AL VIA LA 27ma EDIZIONE DEL FESTIVAL GLBT DI TORINO

Parte domani, 19 aprile, l’atteso Festival Da Sodoma ad Hollywood, che per sette giorni ci offre il meglio del cinema gay prodotto in tutto il mondo nell’ultmo anno.

Dalla presentazione del 27mo Torino GLBT Film Festival del suo direttore Giovanni Minerba:

Un gesto d’Amore – Il testo dell’intervento che Pier Paolo Pasolini avrebbe dovuto tenere al Congresso del Partito radicale del novembre 1975 poté essere solo letto, perché due giorni prima Pasolini moriva ucciso. Quel suo lucido contributo si chiudeva così: “voi non dovete far altro (io credo) che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare
Ogni anno a questo Festival viene sottratto qualcosa: risorse, riconoscimenti istituzionali, rappresentanza. La nostra reazione è esattamente definita dalle stesse parole di Pier Paolo Pasolini 37 anni dopo. Reagiamo continuando a essere noi stessi, a fare il nostro mestiere, perché c’è qualcosa che non riusciranno a toglierci mai: il pubblico, la vostra stima, il vostro affetto… Noi portiamo verso il nostro pubblico un amore di anni. Un amore di minoranza, un amore che osa finalmente dire il suo nome e chiede finalmente di essere riconosciuto, tutelato, legittimato e protetto come tale, come qualunque altro amore. L’Italia è ancora sideralmente lontana dalla piena attuazione del dettato costituzionale che sancisce la pari dignità sociale di tutti i cittadini, abissalmente silenziosa di fronte alla solitudine e alla tristezza di relazioni ostracizzate, perennemente incapace di andare oltre l’avvilente arretratezza del divieto. Vogliamo darvi speranza, fiducia, asilo. Non possiamo darvi umorismo, questo Festival manca di ironia, la grande latitante di questo momento storico. Ma è pieno del nostro amore per voi, del mio per Ottavio. Buio in sala, luce sullo schermo, filo rosso per entrare ne I Film che cambiano la vita, la finzione che si mescola alla realtà nel raccontarla, riannodarla, ricostruirla, l’emozione e l’indifferenza, possono aiutare ad architettare una società più giusta, più libera, più moderna, più attenta!
(Giovanni Minerba)

Assicuriamo i nostri lettori che tutti i lungometraggi del concorso principale sono assolutamente imperdibili (vedi tabella qui sotto). Detto questo riassumiamo dal catalogo le ricche e variegate pietanze che gli encomiabili programmatori e organizzatori del Festival ci stanno per offrire.

Tra le principali novità di questa 27ma edizione del Togay possiamo elencare l’istituzione del QUEER AWARD, un premio dedicato ai giovani e assegnato dai giovani (gli studenti dello IED – Istituto Europeo di Design di Torino), che prende in considerazione otto titoli tra tutti quelli presenti nelle varie sezioni: Dicke Mädchen di Axel Ranisch (Germania), Jitters di Baldvin Zophoníasson (Islanda), Joe + Belle di Veronica Kedar (Israele), Mosquita y Mari di Aurora Guerrero (Usa), Otra pelicula de amor di Edwin Oyarce (Cile), Speechless di Simon Chung (China/Hong Kong), Sur le départ di Michaël Dacheux (Francia) e Westerland di Tim Staffel (Germania).

Il Festival aderisce alla campagna contro il bullismo omofobico organizzata da “Belong To” partecipando alla “Giornata del silenzio“, fissata per il prossimo 20 aprile, con una serata di proiezioni dedicata al Bullismo. La “Giornata del silenzio” è da diciassette anni, in aprile, un appuntamento imprescindibile nelle scuole medie e superiori degli Stati Uniti ed è dedicata alla sensibilizzazione sul tema del “bullismo omofobico”. Si incomincia con il cortometraggio Man in the Mirror (2011) diretto da Joel Schumacher, il regista di Batman Forever e di Un giorno di ordinaria follia, che tratta il tema del bullismo (e del razzismo) in una scuola di New York. A seguire, Private Romeo (2011) dell’americano Alan Brown, un lungometraggio che affronta il tema dell’omofobia all’interno di un’accademia militare e, prendendo spunto dal Romeo e Giulietta di Shakespeare, racconta l’amore tra due cadetti, osteggiato e diffamato dai loro compagni e dai superiori.

Evento speciale del Festival è la proiezione in anteprima europea del film “Matthew Bourne’s Swan Lake 3D“, regia di Ross Mc Gibbon e coreografia di Matthew Bourne, uno degli artisti del mondo della danza più vicino alla comunità LGBT, famoso per le sue rivistazioni in tema completamente maschile di balletti famosi. Matthew Bourne sarà presente a Torino in occasione dell’evento e incontrerà il pubblico e gli appassionati domenica 22 aprile alle 11 presso il Teatro Vittoria di Torino, Via Gramsci 4.

Il Festival organizza, in collaborazione con l’Università di Torino, due incontri aperti a studenti e pubblico, ai quali parteciperà il selezionatore del festival, Angelo Acerbi. Il primo si svolgerà venerdì 20 aprile alle 11.30 a Palazzo Nuovo, in Aula 2, atrio piano terra. All’incontro parteciperanno inoltre Fabio Canino e i docenti Paola Pallavicini e Franco Prono.
Il 24 aprile, invece, gli studenti incontreranno il regista brasiliano Odilon Rocha, che ha diretto il film Prime Time Soap, alle ore 11.30 presso l’auditorium multimediale Guido Quazza dell’Università di Torino, via Sant’Ottavio 20. Parteciperanno i docenti Paola Pallavicini e Chiara Simonigh.

Nel programma del festival troviamo tre focus su importanti tematiche di attualità. Il primo, L’ultimo tabù. Sport e omosessualità, è dedicato ad uno dei tabù ancora molto diffusi, quello dell’omosessualità nello sport. Le opere che vengono presentate sono il tedesco Sommersturm, con protagonisti i ragazzi di una squadra di canottaggio, e l’islandese Eleven Men Out che affonda il dito nelle pieghe e nelle piaghe di uno degli sport più omofobi, il calcio. Entrambi già passati nelle precedenti edizioni del Festival. Completamente nuovi sono invece Mi último round (Argentina/Cile), che segue la travagliata storia sportiva e d’amore di un pugile; il documentario Renée, che ricostruisce la vicenda vera della tennista Renée Richards, la prima transgender ad aver partecipato all’US Open nel 1977; Training Rules che ci racconta gli avvenimenti legati a una giocatrice di basket lesbica discriminata dal suo team. Conclude la tematica una sintesi dell’inchiesta in due puntate, curata qualche anno fa dal giornalista La7 Paolo Colombo, all’interno del suo tv-magazine “V-ictory“, che ci documenta la storia della relazione ‘pericolosa’ tra sport e omosessualità.

Un altro Focus, “Forever Young, gli amori immaginari” è dedicato a quei giovani registi che hanno trattato il tema della ricerca dell’identità sessuale nella gioventù.
Unmade Beds, di Alexis Dos Santos, regista argentino già insignito del Premio Speciale della Giuria al Torino GLBT Film Festival del 2007 (Glue), ci parla di un giovane alla ricerca di un padre, di un passato che non conosce, di un presente che sia reale, tra i letti sfatti di una warehouse, le feste e i concerti dell’East End londinese. Dello stesso regista viene presentato Random Strangers, tenerezze, segreti e confessioni proibite che compongono il diario intimo di Lulu e Rocky, una virtuale “corrispondenza” che forse nega la possibilità di un amore.
Jitters, imperdibile pellicola islandese, esordio nel lungometraggio di Baldvin Zophoníasson, racconta la storia di Gabriel e del suo smarrimento, al rientro nella fredda Reykjavík da un viaggio studio estivo a Manchester, a causa di un bacio scambiato con Markus, suo compagno di stanza in Inghilterra.
Sur Le Départ dell’esordiente Michaël Dacheux che divaga sugli amori immaginari tra due ragazzi che si separano a diciott’anni ma che continuano a vedersi una volta all’anno.
Il poetico Westerland, opera prima di Tim Staffel (tratta da un suo romanzo), presentato alla Berlinale di quest’anno, descrive il complesso rapporto di amicizia tra un gay e un etero nella desolata isola di Sylt. La ricerca di protezione e amore, quando ci si sente troppo giovani e soli, diventa dipendenza. Un film di paesaggi, anche dell’animo.
Utopies di Manfred Rott ci parla di due adolescenti conosciutisi su internet e in cerca di un luogo dove evadere e poter forse vivere un sogno.
Where the Boys Are di Bertrand Bonello s’insinua all’interno di una casa della borghesia parigina dove cinque ragazzine passano i pomeriggi nel dolce far nulla e dove non tutto è come sembra.

Il Focus “Gay in pantofole” ci presenta ben nove titoli sul tema dei gay anziani, finalmente non più velati, alle prese con i ricordi, i piaceri trascorsi ma anche le difficoltà presenti in una società tutta impostata su valori giovanilistici (il culto del corpo e della prestanza fisica). Da segnalare tra questi titoli l’interessante docu-fiction uruguayano El casamiento sulla misera ma dignitosa vita di coppia tra una transgender agé e un vecchio homeless; il commovente Side Effects Happiness sulla lunga love story tra due sieropositivi; The devotion project con due compagni che convivono da 55 anni e decidono di sposarsi; I am a woman now, racconta, attraverso i ricordi delle pioniere (ormai ottantenni) i primi cambiamenti di sesso a Casablanca negli anni Cinquanta. Home for the golden gays ci racconta di una casa di riposo per omosessuali soli a Manila nelle Filippine.

Per il secondo anno, anche in conseguenza del successo ottenuto nella scorsa edizione del Festival, viene dedicata una sezione al mondo lesbico, che ha come filo conduttore “Mai senza di te”, cioè storie di amori e passioni in cui la persona amata diventa una presenza irrinunciabile nella vita delle protagoniste. Tra questi titoli segnaliamo come imperdibili la dark comedy Joe + Belle; la commedia ‘sentimentalpunk’ Bye Bye Blondie di Virginie Despentes, presentata a Torino in anteprima italiana da Béatrice Dalle, che ne è protagonista con Emmanuelle Béart; l’iraniano Circumstance dove le protagoniste si incontrano in ‘circostanze’ sbagliate e, pur di rimanere insieme, accettano il peggiore dei compromessi; il romantico e drammatico The Night Watch (Turno di notte), di Richard Laxton, tratto dall’omonimo romanzo di Sarah Waters.

Nei prossimi giorni una cronaca dettagliata da Torino sui film e gli autori presenti.

I TITOLI DEL CONCORSO LUNGOMETRAGGI:

   August di Eldar Rapaport
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 100
nazione: USA
anno: 2011
Un emozionante viaggio nei meandri dell’amore gay. Dopo un’eccitante estate a Los Angeles, le cose si fanno ancora più interessanti quando si concretizza la bella storia d’amore tra Jonathan e Raul. Ma le cose troppo belle e tranquille non possono durare. Succede infatti che a Jonathan arriva un messaggio dal suo ex fidanzato Troy, rientrato dopo alcuni anni da Barcellona, che lo invita per un drink. Rivedendosi dopo anni scoprono che tra loro non è cambiato nulla, i ricordi dei bei tempi passati insieme sono ancora vivissimi. Raul, un immigrato argentino che si è sposato con un’amica di Jonathan per poter restere negli USA, il più maturo dei tre, apprende con qualche timore la notizia, ma non osa pensare alle possibili conseguenze. Obbligato a lavorare come barista in attesa del permesso di lavoro, si chiede quanto sarebbe disposto a fare per poter vivere negli USA con Jonathan e soprattutto quanto potrebbe tollerare per amore. Troy, forte della sua aggressiva bellezza, vuol far continuare la lunga estate d’amore con Jonathan di alcuni anni prima ma è combattuto tra una nuova vita a Los Angeles e una ben avviata carriera a Barcellona. Jonathan che aveva appena trovato conforto nell’amore di Raul è ora dibattuto tra amore desiderio e passione. Con l’animo innocente di un fanciullo scopre di non avere mai superato il trauma dell’abbandono di Troy e sente fortemenete minacciata la sua relazione con Raul… Il regista Eldar Rapaport ci racconta questo dramma sentimentale dai diversi punti di vista dei protagonisti, riuscendo a non cadere nella trappola del moralismo e mostrandoci come spesso le cose e le persone non sono mai tutte bianche o tutte nere. La storia è l’estensione del cortometraggio “Postmortem”.
Sezione:  
2012/04/20 20:30 M1

   Mosquita y Mari di Aurora Guerrero
  tendenza: LLL
tipologia: Drammatico – durata min.: 85
nazione: USA
anno: 2012
Un film sul passaggio dall’adolescenza alla maturità di due ragazze che scoprono l’amore, le sue tenerezze ma anche l’ostilità sociale verso l’omosessualità. Yolanda e Mari sono due quindicenni cresciute a Huntington Park, Los Angeles, come immigrati e hanno imparato soprattutto una cosa: il valore e la lealtà verso la famiglia. Yolanda è figlia unica di una famiglia benestante il cui unico sogno è di vederla andare all’università. Mari invece è la più anziana di tre figli di una famiglia che, dopo la recente morte del padre, fatica ad andare avanti. Mentre la madre lavora lei deve accudire alla casa e ai fratelli. Per necessità vanno ad abitare vicino alla casa di Yolanda. Mari e Yolanda si conoscono come vicine di casa ma ognuna è impegnata con la propria vita, fino a quando succede che Mari viene minacciata di espulsione dopo aver soccorso Yolanda in un incidente a scuola. Tra le due ragazze inizia un’amicizia che le porta a scoprire sentimenti inattesi e a vivere momenti di grande felicità insieme. Senza accorgersene, Yolanda sta peggiornado nel rendimento scolastico e Mari è spesso distratta nel suo nuovo lavoro. Contemporaneamente aumenta la pressione ed il controllo famigliare. Le due ragazze si troveranno presto davanti ad un bivio, dovranno scegliere se soddisfare le aspettative degli altri oppure restare fedeli ai propri sentimenti… Il film è un viaggio ricco di riflessioni sulla scoperta dell’amore, del desiderio ma anche dello stress sociale in un ambiente difficile come quello della comunità latina ancora poco disponibile alle novità.
Sezione:  
2012/04/20 22:30 M1

   Keep the Lights On di Ira Sachs
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 101
nazione: USA
anno: 2012
Intensa e complessa storia di amore, sesso e droga che coinvolge 10 anni della vita di una coppia gay. Uno, Erik Rothman (Thure Lindhardt) è un regista di documentari, gay dichiarato, l’altro, il bellissimo Paul Lucy (Zachary Booth), è un velato avvocato che lavora nel settore pubblicità. S’incontrano nel 1997 in una dinamica New York City, fanno subito sesso ma contemporaneamente nasce qualcosa di più. S’innamorano e iniziano una intensa relazione. Decidono di mettere su casa insieme, convivono, si amano follemente ma ognuno continua privatamente a combattere contro i propri diavoli, sesso e tossico dipendenza compresi. Un film che ci racconta in modo onesto e credibile le problematiche di una coppia gay contemporanea. Sesso, amicizia, intimità e soprattutto amore vengono mostrati senza inibizioni e con molta naturalezza. Il regista e scrittore Ira Sachs vive abitualmente a New York e nel 2005 ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance (Forty Shades of Blue) mentre nel 2010 il suo corto “Last Address” sulla vita di un gruppo di artisti newyorkesi morti di aids è entrato nella collezione permanente del Whitney Museum of American Art and MoMA e sarà presentato alla prossima biennale veneziana. “Keep the Lights On” avrà la sua prima mondiale al Sundace 2012 ed è stato selezionato per la prossima Berlinale.
Sezione:  
2012/04/21 20:30 M1

   Beauty di Oliver Hermanus
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 99
nazione: Sudafrica / Francia
anno: 2010
La vita di François scorre tranquilla a Bloemfontein, in Sudafrica. Padre di due bambine e marito devoto, la sua esistenza pulita e ordinata viene improvvisamente sconvolta da un incontro fortuito. Christian, 23 anni, è il figlio di un vecchio amico, perso di vista da tempo. Tutti lo vedono come l’incarnazione perfetta della bellezza e della gioventù. François si sente segretamente disarmato dal ragazzo, consumato da una passione e da un desiderio irrefrenabili. Dopo anni di repressioni e di disprezzo per se stesso, finalmente sceglie di lasciare libere le sue emozioni più recondite e di rincorrere disperatamente ciò che ha sempre desiderato: la felicità.
Sezione:  
2012/04/21 22:30 M1

   Perfect Family, The di Anne Renton
  tendenza: LL
tipologia: Commedia – durata min.: 84
nazione: USA
anno: 2011
Eileen è una donna molto pia che ha dedicato tutta la sua vita a servire fedelmente Dio e la sua Chiesa Cattolica. Con queste finalità ha cercato di costruire una famiglia perfetta, almeno agli occhi dei bravi parrocchiani, che infatti vogliono premiarla nominandola Donna Cattolica dell’Anno. Questo è per Eileen il riconoscimento più ambito e apprezzato, tutto il suo costante e assiduo lavoro come buona cristiana sta per essere pubblicamente riconosciuto e avvalorato in una intervista famigliare alla presenza del Vescovo. Tutto sembra precipitare quando viene a sapere che la sua amatissima figlia, Shannon (Emily Deschanel, “Bones”), è lesbica, gravida di 5 mesi e sta per sposare la sua fidanzata Angela. Nello stesso tempo, il figlio Frank Jr. (Jason Ritter, “Parenthood”, “The Event”), sta pensando di lasciare la moglie perchè ha finalmente trovato l’amore l’amore in un’altra donna. Ciliegina sulla torta, ora anche la sua relazione col marito Frank (Michael McGrady), ex alcoolista che ha sempre difeso i figli ma non ha mai potuto sovrastare col forte e controllato carattere di Eileen, sembra andare in crisi. Ma Eileen non si dà per vinta e (quasi comicamente) tenta di conciliare il tutto. Con molta esitazione partecipa al matrimonio della figlia. Aiuta addirittura Shannon e Angela nei lavori domestici pesanti per riguardo alla gravidanza della figlia. Col marito arriva persino a proporgli di andarsene via per un temporaneo distacco. Ma le cose precipitano ulteriormente: il figlio non vuole più avere a che fare con lei, Shannon perde il figlio in arrivo… Alla fine Eileen capirà che la cosa più importante per lei non è il premio, ma la sua famiglia e la felicità dei suoi membri… A questo punto sarà la sua famiglia a venirle incontro e a farle capire che ora il premio potrebbe proprio meritarlo… Kathleen Turner è fantastica nel difficile ruolo della madre che tenta di conciliare religione e sentimenti famigliari, passando da momenti di piena amorevolezza ad altri
Sezione:  
2012/04/22 20:45 M1

   Verde Verde di Enrique Pineda Barnet
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 74
nazione: Cuba
anno: 2011
Questo è il terzo film cubano su tematiche omosessuali, dopo ‘Fragola e cioccolato’ del 1993 e ‘Chamaco’ di Juan Carlos Cremata del 2010. L’autore Enrique Pineda Barnet (nato nel 1933 a L’Avana) è scrittore, poeta, attore e regista di altri 25 film. E’ una delle personalità cubane più rilevanti nel mondo della cultura e dell’arte. Ha vinto il Premio Nazionale di Letteratura nel 1953 e nel 2006 ha ricevuto il National Film Award, il premio cinematografico più prestigioso del suo paese. Con questo film, che l’autore definisce un thriller psicologico, ha voluto denunciare l’omofobia e il machismo ancora oggi molto diffusi a Cuba, dove si pensa in modo dogmatico, c’è una diffusa ostilità verso il cambiamento, e si è portati ad odiare tutto quello che è diverso. Dice il regista: “l’odio è il peggior cancro che può invadere l’essere umano, e il più inconcepibile è l’odio dell’amore, che può sembrare un paradosso, ma che è invece una triste realtà”. Il film, girato in soli due ambienti (un bar del porto e l’hangar dove abita il protagonista), narra la storia di Alfredo, un medico della marina mercantile, bisessuale, che incontra e fa amicizia con Carlos, un informatico con aspirazioni di pilota, che vive malamente la propria omosessualità. Alfredo invita Carlos nella sua abitazione (ricca dei souvenir dei suoi viaggi) dove inizia un gioco di seduzione che deve fare i conti con i pregiudizi e le convenzioni sociali, ma dove i due riusciranno anche a danzare insieme e alla fine a fare l’amore. Il film è un omaggio voluto al “Querelle” di Fassbinder, sia visivamente che per la tematica, a partire dal manifesto del film che mostra un pugnale che ha per manico un pene (ma presto arriverà un manifesto più morbido e digeribile disegnato da Julioeloy Mesa). Il titolo ‘Verde verde’ ha il significato di una cosa intensamente verde e quindi matura.
Sezione:  
2012/04/22 22:45 M1

   Prime Time Soap di Odilon Rocha
  tendenza: GG
tipologia: Commedia – durata min.: 105
nazione: Brasile
anno: 2011
Vivace e intelligente debutto alla regia di Odilon Rocha con una commedia divertente e ironica, premiata al Festival Internazionale di Rio de Janeiro, sullo stile delle telenovela, che contine una sottotrama gay con coming out. La vicenda vuole mostrarci come le nuove generazioni brasiliane si confrontano con le contraddizioni e gli orrori della storia recente del Brasile. Siamo nel 1978 e il Brasile si trova sotto la dittatura militare del presidente Ernesto Geisel. Una telenovela, trasmessa in prima serata, dal titolo ‘Dancin’ Days’, centrata sulla moda dilagante della musica disco e ambientata nella discoteca omonima di Rio de Janeiro, sta catturando l’interesse e la passione di tutto il paese. Amanda e Dora, anch’esse teledipendenti di questa soap, sono una coppia di prostitute d’alto rango, che incorrono in un fatale incidente (credono di aver ucciso un cliente) e sono costrette a fuggire da San Paolo a Rio de Janeiro inseguite dall’agente federale Brandão. Naturalmente, trovandosi a Rio, è d’obbligo una visita alla discoteca ‘Dancin’ Days’, che distrae Amanda dal pericolo imminente, mentre Dora si trova a doversi confrontare coi segreti del proprio passato. Secondo la logica dei sei gradi di separazione, il loro destino incrocerà quello di João Paulo, un diplomatico che si sente straniero nel proprio paese, il rivoluzionario Vicente e suo fratello Pedro, e l’adolescente Caio, un ragazzo allevato dai nonni, che deve fare i conti con la propria omosessualità, aiutato dalla sua migliore amica Monica.
Sezione:  
2012/04/23 20:30 M1

   Melting Away di Doron Eran
  tendenza: TTT
tipologia: Drammatico – durata min.: 90
nazione: Israele
anno: 2012
Per la prima volta nella storia del cinema d’Israele viene affrontata la tematica di un figlio transgender. Il regista Doron Eran e il suo partner, lo sceneggiatore Billi Ben Moshe, concepirono l’idea di questo film dopo un brutale assassinio al Centro della Gioventù LGBT a Tel Aviv e dopo aver saputo che dei genitori si rifiutavano di visitare i propri figli all’ospedale dopo che avevano subito aggressioni omofobe.
Shlomo ha scoperto casualmente nella stanza del figlio adolescente Assaf, vestiti e accessori femminili accuratamente nascosti sotto il letto dal ragazzo. Decide di dare al figlio una lezione. Quando Assaf, che era uscito dopo l’ennesimo litigio col padre, ritorna a casa, in una notte di pioggia, trova la porta chiusa e le sue cose in strada. Suo padre, col tacito consenso della madre, aveva sbrangato la porta. Al presente, dopo quattro anni, vediamo la madre Gallia che si reca da un’agenzia d’investigazione perchè trovi il figlio Assaf e lo porti al capezzale del padre morente di cancro. In un night club di Tel Aviv, vediamo Assaf che si esibisce nel perfetto ruolo di cantante transgender col nome di Anna. Dopo qualche giorno un’infermiera privata entra nella stanza di Shlomo all’ospedale dicendo di essere stata mandata dall’agenzia di assicurazione per accudire Shlomo. Quest’infermiera è Anna (il figlio Assaf) che si pone l’obiettivo di conquistare il cuore di Shlomo, con il suo fascino personale e il suo grande amore verso la vita…
Sezione:  
2012/04/23 22:30 M1

   Parada di Srdjan Dragojevic
  tendenza: GGG
tipologia: Commedia – durata min.: 115
nazione: Serbia / Germania / Ungheria / Slovenia / Croatia
anno: 2012
Facendo della trasgressione un principio comico, questa farsa turbolenta sui sex toys e su cliché e stereotipi si è rivelata un successo inaspettato in Serbia e in altri paesi della ex Jugoslavia. In “Parada” un’operazione salva-vita eseguita sul terrier pitbull di un gangster unisce due mondi molto diversi: il machismo vecchio stampo incontra l’ossessione tipicamente gay per l’interior design, l’omofobia incontra un arcobaleno di generi sessuali ed alcuni ex nemici, come serbi, musulmani bosniaci, kosovari-albanesi e veterani della guerra croata, che si trovano costretti a formare un tenue legame con un gruppo di attivisti gay. Questo gruppo eterogeneo viene inviato in una missione impossibile e suicida, probabilmente per proteggere da un eventuale assalto un nuovo tentativo di organizzare un Gay Pride, a causa della paura generata dai nazionalisti e dalle organizzazioni neonaziste: l’obiettivo è rendere l’evento un successo. Questo film di Srdjan Dragojevic getta uno sguardo sulle strategie di sopravvivenza messe in atto dai gay in Serbia e in una società che ancora oggi, anni dopo la guerra dei Balcani, è ancora frammentata e spaccata in due. Come ci si aspetterebbe da ogni commedia degna di questo nome, non importa quanto tumultuosa sia la trama, nella vita reale la tragedia è sempre in bilico sullo sfondo, a pochi passi. (Berlinale, trad. G. Borghesi)
Sezione:  
2012/04/24 20:30 M1

   Speechless di Simon Chung
  tendenza: GGG
tipologia: Thriller – durata min.: 92
nazione: Cina
anno: 2011
Un misterioso giovane uomo viene trovato nudo sulle rive di un fiume in una piccola città della Cina meridionale. Dalle sembianze sembra essere un europeo occidentale. Purtroppo non è in grado di parlare, così viene prelevato dalla polizia e poi trasferito in un ospedale locale. Il giovane rimane sempre muto e sembra perseguitato da incubi del suo passato. Nonostante abbia perso l’uso della parola, lo straniero riesce a creare uno strano ed intenso legame col medico ordinario Jiang. Quando si avvicina il momento in cui il giovane deve essere trasferito in un grande ospedale psichiatrico, Jiang, contrario a questa decisione, prende una pericolosa iniziativa, e porta il suo nuovo amico nel villaggio dove abita un suo zio. Durante il viaggio Jiang scopre fortuitamente le ragioni del silenzio dell’amico. Lo straniero si chiama Luke ed è arrivato in Cina dalla Francia per un programma di scambio di studenti. In Cina, in una piccola città, Luke ha sedotto uno studente, Han, col quale ha iniziato una intensa storia d’amore. Luke non è però abbastanza consapevole che l’omosessualità ha due significati diversi per lui e Han. L’ingenuità di Luke sarà la causa di disastrose conseguenze per entrambi…Sesso, ritorsioni e tradimenti coinvolgono tutti i protagonisti e porteranno ad uno sconvolgente ma chiarificatore finale. Il film, del genere thriller, è costruito abilmente partendo da una situazione di mistero e calma apparente, avviandosi poi pian piano verso momenti sempre più drammatici e coinvolgenti. La storia ci permette di conoscere interessanti realtà della vita gay nella Cina contemporanea. Questo è il terzo lungometraggio del regista gay Simon Chung specializzatosi nella regia cinematografica alla York University di Toronto prima di tornare a Hong Kong dove ha iniziato a lavorare nell’industria del cinema e della televisione. Nel 1996 ha vinto il premio IFVA per il corto “Life is Elsewhere”. Nel 2005 debutta alla regia con “Innocent” seguito da “End of Love” nel 200
Sezione:  
2012/04/24 22:45 M1


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