dal sito ufficiale del Festival
Nato nel 2008, OMOVIES è il Festival di Cinema Omosessuale e Questioning della città di Napoli promosso dall’Associazione di Promozione Sociale i Ken ONLUS, che ha come intento il superamento dei preconcetti nei confronti delle persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender).
Omovies è ideato da Carlo Cremona e Marco Taglialatela ed è promosso dall’Associazione di Promozione Sociale i Ken onlus.
OMOVIES è un progetto sociale che nasce destinato ai giovani delle fasce marginali dell’area metropolitana di Napoli e della Campania e che in questa edizione apre una finestra alla maturità, alla terza età e agli amori tra le persone dai capelli d’argento.
Il grande valore culturale e sociale dell’evento che si conclude con il #GranGalà di OMOVIES è dato anche dalle innumerevoli iniziative ed eventi collaterali che accopagnano il festival, quali dibattiti, incontri tematici sul cinema, mostre d’arte, party, ecc.
Il festival cinematografico ed il concorso per cortometraggi è un evento di promozione territoriale e che rafforza la “cultura dell’amore” come strategia e antidoto alla subcultura dell’odio e della discriminazione. Vogliamo mostrare l’amore e le sue differenze,creare aggregazione sociale ( partendo da quella giovanile) un un luogo di riflessione, condivisione e sviluppo, che diviene opportunità di contaminazione tra giovani e meno giovani, tra giovani omosessuali, transessuali ed eterosessuali, tra uomini e donne che condividono i valori Costituzionali e della Pace.
OMOVIES è lo spazio ideale dove prendere parte attivamente al contrasto delle discriminazioni attraverso un percorso di formazione ed informazione fatto di immagini, suoni, parole ed emozioni; l’Arte del Cinema intesa come elemento di coesione sociale interculturale.
Vogliamo mostrare, descrivere ed interrogarci per capire, discutere e confrontarci su come il mondo omoaffettivo è percepito dal mondo nel quale viviamo, da noi stesse e noi stessi prima e poi dalle “altre”.
Il Festival inizia con un documentario, “Queer Artivism“, che c’introduce nel fantastico mondo dei festival di cinema LGBT, festival che ormai hanno alle spalle una storia di quasi mezzo secolo. Parlano gli organizzatori, il pubblico e gli addetti ai lavori di cinque festival europei, con un bilancio più che incoraggiante per il cinema gay ed il suo futuro.
Seguono due documentari dell’attivissimo Charlie David, attore gay dichiarato che abbiamo imparato ad amare col film “A Four Letter Word“, poi diventato produttore e regista, in pratica un militante a tempo pieno per la nostra causa. In questi due doc ci fa conoscere come vivono gli spogliarellisti maschi (I’m a stripper) portati all’attenzione del grande pubblico dal film “Magic Mike“, e cosa vuol dire essere sieropositivi oggi, col film, ottimista anche nel titolo, “Positive Youth“.
La serata è dedicata alla fiction con due film di Anaïs Sartini , una giovanissima regista francese che ha sperimentato sulla sua pelle la discriminazione e l’omofobia nella Russia dei nostri giorni. Si è vista rifiutare il suo film “Entre les corps“, dopo che era stata invitata, da un festival di San Pietroburgo intimorito dalla nuova legge che vieta la propaganda gay. L’interessante film della Sartini mostra come si possa vivere felicemente da omosessuali a Parigi. In Russia oggi è proibito raccontare storie di persone LGBT, probabilmente pensano ancora che l’omosessualità sia contagiosa! La brava e coraggiosa Sartini non si è scoraggiata ma ha preso spunto da questa assurda censura costruendo un film su un gay che arrivato a San Pietroburgo si accorge di essere invisibile a tutti tranne cha agli altri gay. Bellissima metafora. Dalla Grecia arriva “The Man Who Fed His Shadow” una divertente storia tra magia e ambiguità sessuale.
Imperdibile il film “Un intellettuale a Monteverde” di Enzo De Camillis che ci racconta la vita di Pasolini nelle borgate romane, dove matura la sua coscienza politica e l’attaccamento ai valori più semplici ed umani della vita, in contrasto con l’infida politica del palazzo. Nel film l’attore gay Leo Gullotta legge la famosa lettera di Pasolini, apparsa sul Corriere, “Io so ma non ho le prove“, insieme a testimonianze di coloro che conobbero personalmente Pasolini (Pupi Avati, Ugo Gregoretti, Stefano Rodotà, ecc.)
Yulia Matsiy, regista di “Invano mi odiano” è un’immigrata russa che vive a Milano. In questo film mette in primo piano la doppia difficoltà che le persone LGBT devono affrontare nella Russia di Putin. Per il fatto di essere omosessuali in un Paese che ci odia e per il fatto di essere Cristiani in una comunità prevalentemente laica. Incontri clandestini, una rete sotterranea che deve continuamente stare in guardia e usare i più svariati sotterfugi per potersi dare appuntamento nelle poche iniziative collettive che si riescono a fare. La regsita ha rischiato di venire arrestata come è successo ad una troupe olandese che negli stessi giorni stava cercando di filmare dei giovani gay.
“Yo no me complico” di Alessandro Diaco è un’altro interessante lavoro su una doppia discriminazione, quella dei gay immigrati nel nostro Paese. Il film ci racconta diverse storie tra le quali quella di Tiago, un 16enne che viene dal Venezuela e che quando sale su un autobus è guardato da tutti con sospetto ma lui dice “Io non mi complico la vita, dico e faccio le cose come le sento, sono quello che sono”
Da Belgio arriva il delizioso film “Electric Indigo“, uno dei corti più premiato nel 2013, che ci racconta le difficoltà e le incertezze che una bimba allevata da due maschi etero regolarmente sposati (nel loro Paese è legale), deve affrontare per prendere consapevolezza di sè. Divertente e drammatico nello stesso tempo, un acuto tentativo di comprensione della famiglia in una società pluralista.
Miglior corto al Festival gay di Torino viene presentato anche in questo festival perchè in linea con la tematica di fondo scelta da questa edizione di Omovies: come il mondo gay e la coppia gay affrontano la vecchiaia, o meglio come dovrebbero. L’idea del coniglio di pezza è tenerissima, struggente come la storia d’amore a cui partecipa. Imperdibile.
“No Place Like Oz” è una spassosa commedia che piacerà ai cultori del film “Il Mago di Oz” che potranno seguire le vicende della tanto amato Dorothy arrivata ai 40 anni, alcoolista e con la testa non proprio a posto ma solo perchè vorrebbe tornare nel regno di Oz.
“I Feel Lost” è un curioso flash su due coinquilini che condividono molto di più della casa, anche se ancora non lo sanno. Classico corto con sorpresa finale.
“To remain young” ci fa conoscere in 4 minuti cosa vuol dire aver vissuto un’intera vita perdendosi il meglio.
“Chi vuoi che io sia” è un’altro film italiano che continua a vincere ai Festival (a Parma, Messina, Siracusa). E’ la storia di una coppia gay siciliana che ormai tutto il mondo conosce. Sono Massimo e Gino, insieme da 35 anni, sempre vincitori su angherie, soprusi e violenze non solo verbali, che forse solo oggi stanno godendosi qualche momento di pace. Il movimento gay italiano deve moltissimo a loro.
Conclude il festival il film vincitore del Teddy Award 2013, lo splendido ed intrigante “Lo sconosciuto del lago” di Alain Guiraudie, un film che ha riempito le pagine dei media in tutto il mondo per il coraggio e la qualità artistica di un’opera che mette a nudo (letteralmente) lo stile di vita gay in una bella spiaggia dove s’incontrano omosessuali di tutte le età e tendenze (compresa quella omicida). Capolavoro (non isolato) del cinema gay del 2013.
Nella serata conclusiva, con madrina Vladimir Luxuria e animatrice Miss Priscilla Drag Queen, spettacolo drag, proiezione di anteprime fuori concorso e del corto prodotto dallo stesso Festival Omovies, “Luigi e Vincenzo“, diretto da Giuseppe Bucci e interpretato da Francesco Paolantoni e Patrizio Rispo, vincitore del Florence Queer Festival 2013, ed usato come spot per il Pride campano 2013. Finalmente, almeno in questo film, giovani e maturi s’incontrano (non solo a letto). E’ il miracolo dei Pride.
PROGRAMMA
Tutte le proiezioni, i dibattiti, le tavole rotonde e gli eventi pomeridiani/serali avranno luogo presso il Palazzo Grenoble – Istituto Francese di Napoli in Via F. Crispi 86 (Salle de Spectacle A. Dumas).
2013/12/18 ore 18.00 |
di Masa Zia Lenardic |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Documentario – durata min.: 96 |
nazione: Slovenia |
anno: 2013 |
Un doc dedicato a tutti gli amanti del cinema queer. Il film ci presenta cinque festival internazionali di cinema gay con i loro organizzatori che ci raccontano quando e dove hanno scoperto il cinema gay, perchè ritengono importante l’esperienza dei festival, come si sono evoluti, a che tipo di pubblico si rivolgono, ecc. Viene spiegato perchè oggi i festival gay sono più simili a qualsiasi festival cinematografico, soprattutto dal punto di vista artistico e qualitativo, senza comunque abbandonare la loro carica militante. Emergono differenti valutazioni e punti di vista sul cinema queer contemporaneo, sui festival e sulla loro necessità. Interviste anche a registi, operatori, musicisti e ad altre persone che spesso rimangono nell’ombra ma senza le quali sarebbe impossibile organizzare i festival gay. Il film è sicuramente un omaggio a tutti coloro che dedicano tempo e passione alla promozione del cinema gay ma anche un utile momento di riflessione sull’importanza dei festival e del cinema gay, sull’impatto che hanno nella società, su quanto possano contribuire all’emancipazione individuale e collettiva, sulla necessità di unire arte, vita e militanza.
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2013/12/18 ore 19.30 |
di Charlie David |
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tendenza: GG |
tipologia: Documentario – durata min.: 42 |
nazione: USA |
anno: 2013 |
Stimolato dal successo del film Magic Mike, l’attore e regista gay Charlie David (A Four Letter Word) dirige questo doc dal titolo completo “I’m a Stripper: The Real Life Magic Men”. Il film, il primo di una trilogia, segue la vita reale di tre spogliarellisti che lavorano uno nella regione delle Cascate del Niagara, un’altro, di origine asiatica, a Montreal, e un’altro che lavora in uno spettacolo di Las Vegas chiamato “Thunder from Down Under”. Sono i tre luoghi americani che più di altri richiamano un pubblico affamato di sesso. I tre ragazzi ci parlano di denaro, di come riescono ad eccitare sessualmente, delle rivalità sugli stage, della loro creatività, della vita privata, delle differenze tra pubblico femminile e maschile, di una loro tipica giornata dentro e fuori dai club, delle reazioni in famiglia, coi loro fidanzati o fidanzate e dei loro amici. Alcuni psicologi ed esperti di spettacolo, tra i quali Morris Chapdelaine, Scott Bolton e Laurie Betito, ci dicono le loro opinioni sulla professione di spogliarellista maschio. Il regista Charlie David spiega così il suo lavoro: “Il film vuole essere un intrattenimento ma anche una riflessione sulla nuova sessualità. Viviamo in un’epoca post-femminista e siamo bombardati sui media da immagini di nudo maschile, sia per provocare che per dare piacere. Con questo film ho voluto essenzialmente rispondere a queste due domande: Stiamo raggiungendo la perequazione nello sfruttamento dei sessi? E quanto e come i giovani uomini si sentono condizionati nei confronti del proprio corpo, della propria mascolinità e della disintegrazione delle varie etichette intorno alla sessualità?”
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2013/12/18 ore 20.15 |
di Charlie David |
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tendenza: GG |
tipologia: Documentario – durata min.: 43 |
nazione: USA |
anno: 2012 |
Questo doc cambierà completamente il vostro modo di pensare su ciò che significa essere sieropositivi oggi. L’HIV è stato identificato negli USA nel 1981, diventando subito una delle pandemie più diffuse nel mondo. Erroneamente etichettato all’inizio come ‘peste gay’, questo virus colpisce oggi, senza differenze, 41 milioni di persone nel mondo, indipendentemente dal loro sesso, orientamento o status sociale. I giovani uomini e donne protagonisti del film ci offrono un’immagine cruda e reale della loro vita quotidiana, a partire dallo shock di ricevere una diagnosi di HIV positiva. Ci spiegano come anche un solo incontro abbia potuto cambiare la loro vita. Ci raccontano la loro verità sui farmaci che usano e sul fatto che oggi per loro la vita non è finita ma aperta ad un possibile futuro. Abbiamo una donna 18enne etero, un cittadino 25enne gay, un 23enne afro-americano e un 27enne jet-setter. Ognuno di questi giovani ci fa conoscere come sia possibile avere una prospettiva dinamica e serena della loro vita da sieropositivi. Alcuni esperti medici e psicologi ci aggiornano su come sia cambiato il contesto storico e il modo di affrontare una diagnosi di HIV positiva
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2013/12/18 ore 21.00 |
di Anaïs Sartini |
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tendenza: LLL |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 27 |
nazione: Francia |
anno: 2012 |
“Dice che viene da un paese troppo grande per lei, senza confini, c’è solo acqua intorno. Dice che le piace e si diverte a Parigi, che finalmente respira. Credo che abbia trovato il suo giusto approdo, come se fosse naufragata qui”. Hannah è un’australiana in cerca di libertà ma soprattutto in cerca di liberare il proprio corpo frequentando il maggior numero di donne possibile. Dentro di sè Hannah sa che ha bisogno di molto di più ma non è disposta ad accettare limitazioni o confini. A Parigi un amico cerca di corteggiarla senza risultati. Il corpo di Hannah è a Parigi ma la sua testa è ovunque. Il film era stato selezionato per la Saisons Parisiennes di San Pietroburgo del 2012 ma dopo la promulgazione della legge contro la propaganda omosessuale, la direttrice del Festival comunicò alla regista che non poteva mettere in programma un film che presentava in modo positivo la vita omosessuale di Parigi, avrebbe messo a rischio gli altri film, l’intero Festival e il suo avvenire professionale in Russia. Questa esperienza ha indotto poi la regista a recarsi a San Pietroburgo dove è riuscita (con molta difficoltà) a incontrare una coppia lesbica ed ha girato clandestinamente un film, “Spasibo”, che denuncia il tentativo di seppellire il mondo gay in Russia.
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2013/12/18 ore 21.30 |
di Anaïs Sartini |
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tendenza: GGG |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 14 |
nazione: Francia |
anno: 2012 |
Clément, un attore francese, si reca a San Pietroburgo per partecipare ad un festival di cinema. Arrivato si accorge che è come se fosse invisibile, sparito: nessuno può ascoltarlo o vederlo. Finalmente incontra Andrei, un gay russo che sta vivendo la stessa angosciante esperienza… Bellissima metafora sull’invisibilità dei gay in Russia. La regista era stata invitata ad un festival a San Pietroburgo col suo secondo corto “Entre les corps”, un film lesbico. Nel frattempo (17/3/2012) veniva promulgata a San Pietroburgo una legge contro la propaganda gay (poi estesa a tutto il Paese), cosa che indusse la direttrice del festival a togliere il film dal programma (perchè presentava la vita libera degli omosessuali parigini) temendo per il suo futuro professionale. Per la Sartini fu uno shock, così decise di recarsi ugualmente a San Pietroburgo dove constatò che i locali gay erano tutti chiusi. Quasi per caso incontrò una ragazza lesbica che la indirizzò ad un bar gay, senza nessuna insegna, dove potevano entrare solo quelli che conoscevano personalmente il proprietario. Questa angosciante esperienza, in una città metropolitana dove praticamente gli omosessuali sono diventati invisibili, le ha dato l’idea di questo film, una vibrante protesta contro l’omofobia russa. Il film Spasibo (grazie in russo), che porta le dedica finale “ai nostri amici russi”, ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Festival del Cinema e dei Diritti Umani di Parigi, promosso da Amnesty International.
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2013/12/18 ore 21.45 |
di Mario Garefo |
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tendenza: Q |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 18 |
nazione: Grecia |
anno: 2012 |
Un uomo, un prestigiatore, s’introduce al desco di una ricca famiglia e dice di conoscere un trucco speciale: è in grado di raccogliere il cibo dalla tavola e di far mangiare la sua ombra che, curiosamente, è quella di una figura femminile. Sembra un’illusione, ma il cibo sparisce davvero.
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, Circolo di Cultura Omosessuale "Mario Mieli" (Italia 2013 – 5′) Music Video |
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2013/12/19 ore 18.00 |
di Enzo De Camillis |
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tendenza: G |
tipologia: Documentario – durata min.: 57 |
nazione: Italia |
anno: 2013 |
Pasolini ebbe a Donna Olimpia uno dei contatti fondamentali con il mondo delle borgate romane vivendo a Monteverde (dal 1954 al 1963) prima in via Fonteiana e poi in via Giacinto Carini dove abitava l’amico e poeta Attilio Bertolucci. Monteverde rappresenta, dunque, una tappa fondamentale per l’esperienza culturale ed umana di Pasolini: è qui che ha iniziato a scrivere opere come il romanzo ‘Ragazzi di Vita’, i cui primi due capitoli sono proprio ambientati nelle case popolari di via di Donna Olimpia. Raccontiamo Pier Paolo Pasolini nei primi difficili anni del suo arrivo a Roma con la madre e, proprio, la quotidianità e la contiguità con le durissime condizioni di vita di questa borgata romana saranno l’osservatorio sociale attraverso il quale il poeta muoverà i primi passi di quella esperienza umana che descriverà nelle opere di indagine e denuncia sociale della maturità intellettuale ed artistica. E’ da queste riflessioni che nasce il romanzo ‘Ragazzi di Vita’, che suscitò violentissime polemiche negli ambienti degli intellettuali di sinistra e, in particolare, all’interno del PCI. Erano le accuse di un mondo politico miope in contrapposizione alla lungimiranza culturale di Pasolini, che avranno il loro tragico epilogo proprio nelle pagine di ‘Petrolio’ con la denuncia di un mondo economico che si stava preparando alla globalizzazione dei nostri giorni. Raccontiamo la sua ricerca continua su l’onestà culturale delle ‘borgate’ che Pasolini vedeva in contrasto con le rigidità intellettuali e i preconcetti borghesi che, invece, stigmatizzavano le contraddizioni di quel mondo popolare non ancora emancipato, narrato nelle sue espressioni cinematografiche come ‘Accattone’ e ‘Mamma Roma’ o nelle sue dichiarazioni sul potere mediatico della televisione espresse in un intervista a Enzo Biagi. Tale lungimiranza culturale si spingerà fino alla lucida denuncia delle trame oscure di quella strategia della tensione di ‘Io so… ma non ho le prove’ pubblicata nel 1974 nelle pagine del Corriere della Sera. Ed è proprio la lettura di ‘Io so… ma non ho le prove’ da parte dell’attore Leo Gullotta che è il filo conduttore della narrazione del docu-film che si articola nelle testimonianze di: Stefano Rodotà, Gianni Borgna, Otello Angeli, Maurizio Ponzi, Silvio Parrello, Umberto Mercatante, Antonio Del Guercio, Luciana Capitolo, Citto Maselli, Ugo Gregoretti, Nino Russo, Goffredo Bettini, Vincenzo Vita, Renato Parascandolo. Osvaldo Desideri, Pupi Avati.
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2013/12/19 ore 19.00 |
di Yulia Matsiy |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Documentario – durata min.: 66 |
nazione: Italia |
anno: 2013 |
Yulia Matsiy è una regista indipendente russa residente a Milano. La giovane regista ha scelto una citazione evangelica per intitolare il suo lavoro. “Invano mi odiano”: queste parole del Vangelo di Giovanni (15:25), tradotte dalla versione russa del Vangelo, ci ricordano che Gesù stesso era perseguitato perché le sue idee erano contrarie alla moralità dell’epoca.Il titolo evidenzia la contraddizione fra i postulati della fede e la prassi di odio, messa in opera dai nazionalisti russi che si dichiarano credenti, e anticipa uno dei temi centrali del film: la situazione dei cristiani gay, lesbiche e transgender della Russia e dei paesi limitrofi, che vivono una doppia emarginazione. Rifiutati dai credenti in quanto “pervertiti”, vengono stigmatizzati anche dalla maggioranza atea dei gay o delle lesbiche.La loro esistenza è sommersa, ma non sono del tutto invisibili. Infatti, da sei anni si organizza un Forum di GLBT credenti dell’Est Europa e dell’Asia Centrale, che quest’anno si è tenuto a Kiev (gaycredo.org.ua)… Entrare in questa cerchia ristretta non è facile: l’ubicazione degli incontri è resa nota solo alla vigilia dell’evento. La regista doveva stare molto attenta nel riprendere le persone, perché per molti di loro essere avvistati in un contesto del genere può generare problemi nel paese d’origine. Infatti, prima di ogni ripresa video bisognava avvertire gli astanti, in modo da permettere loro di decidere se volessero apparire nel video o meno.Questo però non ha pregiudicato la spontaneità e l’eloquenza della narrazione, che mescola le distanze, alternando gli attivisti isolati dal contesto (in particolare, Andrew Obolensky, Valery Sozaev e Yury Maximov), le panoramiche delle strade di Mosca, con la folla infinita che scorre indifferente, e le conversazioni amichevoli fra gay e lesbiche credenti. Nelle semplici stanze o nelle modeste cucine, gli amici parlano dei massimi sistemi e dei problemi quotidiani, dell’importanza della fede nelle loro vite, del peso della diversità, particolarmente forte nel caso di un ragazzo gay proveniente dal Daghestan, che dall’Islam si è convertito al protestantesimo. Fra una tazza di the e una frittella con la panna acida, condividono le storie degli amori finiti e le speranze di un futuro senza omofobia…(Marina, ilgrandecolibri.com) Segue sotto
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2013/12/19 ore 20.15 |
di Alessandro Diaco |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Documentario – durata min.: 56 |
nazione: Italia |
anno: 2010 |
Gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, queer, travestiti, pornologi, filosofi, ricercatori, militanti, migranti, personaggi dello spettacolo, sono alcuni dei protagonisti di “Yo no me complico“, girato tra il gay pride di Genova e il festival Gender Bender di Bologna, passando dalla Bergamo più conservatrice alle strade della prostituzione del capoluogo genovese. Il film è un bell’esempio di cinema che nasce dalle esigenze di studio e approfondimento di un gruppo di ricercatori universitari del Laboratorio di Sociologia Visuale dell’Università di Genova. Il film inizia con Tiago che va sullo skateboard, prende l’autobus dove si sente incollato addosso lo sguardo degli altri, e che se ne frega e dice “Yo no me complico“, cioè “Io non mi complico la vita, dico le cose come stanno“. Tiago ha 16 anni, viene dal Venezuela, è gay. Su di lui il peso di una doppia minoranza, di una doppia discriminazione. Ma lui rivendica con coraggio il suo diritto all’indifferenza, non alla tolleranza ma “a essere quello che si vuole, senza etichette. Insomma, che gli altri si dimentichino di me“. “Chissà“, dice “magari cambierò ancora orientamento sessuale. E allora, dov’è il problema? Perché complicarsi la vita?“. Il film è un mosaico di storie, dice il regista Diaco, che non vogliono insegnare o dimostrare qualcosa, ma solo “mettere sul tavolo delle questioni, e spazzare via le nubi che le avvolgono“.
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2013/12/19 ore 21.15 |
di Jean-Julien Collette |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 24 |
nazione: Belgio / Francia |
anno: 2013 |
Uno dei cortometraggi più premiati del 2013. Vediamo una giovane donna, Indigo, che ripercorre tutta la sua esistenza fino all’evento che la porterà ad emanciparsi. Nata da una madre surrogata è allevata da due ragazzi eterosessuali, Rubén, lo spagnolo e Tony, l’americano, che hanno fatto un regolare matrimonio d’amicizia (legalmente permesso). Non ha mai conosciuto sua madre e nella sua vita ha visto solo l’amore non carnale dei suoi due padri. Di conseguenza non è semplice capire chi sei, quale è la tua identità e cosa ti aspetta nella vita. Quando un bel giorno riappare la madre che rivorrebbe sua figlia… Il regista belga Jean-Julien Colette, classe 1978, è un autodidatta che ha già realizzato diversi cortometraggi che hanno partecipato a 400 festival e vinto 90 premi. Questo è il primo lavoro realizzato completamente in autonomia con uno stile molto attento all’estetica e con la camera a mano. I temi che affronta sono i suoi favoriti: la sessualità, le nuove famiglie in una società moderna e pluralistica. Attualmente sta lavorando al suo primo lungometraggio, dove estende il tema e la storia raccontata in questo corto.
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2013/12/19 ore 21.35 |
di Seth Poulin |
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tendenza: GGG |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 10 |
nazione: Canada |
anno: 2011 |
Bunny è un coniglio di pezza, che lega alla vita un uomo con il morbo di Alzheimer e il suo compagno. Oppure è il compagno stesso? O lui si sente così. Una delicata e struggente storia d’amore nella difficoltà della malattia e della vecchiaia. Un inno all’amore duraturo tra due uomini gay. Premiato al Togay 2013 dalla giuria cortometraggi con la seguente motivazione: “per aver raccontato quel che succede quando la gioventù lascia il campo alla vecchiaia e alla malattia, presentate entrambe con ruvida onestà e senza fare sconti. Bunny porta in una realtà possibile che tutti speriamo di vivere, in cui l’amore è solidale, presente e assoluto e che, per questi motivi, ci spaventa meno. È poi un segnale importantissimo di come il cinema omosessuale non abbia paura di affrontare anche il tabù della vecchiaia, mostrandosi sempre più sensibile e maturo nei confronti di tutte le sfaccettature della vita” (Togay)
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2013/12/19 ore 21.50 |
di Alberto Massarese |
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tendenza: Q |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 10 |
nazione: Usa / Italia |
anno: 2013 |
Cortometraggio ispirato al film cult “Il Mago di Oz” con protagonista l’attrice Lisa Donahey. Dorothy, dopo la sua avventura col Mago di Oz è cresciuta, è diventata una donna di mezza età, alcoolista e con alcuni gravi disturbi psicologici. Il suo psicanalista, il dottor Gulch, cerca di riportarla alla realtà, ma Dorothy sta cercando disperatamente di tornare a Oz. Chi avrà l’immaginazione più forte?
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2013/12/19 ore 22.00 |
di Juan Manuel Aragon |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 13 |
nazione: Spagna |
anno: 2013 |
Delizioso corto giustamente premiato anche per l’ottima interpretazione del protagonista maschile. I protagonisti del film, un ragazzo e una ragazza che condividono lo stesso appartamento, non parlano mai, ma in compenso parlano moltissimo i loro gesti. Javier approffittando dell’assenza della coinquilina s’intruffola nella sua stanza ed entra in adorazione di… Con suspence e sorpresa finale.
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2013/12/19 ore 22.20 |
di Paolo Ferrarini |
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tendenza: GGG |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 5 |
nazione: Italia |
anno: 2013 |
Passeggiando sulla spiaggia, un uomo di mezza età si imbatte in tre adolescenti gay che si divertono senza inibizioni. La vista di questi ragazzi giovani e liberi risveglia in lui desideri omosessuali anticamente sepolti e l’illusione di poter essere ancora parte di quel mondo, quando uno dei tre lo approccia in un bar e lo invita ad appartarsi per un momento d’intimità. (Togay)
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2013/12/20 ore 18.00 |
di Riccardo Cannella |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Documentario – durata min.: 30 |
nazione: Italia |
anno: 2013 |
Film documentario, diretto dai due giovani allievi palermitani del Centro sperimentale di Cinema, che ha vinto la sedicesima edizione del Parma Video festival 2013, il premio della critica al Festival di Messina e a quello di Floridia in provincia di Siracusa. Massimo e Gino, i protagonisti del mediometraggio, da anni si battono per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali nel capoluogo siciliano. Hanno aperto un laboratorio per la lavorazione del cuoio dentro il mercato di Ballarò. Il film è soprattutto la loro storia d’amore, una storia che dura da 35 anni. Il film è anche un’attenta riflessione sull’identità, sui generi, sulla necessità di ridefinirli, sulla libertà. Dice Massimo: “Io non voglio nessuna etichetta, io sono un essere umano. Io mi sento libero di essere ciò che voglio. Ho pagato già le conseguenze della situazione ma adesso mi sento libero”. Parlano i registi: “La storia che abbiamo voluto raccontare è quella di un essere umano che non si definisce, che non sa chi è, si definisce un essere astratto, questo crea nella realtà in cui vive un singolare cortocircuito. Nello sfondo una storia d’amore che ha generato sofferenza, decisioni importanti, emarginazione, ma nello stesso tempo ha portato, successivamente, gli stessi protagonisti, una coppia, a diventare modello per tanti altri”. Davide Vigore aggiunge: “Fare questo film non mi è costata nessuna fatica è stata prima di tutto un esperienza di vita e mi dimostra ancora una volta come è difficile trattare l’animo umano. Sono molto felice per i premi ricevuti, vincere dei festival dove sei in concorso con il vincitore del David di Donatello, con il film che ha vinto Locarno, sicuramente è molto stimolante, specialmente quando sei in preparazione del prossimo film”.
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2013/12/20 ore 18.30 |
di Alain Guiraudie |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 97 |
nazione: Francia |
anno: 2013 |
Estate in riva al lago, in una spiaggia naturista frequentata da gay. Franck, un bell’uomo vicino ai 40, vi trascorre le sue giornate dividendosi tra due uomini. Con uno, Henri, è nata una forte amicizia completamente casta, voluta così da Henri che dice di voler rinunciare al sesso. Con l’altro, Michel, è nata invece una intensa e passionale relazione, una vera storia d’amore e sesso. La storia prosegue anche dopo che Franck ha visto Michel annegare il suo precedente amante… Il regista, intervistato, ha detto che con questo film ha voluto fare un’opera completamente diversa dalle sue precedenti, che erano quasi di fantasia. Qui si è tenuto su una linea classica, quasi hollywoodiana. “Vicino ai 50 anni mi sono reso conto di essere in una perpetua crisi esistenziale ed estetica. Finora avevo fatto film che mettevano in scena una specie di gioco, che proponevano un mondo reinventato, lontano dal naturalismo… Alla fine mi sono detto che era meglio rappresentare il mondo così com’è, senza fare ricorso alla fantasia, senza rimodellarlo secondo i miei desideri. In questo film ho voluto raccontare il mondo vero, nella sua naturalezza, penetrando nello spirito e nel corpo dei personaggi, rendendoli palpabili.” Il film è in concorso al Festival di Cannes 2013 nella sezione “Un certain regard”.
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2013/12/20 ore 20.30 |
di Giuseppe Bucci |
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tendenza: GGG |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 5 |
nazione: Italia |
anno: 2013 |
Luigi e Vincenzo, un amore lungo una vita, una vita vissuta in clandestinità… per vergogna, timore, nella convinzione di non avere alcun diritto da quello di sposarsi ed essere una famiglia a quello semplice di potersi dare la mano in mezzo alla gente. Nemmeno quello di poter decidere l’uno della vita dell’altro nel caso in cui, come oggi, qualcosa potrebbe cambiare per sempre. Eppure proprio oggi, che è anche il giorno del gay pride di Napoli, Luigi e Vincenzo compiranno un gesto che avrà tanto il sapore malinconico del passato perduto quanto quello della speranza di un futuro diverso per le generazioni che verranno… Usato in versione ridotta come spot per il Napoli Campania Pride 2013 – Diritto all’amore, alla vita felice, al manifestare pubblicamente il proprio amore e diritto alla mobilità sostenibile sono tutti i temi contenuti nel cortometraggio prodotto da OMOVIES (progetto film festival dell’associazione i Ken ONLUS) ideato e diretto da Giuseppe Bucci, vincitore del festival e premiato per la migliore regia. Per una volta il messaggio si rivolge ad un pubblico maturo troppo spesso trascurato.Luigi e Vincenzo, una vita in salita su una scala “mobile” allegoria di una vita che scorre sempre uguale e mai diversa, nella routine della clandestinità.Tutto cambia quando le nuove generazioni, che negli anni hanno trovato una strada in discesa, più semplice costellata di lotte, lutti e feriti, s’incrociano nella stazione più bella del vecchio continente ( la stazione Toledo della Metropolitana 1) con un gruppo di ragazzi che vanno al Pride di Napoli e che non esitano a manifestare i propri diritti e il proprio diritto all’amore pubblico, inteso ovviamente come affetto.Da quegli sguardi una trasmissione di ottimismo al contrario, un passo verso l’altro, quasi a simboleggiare che per amarsi si deve essere sullo stesso piano e che l’amore è uguale per tutti e poi, il coraggio di manifestarlo in pubblico.Coming OUT , svelarsi, trovare il coraggio di vivere il proprio amore limpido, pulito, amorevole. (Omovies)
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Nel corso della serata verranno proiettate anteprime fuori concorso
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