Vincitore di due premi all’OUT Fest di Los Angeles (miglior film drammatico e sceneggiatura), “Test” è il felice ritorno alla regia, dopo cinque anni dall’ottimo esordio con “The New Twenty”, del regista Chris Mason Johnson. Johnson è stato all’inizio della sua carriera, un quotato ballerino, ha partecipato al Frankfurt Ballet e al White Oak Dance Project con Mikhail Baryshnikov. In questo suo secondo film (speriamo di non dover aspettare altri cinque anni per il terzo) unisce la sua passione per la danza alla drammatica vicenda dell’insorgere dell’aids a San Francisco nel 1985. Sono gli anni del terrore, della paura e della vergogna per una nuova e sconosciuta malattia che colpisce la comunità lgbt. Il protagonista del film è Frankie (Scott Marlowe), un ballerino di danza moderna, appena entrato in una compagnia di danza a San Francisco, dove spesso viene ferito dai colleghi con accuse di essere poco mascolino, anche nella danza, nonostante l’ambiente sia pieno di ragazzi gay. Il coreografo lo richiama dicendogli: “Non mi interessa chi ti scopi, mi interessa come danzi! Devi ballare come un fottuto uomo. Pensa a cosa significa fisicamente, nei tuoi piedi, nelle tue mani, nel tuo collo”. Ma Frankie è sicuro di se stesso e deciso a realizzarsi, sia come ballerino che come gay. Sta cercando anche, oltre al sesso, l’amore della sua vita, che sembra avere trovato in Todd (Matthew Risch), il veterano più macho della compagnia (gli opposti si attraggono). Le complicazioni arrivano con le nuove e terribili notizie sull’aids. In quegli anni pre-aids, i preservativi erano usati esclusivamente dagli etero. Frankie si chiede cosa siano quelle macchie rosse sulla schiena, sono lentiggini o lesioni? Quando si rende disponibile il primo test sull’aids, non è facile prendere la decisione di farlo, che potrebbe essere equivalente a leggere una sentenza di morte. Anche la condanna sociale non è meno pesante: i titoli cubitali dei giornali si domandono se non sia il caso di mettere tutti i gay in quarantena e sui muri si leggono scritte come “morte ai froci”. Alle prove di danza i ballerini hannno quasi paura a toccarsi, temendo che anche il sudore sia poratore del virus… Il film riesce a dire qualcosa di nuovo sul tema dell’aids, grazie ad un felice connubio tra il mondo della danza, con splendidi balletti che stanno a segnare l’amore per la vita, e lo spirito sensibile ma coraggioso di ragazzi decisi a conquistarsi il proprio futuro.
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Un bel film che trovate sul mio blog con sottotitoli in italiano ( insieme a piu di altri 200 titoli)