Dal bellissimo sito ufficiale
Parte sabato 29 settembre la seconda edizione del Festival LESBICHE FUORISALONE di Milano, anche quest’anno col patrocinio del Comune, unico festival italiano completamento gratuito per tutte le manifestazioni, cinematografiche, culturali, musicali e teatrali che lo compongono. Si tratta di un Festival alquanto originale anche per l’utilizzo degli ambienti, tra i più caratteristici, a livello culturale, della città (Palazzo Morando, la Sormani, il Cinema Mexico, la Biblioteca del Parco, la palazzina Liberty, ecc.)
Su che cosa potrebbe contare Milano se le lesbiche contassero di più? Lesbiche Fuorisalone nasce dal desiderio di rispondere a questa domanda attraverso un parallelismo im/possibile con il Salone del Mobile (e il suo corrispettivo “off”, il Fuorisalone, appunto), eventi che fanno trascendere a Milano i suoi confini interni ed esterni.
Con i suoi appuntamenti, la manifestazione tenterà ancora una volta di attivare una connessione tra la città e la produzione culturale-artistica lesbica, creando punti di interscambio tra realtà che non hanno consuetudine nell’incontrarsi.
Da Saffo a Judith Butler, le lesbiche da sempre sono parte attiva nella produzione culturale e artistica e lesbiche si definiscono alcune delle figure più interessanti della scena filosofica internazionale contemporanea, sia in seno accademico sia in contesti underground.
Se serie tv come “The L World” hanno sdoganato a livello main stream anche in Italia il lesbian glam forse, anche in ambito italiano, i tempi sono maturi per una vetrina privilegiata dove scoprire e ammirare quanto le lesbiche stanno producendo: a partire da un sentire che non è maggioranza, a volte – anche con fatica – la bellezza incontra un punto luce e riesce a trovare una cifra espressiva universale.
Gli eventi del festival saranno preziose occasioni di incontro e di scambio e, perché no, per un mutamento di prospettiva, con l’invito a immergersi in un mondo queer, dove tutto è, appunto, strano e speciale, dove è facile pensare che là fuori ci siano mondi a cui si possa finalmente dire: “Abituatevi a noi”.
GLI APPUNTAMENTI CINEMATOGRAFICI
Questa edizione del Festival dedica due giornate al cinema lesbico, quella inaugurale, sabato 29 settembre a Palazzo Morando, con la proiezione, a partire dalle ore 20,00, di due film canadesi: “Margarita” di Dominique Cardona e Laurie Colbert e “Cloudburst” di Thom Fitzgerald, vincitore dell’ultima edizione del Festival Mix Milano di cinema gaylesbico e queer cultura.
La seconda giornata si svolge al Cinema Mexico a partire dalle ore 15.00 e presenta quattro film di notevole interesse, anteprime nazionali, e una serie di cortometraggi lesbici. I lungometraggi sono “Children of Srikandi“, un film collettivo indonesiano che vuol farci conoscere come l’omosessualità e il transgender non siano un fatto importato dall’occidente ma abbiano antiche ragioni storiche e mitologiche proprie dell’Indonesia; “The Mystery of Mazo de la Roche“, preceduto dall’incontro con Charlotte Ross dell’Università di Birmingham che ci spiega il significato dei “Matrimoni bostoniani”, come venivano chiamati, a fine ottocento e inizio novecento, le convivenze di due donne che si mantenevano senza l’aiuto di nessun uomo. Il film ci racconta la vita di una delle più grandi scrittrici canadesi, che ebbe una fama internazionale negli anni venti, e che per tutta la vita ha voluto o dovuto tenere nascosta la sua relazione sentimentale con una donna convivente con la quale adottò due bambini; “Mapa para conversar” è invece un dramma esistenziale con protagoniste tre donne (figlia, amante della figlia e madre) che intraprendono una rivelatrice gita in barca. La giornata si conclude con “A Perfect Ending” un melodramma americano che tocca temi attualissimi e toccanti, di sicuro impatto sul pubblico lesbico.
GLI ALTRI EVENTI
Nel corso della settimana, il programma prevede numerose presentazioni e incontri: Eva Cantarella interverrà alla Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani per parlare di Saffo, Liliana Rampello, alla Biblioteca del Parco Sempione, terrà un intervento incentrato su Virginia Woolf.
In calendario anche un prestigioso seminario su pratiche e teoria queer con i ricercatori Elisa Arfini e Cristian Loiacono, curatori del libro “Canone Inverso“, mentre chi ama i fumetti non perderà l’incontro con Susanna Scrivo sui manga lesbici.
Con appuntamenti rivolti a psicologi, medici, avvocati e assistenti sociali, non mancheranno, inoltre, occasioni di incontro per i professionisti impegnati nel sostenere i complessi percorsi delle famiglie omosessuali.
Last but not least, la musica e le performance!
Si inizia la sera del 6 ottobre con una performance di Eli & The Moustaches, raffinata cantautrice italo-inglese, residente a Berlino che si esibirà con la sua band in un concerto che mescola sonorità rock, intimiste e raffinatamente pop in uno dei club lesbian friendly più belli di Milano, il Rha Bar, con il suo dehor affacciato sul naviglio e la sua International lounge atmosphere.
La conclusione in musica è in una location d’eccezione come la Palazzina Liberty con uno dei nomi più apprezzati della scena indipendente internazionale: Chinawoman, carismatica compositrice, canadese di origine russa che sta conquistando le platee europee con le sue sonorità originalissime che mescolano echi 60’s, pennellate elettroniche con tastiere e organo vintage, e un’intensa grana vocale ipnotica e profonda. Si esibirà in una performance acustica di grande carattere proponendo una selezione dai suoi due ultimi album “Party Gilrl” e “Show me the face“.
IL PROGRAMMA DELLE DUE GIORNATE DI CINEMA – INGRESSO GRATUITO
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di Dominique Cardona |
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tendenza: LLL |
tipologia: Commedia – durata min.: 90 |
nazione: Canada |
anno: 2012 |
Margarita (Nicola Correia-Damude) è una ragazza che sa il fatto suo e sa come divertirsi (non si perde una festa lesbica) ma è anche piena di problemi: non può smettere di amare la sua timida ragazza Jane (Christine Horne), studentessa di diritto, anche se questa ha paura ad impegnarsi seriamente in una relazione; non può impedire al brasiliano Carlos d’amarla, nonostante che continui a ripetergli che lei è lesbica; non riesce a disfarsi dei seccanti impiegati dell’ufficio immigrazione che si stanno interessando al suo caso. Infatti Margarita è un’immigrata messicana che, all’insaputa dei suoi datori di lavoro e della sua fidanzata, vive illegalmente in Canada dove, da sei anni, lavora a tempo pieno come domestica presso un’affermata coppia, Ben e Gail (Patrick McKenna, Claire Lautier), assistendo la figlia adolescente Mali (Maya Ritter) e non solo. Sebbene Gail e Ben siano entrambi medici professionisti, non riescono ad evitare gli effetti della crisi economica in corso, oltre a qualche inavveduto investimento. Analizzando le varie spese del loro bilancio famigliare, si accorgono che il peso maggiore è determinato dallo stipendio che danno a Margarita. Bisognerebbe quindi licenziare la bambinaia, cosa più facile a dirsi che a farsi. Ormai le sono affezionati e la considerano come un membro della loro famiglia. In più le sue avvedutezze da scaltra lesbica gli hanno spesso fatto risparmiare soldi. Senza contare la sua capacità di controllare e frenare la lingua acida e l’ansietà della giovane Mali. A conti fatti risulta chiaro che Margarita non è solo un componente della famiglia, è il motore centrale che tiene insieme e fa funzionare la famiglia. Cosa può quindi accadere quando la perderanno? E cosa potrebbe fare per evitare l’espulsione? Potrebbe sposarsi ma… Secondo film, dopo “Finn’s Girl” della coppia di registe lesbiche Laurie Colbert e Dominique Cardona, già vincitore del premio del pubblico all’Inside Out Festival, il film è un vero gioiellino di equilibrio tra comicità, riflessione e dramma famigliare, con quattro protagonisti che alla fine ci risultano tutti amabili ed umanissimi, e soprattutto un’encomiabile Margarita, assai più che una semplice domestica, che onora alla grande il mondo lesbico. Una storia tutta famigliare, dove la famiglia supera i suoi tradizionali confini parentali, e dove l’omosessualità ed il mondo queer s’integrano perfettamente.
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Proiezione in partnership con Immaginaria – Festival Internazionale del Cinema delle Donne ribelli, lesbiche, eccentriche…
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di Thom Fitzgerald |
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tendenza: LLL |
tipologia: Drammatico – durata min.: 95 |
nazione: USA / Canada |
anno: 2011 |
Stella e Dot (interpretate dai due premi Oscar Olympia Dukakis e Brenda Fricker), sono un’anziana coppia di lesbiche che vivono insieme, alternando momenti alti e bassi, da 31 anni. Ora hanno superato i settanta e Stella è quasi sorda mentre Dot è quais completamente cieca. L’imbarazzata nipote di Dotty, Molly, è convinta che la soluzione migliore per la nonna sia il ricovero in una casa di cura dove provvederebbero a tutte le sue necessità. Davanti a questa evenienza, Stella e Dot, terrorizzate al solo pensiero di doversi separare, prendono una drastica decisione: lascieranno la loro città per recarsi in Canada, dove è legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso. E’ l’ultima possibilità che hanno per rimanere insieme. Sulla strada per il Canada raccolgono un giovane autostoppista, Prentice (Ryan Doucette), un ballerino che sta tornando in Nuova Scozia per visitare la mamma morente. Nonostante la sua spavalderia, Prentice è in realtà una persona confusa e ferita che ha ancora molto da imparare da Stella e Dot. Ma anche per Stella e Dot ci sono problemi in vista. Riusciranno a restare una famiglia unita?Adattamento di un’opera teatrale dello stesso regista, il film ha avuto l’anteprima il 16 settembre 2011 all’Atlantic Film Festival dove è stato accolto con un’ovazione, vincendo il premio del pubblico come miglior film e quello per la miglior sceneggiatura.Essenzialmente un road movie, che ricorda sia Thelma and Louise che Transamerica, il film è soprattutto l’incontro, espresso con grazia e humor, tra diverse generazioni che si confrontano sui temi del genere, della famiglia, dell’amore, della vita e della morte.
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Proiezione in partnership con Festival MIX Milano di Cinema Gaylesbico e Queer Culture
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CINEMA MEXICO – Via Savona, 57
a cura di Immaginaria Festival Internazionale del Cinema delle Donne ribelli, lesbiche, eccentriche…
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di Laura Coppens |
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tendenza: QQQ |
tipologia: Docu-fiction – durata min.: 73 |
nazione: Indonesia / Switzerland /Germany |
anno: 2012 |
CHILDREN OF SRIKANDI è il primo film fatto da registe queer che raccontano donne queer dell’Indonesia, il paese con la più alta percentuale al mondo di popolazione mussulmana. Il film si compone di otto episodi indipendenti, otto storie autentiche e poetiche, intervallate da scene di ombre teatrali che raccontantano la storia di Srikandi, uno dei personaggi del Mahabharata indiano. Un film che trascende i confini tra documentario, lungometraggio e cinema sperimentale. Un ragazzina vuole essere un ragazzo. Una panchina diventa una casa e la testimonianza di una vita. Una casa non viene più sentita come un focolare. Un velo diventa uno strumento di riflessione su religione e sessualità. Il versetto di un poema diventa l’esperienza di un giorno della propria vita. Un amore può essere qualcosa che sta a metà. Uno stereotipo femminile può essere completamente demolito. Un’etichetta può essere cambiata. Il tema unificante di tutte queste storie e interpretazioni varie della realtà è il cambiamento. Ogni episodio sottende la tematica della trasformazione, tutte le forme ed identità sono fluide, le prospettive modificate. Gli intermezzi ci raccontano la storia di Srikandi, un antico ed epico personaggio mitologico del Mahabharata dell’epopea indiana, spesso usato nelle tradizionali ombre delle marionette giavanesi. Srikandi non è nè un uomo nè una donna, si muove ambiguo tra entrambi i generi. Quando s’innamora di una donna, per sopravvivere deve diventare una “donna guerriero”. La sua storia ci ricorda che l’amore omosessuale e la diversità dei generi, non sono stati importati dall’occidente, ma sono componenti fondamentali della società indonesiana. Soleh (25), la burattinaia e Anik (59), la cantante, sono entrambi persone transgender ‘maschio a femmina’ che hanno lavorato per molti anni come artisti ‘wayang kulit’ a Surabaya, nell’est di Giava. Nel film, Srikandi è personificata e rappresentata da loro come un’immagine che s’inverte nello specchio, con il loro racconto che passa dalla finzione al documentario e dal passato al presente. Il film era partito come un workshop collettivo ed è diventato un film che riflette le esperienze personali delle otto registe, tutte donne queer indonesiane, guidate in quest’impresa artistica da Angelika Levi e Laura Coppens.
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Let’s go short! – Programma di corti narrativi
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di Maya Gallus |
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tendenza: LLL |
tipologia: Biografico – durata min.: 52 |
nazione: Canada |
anno: 2012 |
Mazo de la Roche è stata una delle più importanti e prolifiche scrittrici del 20mo secolo, un’icona della letteratura canadese di quegli anni. Divenne famosa a livello internazionale dopo la pubblicazione del suo romanzo “Jalna”, che vendette milioni di copie in tutto il mondo negli anni ’20. E’ stata la prima donna a vincere l’Atlantic Prize di 10 mila dollari, un premio equivalente all’odierno Booker Prize. Dopo quel premio produsse ininterrottamente una serie di libri che erano attesi da lettori devoti in tutto il mondo. Mentre i suoi libri erano conosciuti quasi da tutti, nessuno sapeva nulla della sua vita privata, avvolta in un fitto mistero. Con l’aumentare della sua popolarità, aumentava anche il suo desiderio alla riservatezza, tanto da farle costruire una fittizia figura pubblica proprio per nascondere la sua vera vita privata. Nel film è la stessa Mazo de la Roche che racconta la sua storia, commentando immagini, foto e lettere. Scene della sua vita reale vengono ricostruite con l’attrice Severn Thompson che interpreta la scrittrice, intercalati da vignette, foto d’archivio, letture e interviste con la figlia adottiva, biografi e altri famosi scrittori. Il film è diviso in capitoli secondo i diversi momenti della sua vita. Impariamo così che le sue considerazioni sul sesso erano futili, che aveva paura di essere toccata, e che avrebbe desiderato essere un maschio. Viene rivelato anche che subì una terapia di elettroshock per una strana malattia che le occorreva spesso. Visse quasi tutta la vita insieme a Caroline Clement, che ufficialmente aveva adottato come sorella, convivenza che allora era chiamata “Boston marriage”. Le due donne conducevano una vita molto riservata e non hanno mai discusso in pubblico del loro rapporto. Insieme adottarono due bambini. La sua figlia adottiva ricorda che de la Roche stuzzicava i due bimbi a fare cose pericolose e inusuali assegnando poi loro dei premi immaginari. Non hanno mai conosciuto i dettagli della loro nascita. Alle loro domande le due donne rispondevano con altre domande evadendo l’argomento che diventò un vero tabù. Moltissimi sono i segreti che ancora avvolgono le loro vite. Caroline Clement arrivò a bruciare i suoi diari per proteggere la loro vita privata fino alla fine. Il film ci mostra come questo loro atteggiamento, questa esasperata riservatezza, sia stato perseguito con successo. Esse dicevano che il pubblico già sapeva quello che doveva sapere. Il successo nelle vendite dei suoi libri arrivò a contare 11 milioni di copie vendute in ben 93 lingue differenti. Oggi quasi nessuno conosce più questi romanzi e forse questo film aiuterà a riscoprirli.
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di Fernández Constanza |
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tendenza: LLL |
tipologia: Drammatico – durata min.: 81 |
nazione: Cile |
anno: 2012 |
I protagonisti principali del film, che potremmo definire un dramma esistenziale, sono Roberta, una donna adulta madre di un figlio di sei anni, Javiera, la sua amante, una bella donna che lavora nel porno, e Ana, la madre di Roberta. Roberta aveva fatto il suo coming out con la madre quando il rapporto con Javiera era ai suoi massimi livelli. Ana, la madre, è una donna apparentemente conservatrice, con un distacco generazionale, le cui reazioni sono però più improntate a ‘quello che gli altri possono pensare’ che a specifiche convinzioni personali o morali. Roberta, incoraggiata dal suo atteggiamento, decide di approfondire i legami con queste persone che ama invitando madre e amante in una gita insieme in barca della durata di un’intera giornata. Gettata l’ancora inizia un difficile ma a volte divertente confronto tra questi tre personaggi. Con l’obiettivo di conoscere gli altri per quello che sono veramente o almeno per quello che vogliono far intendere d’essere.Il film, nelle intenzioni della regista, vuole essere un dramma caratteriale con inconsce e involontarie scene umoristiche. I personaggi parlano di se stessi e pretendono di conoscere gli altri, cercano di avere una spiegazione per tutto ma finiscono con l’imparare che voler avere tutto chiaro può rendere la vita più interessante ma non necessariamente più facile da vivere. In altre parole, la regista, che per raccontare questa storia è partita da un fatto realmente accadutole, vuole dirci che: “le persone impegnate a trovare risposte alle domande esistenziali, possono prendere decisioni in grado di cambiare il corso della loro vita, ma spesso non siaccorgono che semplici e banali fatti quitidiani possono vanificare tutti i loro sforzi.
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di Nicole Conn |
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tendenza: LLL |
tipologia: Drammatico – durata min.: 114 |
nazione: USA |
anno: 2012 |
Rebecca è una donna elegante, facoltosa, e rispettabile. Una moglie leale con tre figli già cresciuti, una vistosa residenza e un bellissimo marito. Ma non ha mai avuto un orgasmo. Determinata a risolvere questo problema, un’amica lesbica le organizza un’incontro con una strepitosa squillo d’alto bordo di nome Paris. Da quel giorno sia la vita di Rebecca che di Paris cambieranno per sempre. Rebecca si rifugia negli incontri paradisiaci con Paris mentre a casa vive una routine da soap opera per lei ormai senza nessun interesse. Paris, al di là del suo lucrativo lavoro come escort, non riesce più a nascondere le sue aspirazioni artistiche, e soprattutto i suoi problemi interiori. La vicenda, iniziata come una commedia degli errori, finisce in un inatteso e sconvolgente viaggio erotico. Ma quale sarà il finale perfetto evocato dal titolo?… Una storia sexy, delicata e passionale, che incanterà il pubblico femminile, magnificamente interpretata da Barbara Niven, icona della TV americana degli anni ’90, e dall’attrice Jessica Clark, icona delle lesbiche contemporanee anche perchè omosessuale dichiarata. La regista Nicole Conn, che ci aveva già affascinati con “Elena Undone”, riesce a rinfrescare una tematica sempre attuale.
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