Dal sito ufficiale del Festival
La 29a edizione del TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival (30 aprile – 6 maggio) propone al pubblico un restyling nell’aspetto a partire dal nome, che evidenzia il forte legame con Torino e la sua grande tradizione cinematografica, mentre la scelta dell’inglese rafforza la dimensione internazionale della manifestazione.
“L’altro Festival” è il pay off di questa edizione, il motto, e rappresenta la vera natura del Festival: mettere a confronto i temi cari al grande pubblico con il panorama GLBT, coinvolgere gli spettatori e appassionarli a una visione sempre più globale, priva di pregiudizi e filtri.
Il logo ha l’obiettivo di valorizzare il più importante Festival tematico in Italia e terzo al mondo, dopo quelli di San Francisco e Los Angeles, oltre che attribuirgli un’anima più glamour in vista del trentennale che cadrà nel 2015. È costituito da due icone, una “pizza” cinematografica e un papillon, ed evoca il cinema, presentato con un tocco più elegante ed essenziale, come testimoniano i colori selezionati per il logo (castagno scuro e blu di Prussia); il papillon, tornato di moda, è un accessorio raffinato e vintage che pu essere indossato e “interpretato” da tutti. Anche l’immagine guida della 29a edizione va in questa direzione. Il soggetto ritrae alcune sagome di ragazzi e ragazze che esprimono gioia e vitalità, un salto energico; le figure stilizzate, accese da colori vivaci come il verde, l’azzurro e l’arancione, rappresentano l’individuo come parte di una collettività più ampia.
Dice il direttore e fondatore Giovanni Minerba: “L’idea è quella di stare al passo con i tempi, raggiungere e coinvolgere un pubblico sempre più diversificato: dai cinefili ai curiosi, toccando tutte le fasce di età… Nel programma, come sempre, ci sono visioni ad ampio raggio, centinaia di migliaia di fotogrammi, sequenze, che con affetto sincero andiamo a offrire allo splendido pubblico che da sempre si ritrova con noi a condividere le gioia e le ragioni del cuore. Perché crediamo che: ‘…tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società’ (P. Calamandrei).”
Dalla presentazione del programma di Alessandro Golinelli:
Se si dà uno sguardo d’insieme ai film della 29a edizione del TGLFF, salta agli occhi che più della metà hanno per protagonisti giovani o giovanissimi. È abbastanza consueto che il cinema a tematica GLBT punti l’obbiettivo sull’adolescenza, perché a quell’età si definisce l’identità sessuale, ma le pellicole di questa edizione mostrano spesso, e con coraggio, un tipo di adolescente diverso. Non solo è inesperto, confuso o candidamente ingenuo, immagine prevalente nel cinema GLBT e mainstream, ma anche malizioso, con sessualità e desideri definiti e intensi, determinato e orgoglioso. Capace di prendere in mano la propria vita e il proprio futuro. È emblematico il breve documentario Straight With You dell’olandese Daan Bol, dove un dodicenne ci racconta in prima persona la realizzazione del suo sogno: partecipare al Gay Pride con i genitori. Tra le pellicole arrivate al festival, quando si parla di genitori gay i protagonisti assoluti sono i figli, argomento al centro del focus “Famiglia 2.0”. Non è un caso che nel film di apertura e in concorso, Azul y no tan rosa di Miguel Ferrari, che affronta lo stesso tema, il motore dell’azione sia un problematico adolescente, che sembra conoscere più dei genitori ciò di cui ha bisogno. È sempre un teenager con le idee più chiare su se stesso a mettere in discussione la famiglia in 20 lies, 4 parents and a little eggs di Harno Smithsman. Per non parlare del panico sessuale scatenato nei genitori etero dal disegno del loro bambino nel corto Dik di Christopher Stollery, o quello che coglie due madri lesbiche nel corto, in concorso, The Cross Eyed di René Guerra e Juliana Vicente, sempre per un disegno. Nello struggente piccolo film, sempre in concorso, A Last Farewell di Casper Andreas, è una figlia, anche se non più giovane, a ricongiungere gli anziani padri dopo la scomparsa di uno dei due.
Forse è giusto che sia il punto di vista dei figli a prevalere e che siano i soli autorizzati a esprimere un giudizio sui genitori. Spesso lo sguardo degli adulti su loro stessi è impietoso, come nel lungometraggio tedesco Two Mothers di Anne Zohra Berrached, dove una coppia lesbica viene lacerata dalla difficoltà di avere un figlio. A lieto fine, invece, l’avventura raccontata da Marco Puccioni in Prima di tutto con la sua storia personale. Se gli adulti sono pessimi sono i bambini a vendicarsi, come il divertente undicenne protagonista di Hazel di Tamer Ruggli, che si affida a un sensuale calippo per il suo coming out e per punire la madre strega cattiva.
Se in fondo, in tutte le famiglie, spesso sono i figli a dettare le regole del gioco, diverso è per la sessualità, dove è l’adulto a farlo. Ma non sempre è così. Seguendo la tendenza degli ultimi anni a portare l’eros al centro della tematica glbt, senza ipocrisie o censure, molte pellicole lo affrontano anche quest’anno, con protagonisti insoliti e spregiudicati. Come i giovani in cerca dell’equilibrio perfetto tra corpo, età e desiderio nel poema erotico Yo soy la felicidad de este mundo dell’acclamato regista messicano Julián Hernández. O come i due tredicenni del corto in concorso, sempre messicano, Un mundo para Raul di Mauro Mueller, che imbastiscono un rapporto di dominio, ricatto e soprattutto sesso, senza nasconderselo. Esattamente com’è cosciente della situazione il giovane go go boy protagonista di Billy di Chi Up Kim, o i due liceali di Eloi & Biel di Noel Alejandro Hortas, che trovano in una romantica gita in campagna il luogo ideale per il desiderio intenso, fisico e spregiudicato della giovinezza. Una imberbe marchetta gay libererà una coppia di mezza età dai tabù in A la carte di Branden Blinn. Due pellicole, queste ultime, della piccante serata Scritti sul corpo, introdotta dal documentario Power Erotic di Lawrence Ferrara. Molte pellicole suggeriscono come sin dall’adolescenza si possa avere consapevolezza dell’identità sessuale e del desiderio più di quanto riconoscano gli adulti. Così sembra ribadire, alla fine, anche il gruppo di strepitosi e divertentissimi bambini filippini che segue le vicende di una coetanea dichiaratamente lesbica in Ang huling cha-cha ni Anita di Sigrid Andrea P. Bernardo, sezione “Lez Drama!”. O i tre adolescenti della provincia coreana che sognano una notte a Seul per sentirsi liberi di vivere appieno la propria sessualità in One Night.
Non che le problematiche adolescenziali più usuali siano scomparse: il tormentato rapporto tra due ragazze difficili confinate in campagna è il fulcro del delicato Von mädchen und pferden diretto dalla tedesca Monika Treut, e sono proprio le classiche indecisioni da liceali a essere protagoniste in Hoje eu quero voltar sozinho, lungometraggio che il brasiliano Daniel Ribeiro ha realizzato ispirandosi al suo corto quasi omonimo che aveva vinto il TGLFF 2012, primo di tanti premi. Il cubano La Partida di Antonio Hens ricorda che, nelle società dove non ci sono diritti per i gay, prevale la violenza machista di cui prime vittime sono i più giovani. È drammatica, per niente nuova, la facilità con la quale un giovane glbt può cadere vittima del bullismo, come testimonia il corto in concorso Adam di Sergev Gershon Green, dove il protagonista è messo alla berlina su internet con conseguenze atroci. Il bullismo scolastico è al centro dello struggente Night Flight del maestro coreano Leesong Hee-il, al quale il festival dedica un omaggio con i suoi quattro ultimi lavori. A proposito di angherie, c’è un punto di vista nuovo che viene sempre da un bambino, il piccolo paladino dei diritti omosessuali, anche se animali, di Hamsteren er homo di Mattias Hoyem, che escogita una maligna punizione per gli sbruffoni della sua scuola elementare.
In un momento storico nel quale i giovani sono accusati di passività, disinteresse e mancanza di valori, i film del festival ne compongono invece un ritratto sorprendente, più sincero. Sono i giovani e i giovanissimi a essere in prima linea in Russia, come racconta il dettagliato documentario Campaign of Hate di Michael Lucas, o i brevi e rari corti girati sotto il dominio dell’omofobo Vladimir Putin. Anche nel modo di affrontare l’Aids, tema sul quale il festival punta l’attenzione, spiccano i due documentari d’autore The Battle of Amfar, dei premi Oscar Epstein & Friedman, e Ignasi M., di Ventura Pons, nei quali i giovani sembrano mettersi più a nudo. Lo ricorda la pellicola in concorso Test, ambientata negli anni ’80, o due corti, Stay Positive di Robert Carnilius e Nomansland di Karsten Geisnæs. Il primo è un ritratto di un giovane spaventato dalle proprie irresponsabilità, il secondo mostra quanto possano essere più sciagurati i genitori. O ancora Now You Know di Maxim Cirlan, sulle ipocrisie e le falsità che ancora aleggiano attorno alla trasmissione del virus. Sono i giovani stessi a dipingersi più determinati: come Zhou Hao che con il suo Ye ci trascina in una Cina inusuale e notturna, animata da ragazzi ribelli ed esteti; come Delphine Lehericey, che nel suo Puppy Love racconta una storia che sfiora l’incesto o Yann Gonzalez che ci consegna un affresco barocco ed erotico del mondo in Les rencontres d’après minuit.
Molti sono gli autori sotto i trent’anni e non solo nella sezione a loro dedicata, Forever Young, come i tre registi citati. Le nuove tecnologie più economiche e sofisticate – tanto da consentire la ricercatezza fotografica del poetico Last Summer di Mark Thiedeman – permettono di avvicinarsi al cinema più facilmente e prima. E con risultati sorprendenti come il film di Ester Martin Bergsmark, Something Must Break, in concorso, e che aveva esordito a Torino solo lo scorso anno. Naturalmente il festival non è solo gioventù, è anche storia con un film come Der Kreis, che racconta la fondazione della prima rivista gay. Storia fatta di singoli, persone, come sottolineano i documentari in concorso Rebel Menopause di Adele Tulli, biografia di una storica femminista-lesbica, o Shunned di Janice Villarosa, su un gruppo di trans filippine, o ancora Naomi Campbell di Nicolás Videla e Camila José Donoso. Storia è anche Violette Leduc: la chasse à l’amour di Esther Hoffenberg. Così gli omaggi a Lou Reed, Derek Jarman, Philip Seymour Hoffman o ai 60 anni Rai. O al cinema di animazione, in un Open Eyes curato da Massimo Fenati, che vuole sfatare il mito del cartoon vincolato alla comicità o all’infanzia.
E, come sempre più negli ultimi anni, il TGLFF è anche cinema Italiano, con una panoramica sulla produzione di cortometraggi, uno su tutti è Luigi e Vincenzo di Giuseppe Bucci, e documentari come Unique di Gianni Torres, o Il fuoco di Alfredo di Andy Abrahams Wilson, che ricorda il sacrificio di Alfredo Ormando. Alla soglia dei trent’anni, il Torino Gay & Lesbian Film Festival si sente davvero nel fiore della gioventù, perché anche il suo occhio al passato guarda avanti. È un Ritorno al futuro, infatti. Al futuro di registi poco più che ventenni ma di successo come Xavier Dolan, con il suo ultimo lavoro Tom à la ferme o promettenti come Bavo Defurne, con i suoi ragazzini innamorati in Noordzee Texas e a quello dei nuotatori di Floating Skyscrapers di Tomasz Wasilewski e del fotomodello di Snails in the Rain di Yariv Mozer.
I DIECI LUNGOMETRAGGI IN CONCORSO
Miguel Ferrari | di||
tendenza: GGG | ||
tipologia: Drammatico – durata min.: 112 | ||
nazione: Venezuela / Spagna | ||
anno: 2013 | ||
Primo film a forte tematica gay prodotto in Venezuela, un Paese dove ancora non si discute dei diritti gay e la società è pervasa da una diffusa e atavica omofobia. Spesso si vedono sui muri graffiti con scritto “morte ai froci” e bande di teppisti attaccano e picchiano chiunque venga sospettato di essere gay. Nel film sentiamo dire “preferisco avere un figlio delinquente piuttosto che gay”. Inatteso … segue >>
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apertura
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2014/04/30 ore 22.00 | ||
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Monika Treut | di||
tendenza: LLL | ||
tipologia: Drammatico – durata min.: 92 | ||
nazione: Germania | ||
anno: 2014 | ||
Alex, sedici anni, è allo sbando: si droga, non va a scuola, si abbandona a pratiche di autolesionismo. La madre, esasperata, decide di mandarla a lavorare in una fattoria dove si allevano cavalli, lontana da casa, nella Germania Settentrionale, offrendole un’ultima possibilità di trovare un equilibrio. Ed è lì che incontra Nina, la sua insegnante, lesbica trentenne, in cerca di una pausa dalla routine … segue >>
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2014/05/01 ore 18.15 | ||
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Chris Mason Johnson | di||
tendenza: GGG | ||
tipologia: Drammatico – durata min.: 89 | ||
nazione: USA | ||
anno: 2013 | ||
Vincitore di due premi all’OUT Fest di Los Angeles (miglior film drammatico e sceneggiatura), “Test” è il felice ritorno alla regia, dopo cinque anni dall’ottimo esordio con “The New Twenty”, del regista Chris Mason Johnson. Johnson è stato all’inizio della sua carriera, un quotato ballerino, ha partecipato al Frankfurt Ballet e al White Oak Dance Project con Mikhail Baryshnikov. In questo suo secondo … segue >>
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2014/05/01 ore 20.30 | ||
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Antonio Hens | di||
tendenza: GGG | ||
tipologia: Drammatico – durata min.: 94 | ||
nazione: Spagna / Cuba | ||
anno: 2013 | ||
Rey e Yovsani sono due giovani uomini che cercano di arrangiarsi come meglio possono nell’Avana contemporanea. Rey, che è sposato ed ha un figlio, usa la sua bellezza fisica per fare soldi come gigolò per ricchi turisti, con l’esplicita approvazione della suocera. Yovsani è fidanzato con la figlia di un commerciante poco pulito, ma assai generoso, che aiuta in diversi lavoretti nel mercato nero. Rey … segue >>
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2014/05/02 ore 20.30 | ||
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Ester Martin Bergsmark | di||
tendenza: QQQ | ||
tipologia: Drammatico – durata min.: 81 | ||
nazione: Svezia | ||
anno: 2014 | ||
Impossibile non elogiare questo film già premiatissimo (al Festival di Rotterdam, di Göteborg ed ora in concorso al Tribeca) che ci racconta una storia che rimarrà a lungo nella nostra mente. Il regista Ester Martin Bergsmark, che ci aveva già stupiti con il bellissimo doc “She Male Snails”, viene considerato da molti lo Xavier Dolan europeo, sia per la creatività che per le tematiche che affronta … segue >>
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2014/05/02 ore 22.30 | ||
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Marcel Gisler | di||
tendenza: GGG | ||
tipologia: Drammatico – durata min.: 107 | ||
nazione: Svizzera | ||
anno: 2013 | ||
Lorenz è uno scrittore gay che vive a Berlino. Sebbene abbia appena pubblicato un romanzo scandaloso, dal sapore molto autobiografico, la sua vena artistica sembra essersi esaurita. All’improvviso arriva la notizia che sua madre Rosie ha avuto un malore imprevisto che lo costringe a tornare nel suo paesino natale in Svizzera. L’anziana donna, però, sembra mal adattarsi alle attenzioni del figlio: … segue >>
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2014/05/03 ore 18.00 | ||
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Daniel Ribeiro | di||
tendenza: GGG | ||
tipologia: Drammatico – durata min.: 95 | ||
nazione: Brasile | ||
anno: 2014 | ||
Per il primo grande amore, esitante, incerto, nervoso, fonte di tormento e gioia, la possibilità di vedere è fondamentale. Osserviamo segretamente l’oggetto del nostro desiderio, seguiamo i suoi sguardi, notiamo come ci guarda, come guarda gli altri e come gli altri lo guardono. Tutto questo per Leo (Ghilherme Lobo) è impossibile, non solo perchè non ha mai avuto una persona d’amare e aspetta ansioso … segue >>
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2014/05/03 ore 20.30 | ||
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Stacie Passon | di||
tendenza: LLL | ||
tipologia: Drammatico – durata min.: 96 | ||
nazione: USA | ||
anno: 2013 | ||
La 42enne Abby è sposata, benestante e lesbica. Lei e sua moglie hanno due bambini, sono una famiglia perfetta. Poi un giorno viene gravemente ferita alla testa da una palla da baseball mentre stava giocando coi suoi ragazzi. Improvvisamente tutta la sua bilanciata e ordinata vita – palestra, scuola, famiglia, lavoro domestico – non la soddisfa più: “Non voglio questo!” è il disperato mantra che grida … segue >>
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2014/05/04 ore 18.15 | ||
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Julián Hernández | di||
tendenza: GGG | ||
tipologia: Drammatico – durata min.: 124 | ||
nazione: Messico | ||
anno: 2013 | ||
Emiliano guarda la sua vita con gli occhi del regista, mischiando la realtà oggettiva con i processi della creazione artistica. La storia che filma si confonde con la sua vita quotidiana, con l’immediato, fino a quando il suo mondo finisce per restare intrappolato nella lente della macchina da presa. Confuso, sempre solo e di fronte ad uno schermo, ormai realtà trasfigurata ma, allo stesso tempo, … segue >>
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2014/05/04 ore 22.30 | ||
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Stefan Haupt | di||
tendenza: GGG | ||
tipologia: Docu-fiction – durata min.: 102 | ||
nazione: Svizzera | ||
anno: 2014 | ||
Il film di Stefan Haupt, attraverso la decennale storia d’amore di due uomini, scopre l’affascinante universo di una delle prime comunità di liberazione gay. “Il Cerchio” era il nome di un’organizzazione clandestina nata a Zurigo nei primi anni ’40 che aveva come principale obiettivo la sopravvivenza al regime nazista e poi la lotta per la conquista dei diritti degli omosessuali. Veniva pubblicata … segue >>
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2014/05/05 ore 20.30 | ||
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