25 Paesi. Rilevante la presenza della danza che copre 12 spettacoli con 22 repliche. Per la prima volta abbiamo la presenza della Cina che con lo spettacolo “Disco-teca” racconta come la Repubblica Popolare fu invasa a fine anni 70 dalla disco music. Ma la parte del leone la fa anche quest’anno il cinema con 25 lungometraggi di cui ben 11 anteprime nazionali. Sono diversi i titoli che raccomandiamo di non perdere, dal bellissimo “Grandma“, che finalmente regala un ruolo di primo piano all’attrice dichiarata Lily Tomlin, all’intrigante “Muerte en Buenos Aires“, definito dall’autrice il Brokeback Mountain argentino. Oltre a “Radiant Sea“, storia di sesso e di mare che mette a confronto due differenti aspettative; “Perfect Obedience“, storia vera di un prete pedofilo che utilizza a suo piacimento la dottrina dell’obbedienza; “Portrai of A Serial Monogamist“, coinvolgente ritratto di una lesbica che preferisce abbandonare per prima onde evitare di essere poi abbandonata. “Fourth man Out” che mette a confronto coming out ed amicizia; “Beautiful Something“, anteprima europea, storia di quattro uomini di differenti età, sempre in fuga da se stessi.
Da non perdere anche gli omaggi a George Takei, attore famoso per la serie cult Star Trek (“To Be Takei”) e ad Alain Platel ed al suo spettacolo cult composto da anziani gay, transessuali e drag queen (Gardenia. Before the last Curtain Falls)
LUNGOMETRAGGI (proiezioni al Cinema Lumiere)