"LA BOCCA DEL LUPO" VINCE IL TEDDY ALLA BERLINALE

Assegnati i 24mi Teddy Award della Berlinale 2010. L’Italia porta a casa il premio del miglior documentario con il film “La bocca del lupo” di Pietro Marcello, da ieri nelle nostre sale (7 in totale). Per il miglior film Lisa Cholodenko porta via d’un soffio il premio a Ferzan Ozpetek. Per il premio …

Gli otto membri della giuria internazionale, tutti organizzatori di festival cinematografici, visti tutti i film a tematica della Berlinale (sugli oltre 400 titoli complessivi, sono stati circa 50 i titoli con riferimenti lgbt), hanno nominato tre titoli per ognuna delle tre categorie premiate, lungometraggio, documentario e corto. I vincitori incassano un assegno di 3000 euro.

I membri della giuria erano:

Laura Coppens – Asian Hot Shots Festival Berlin (Berlin/Germany)
Michael Gamilla – ImageOut Rochester LGBT Film & Video Festival (Rochester/USA)
Pau G. Guillen – Zinegoak (Bilbao/Spain)
Michelle Mangan – Outsiders LGBT Film Festival Liverpool (Liverpool/Great Britain)
Sridhar Rangayan – Kashish – Mumbai International Queer Film Festival (Mumbai/India)
Doris Senn – Pink Apple LGBT Film Festival Zürich (Zürich/Switzerland)
Gulya Sultanova – Side by Side (Bok-o-bok) G&L Film Festival St. Petersburg (St. Petersburg/Russia)
Bård Ydén – Oslo G&L Film Festival (Oslo/Norway)

PREMIO AL MIGLIOR FILM

I tre nominati erano:

Howl – Rob Epstein e Jeffrey Friedman
The Kids Are All Right – Lisa Cholodenko
Mine vaganti (Loose Cannons) – Ferzan Ozpetek

Il premio TEDDY per il miglior film, con i 3000 euro donati da Cine Plus, è andato a:

The Kids Are All Right di Lisa Cholodenko

Motivazione della giuria: "per essere una bella opera artistica e divertente su un tema d’attualità come le famiglie lesbiche, la complessità della sessualità, i legami famigliari ed affettivi"

PREMIO AL MIGLIOR DOCUMENTARIO (BEST DOCUMENTARY/ESSAY FILM)

I tre nominati erano:

 

I Shot My Love di Tomer Heymann
La bocca del lupo (The Mouth of the Wolf) di Pietro Marcello
Postcard to Daddy di Michael Stock

Il premio TEDDY per il miglior documentario, con i 3000 euro donati da Elledorado E.V., è andato a:

La bocca del lupo (The Mouth of the Wolf) di Pietro Marcello

Motivazione della giuria: "per la costruzione poetica di uno spazio geografico e personale e per avere superato i confini convenzionali del documentario. Una bellissima riflessione sull’amore che vince il passare del tempo"

PREMIO AL MIGLIOR CORTO

I tre nominati erano:

Covered di John Greyson
The Feast Of Stephen di James Franco
Franswa Sharl di Hannah Hilliard

Il premio TEDDY per il miglior corto, con i 3000 euro donati dalla Teddy Foundation, è andato a:

The Feast Of Stephen di James Franco

Motivazione della giuria: "Il coraggioso adattamento cinematografica di un poema che esplora uno dei lati più oscuri della passione e delle fantasie sessuali dell’adolescenza"

IL PREMIO DELLA GIURIA è stato assegnato a:

Open di Jake Yuzna

Motivazione: "Per dare un riconoscimento a una coraggiosa opera prima che esplora un ampio spettro dell’amore e delle relazioni transgender"

PREMIO SPECIALE DELLA FONDAZIONE TEDDY assegnato a:

WERNER SCHROETER

Motivazione: "Per essere stato un radicale sperimentatore e un grande anticonformista che dalla metà degli anni ’60 ha ricoperto un ruolo unico nel panorama del cinema internazionale. Insieme a Fassbinder, Herzog e Wenders, è stato uno dei più importanti autori del Nuovo Cinema Tedesco e uno dei grandi nomi della cultura gay dagli anni della nascita del movimento lgbt tedesco dopo la seconda guerra. I film di Werner sono nello stesso tempo una rivoluzione estetica e una toccante ispirazione che va oltre il significato delle parole"

PREMIO COLLATERALE

PREMIO DEI LETTORI DI SIEGESSAEULE

Assegnato a:

Postcard to Daddy di Michael Stock

Motivazione della giuria: "Di tutti i film visti dalla giuria questo è stato il più emozionante, per il modo in cui è stato affrontato il tema dell’abuso sessuale subito dal regista e delle conseguenze nella sua vita e nella sua famiglia. Attraverso una generosa franchezza che non diventa mai esibizionismo, il regista ci offre una visione intima della sua sofferenza durante e dopo gli abusi. Integrando la sua storia come vittima a quella della sua intera famiglia compreso l’esecutore, ci mostra chiaramente che gli abusi sessuali sono un tema universale. Michael non minimizza l’accaduto, non usa metafore per spiegare l’indicibile, parla chiaramente. La giuria ritiene che questo film triste sia anche un film pieno di speranza che finalmente rompe il silenzio e i tabù mostrando una via per trasformare la vittimizzazione in una nuova vita".


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