La Bocca del Lupo

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La Bocca del Lupo

A metà tra documentario e poema visivo, la storia d’amore tra Enzo, immigrato da giovane a Genova, e il travestito Mary, che Enzo conosce in carcere. Il rapporto tra due outsider vive sullo sfondo di una città-fantasma di reietti, il cui passato emerge attraverso rari filmati d’archivio. Il titolo allude a un celebre romanzo ottocentesco di Remigio Zena, ambientato nei vicoli genovesi.
Un uomo torna a casa, dopo una lunga assenza. Scende al volo da un treno in una livida città portuale. L’attraversa cercando i luoghi di un tempo, ormai in dismissione, che affiorano alla memoria nel loro antico splendore. Nella piccola dimora nel ghetto della città vecchia, l’aspetta da anni una cena fredda e la compagna di una vita. Mary in strada ed Enzo in carcere si sono aspettati e voluti sin dal tempo del loro incontro dietro le sbarre, quando ancora si mandavano messaggi muti, registrati su cassette nascoste.
Una casetta in campagna sopra la città e il suo mare, questo è il loro sogno, lontano dal tempo presente, sospeso in un altro tempo di semplice felicità. Ora e ancora, condividono il loro destino furtivo con i compagni degli abissi nel dedalo di Croce Bianca, Madre di Dio, Sottoripa… nomi antichi di un posto non ancora moderno dove il Novecento s’è incagliato come una nave senza ancora.

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Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 5/3/2010 al 7/3/2010 20 21.893 1.368
dal 26/2/2010 al 28/2 /2010 20 28.185 1.657

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5 commenti

  1. daniele

    Ciao Mar, ti ringrazio ma alla fine sono riuscito a trovarlo e poi ho letto il tuo messaggio solo ora che sono tornato su questa scheda per un commento… Grazie lo stesso 😉
    Il film è veramente bello, estremamente lirico e con una fotografia sublime, veramente da incanto. Dietro ogni fotogramma, c’è una poesia. Ci ho visto anche tanto la Genova degli emarginati, cantata spesso da De André. Decisamente consigliato!!!

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Enzo torna a Genova dopo una lunga assenza. Attraversa la città alla ricerca dei luoghi del suo passato, ormai inesorabilmente intaccati dallo scorrere del tempo. Ad aspettarlo nella piccola casa nel ghetto della città vecchia trova Mary, la compagna di una vita, rimasta ad attendere il ritorno di Enzo dal carcere nel quale era detenuto.

«Prima del film non conoscevo bene Genova, gli unici ricordi erano i racconti di mio padre che come marittimo meridionale da lì si imbarcava, e per tutta la sua giovinezza Genova ha rappresentato la città ideale. Mi raccontava sempre di quanto era bella, delle tripperie e del suo cielo. Io ho conosciuto un’altra Genova, l’area dell’angiporto, dove – come nella maggioranza delle città del Nord – sempre di più si estingue il tessuto sociale, dove la memoria è impressa nelle pietre di Sottoripa. Ho provato a raccontare il presente attorno a me, mentre la nostalgia del Novecento è rappresentata attraverso i repertori, filmini amatoriali e non, realizzati da genovesi di lunga generazione». (TFF)

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ADDIO MARY MONACO
L’amore e Genova. È morta la protagonista di «La bocca del lupo»
Chi ha visto «La bocca del lupo» non potrà dimenticare Mary. L’attimo più intenso del film di Pietro Marcello è quando la macchina da presa arriva all’improvviso su di lei seduta nella stanzetta buia dei vicoli di Genova accanto a Enzo, l’amore di tutta una vita. Ecco, lì la scopriamo infine Mary la cui voce aveva tracciato il filo del racconto fino a allora, intrecciandosi alle leggende e ai ricordi di Enzo, alla sua vita «spericolata» di rapine e di bar. Mary Monaco se ne è andata qualche giorno fa. Aveva quasi sessant’anni, li avrebbe compiuti in settembre. Romana aveva scelto di vivere nei vicoli genovesi aspettando che Enzo uscisse dal carcere dove si erano incontrati e innamorati, quei vicoli delle magnifiche fotografie di Lisetta Carmi che col suo obiettivo ritraeava in complicità travestiti e prostitute. Mary era lì, sulla soglia, come le altre, labbra rossa e tacchi altissimi nei giorni dell’attesa, della «vita» come si diceva un tempo e come ci dice nel film con la sua voce dolcemente roca. Figura di un tempo, e di una realtà che nell’Italia di oggi sembra lontanissima, scomparsa, inghiottita come quel pezzo di città, di Genova, che si vuole «ripulire». (Il Manifesto 4/8/2010)

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