GENDER BENDER 2009

Pubblicato il programma della 7^ edizione del Festival Internazionale Gender Bender di Bologna, che quest’anno porta in primo piano il tema dell’emancipazione della donna. Oltre a teatro, danza, musica e dibattiti anche tanto cinema.

Vedi tutto il programma sul sito ufficiale del Festival Gender Bender

Il logo della 7^ edizione di Gender Bender, col titolo “Colpo di grazia”, raffigura il calcio ponderoso di una donna in kimono che vuole abbattere “la sagoma di una donna schiacciata su due dimensioni: da un lato un corpo rappresentato come merce di seduzione e di scambio, dall’altro una vittima senza parola“. Questo il tema conduttore del Festival multidisciplinare Gender Bender, dedicato agli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale, che si svolge a Bologna dal 3 al 7 novembre 2009. Il Festival è come sempre promosso dal Cassero, gay e lesbian center di Bologna.

Il Festival si articola in 7 sezioni, dedicate a teatro, danza, arti visive, cinema musica e dibattito.

Quest’anno per la prima volta anche una sezione dedicata al concorso tra cortometraggi a tematica lgbt dal titolo “1 Minute Performance Competition” che verrà presentato in una serata evento (5 novembre h.23) in cui saranno chiamati a sfidarsi, su di un ring da pugilato, i migliori lavori selezionati. Ogni corto sarà introdotto da un presentatore e annunciato da ragazze ring. Una giuria assegnerà un premio di 550 euro al vincitore.

Per il terzo anno consecutivo partecipa anche “Soggettiva”, percorsi di cultura lesbica a cura di Arcilesbica di Bologna, che apre la sua rassegna con uno spettacolo, “Miss Les.bò”, che porta in scena “Il proprio essere divergenti rispetto alle norme consolidate, che beviamo ogni giorno, che entrano nei nostri sensi attraverso le vie molteplici e silenziose dell’abitudine”. Seguiranno 12 opere filmiche a tematica lesbica (vedi più sotto il programma dei film).

Nelle sezioni di arte performativa vengono presentati sei spettacoli da Canada, Olanda, Francia, Zimbabwe e Italia, con due prime nazionali che sono “Les cuisses à l’ècart du coeur” della coreografa Virginie Brunelle che affronta l’argomento sesso raffigurandolo come una lotta rituale, e “Co(te)lette” di Ann Van den Broek sul tema dell’insaziabilità del desiderio, con tre danzatrici che simulano “orgasmi” che non possono mai concludersi.

Nella sezione “Conversazioni” ascolteremo la filosofa Michela Marzano (inserita da “Le Nouvelle Observateur” tra i 50 intellettuali più influenti di oggi), Vladimir Luxuria che presenta il suo libro “Le favole non dette”, e la drammaturga Eleonora Danco che presenta il suo libro “Ero purissima”.

La sezione “Arti visive”, curata da Fabiola Naldi e Walter Rovere, è inaugurata da una retrospettiva dedicata a Sadie Benning che ci racconta attraverso i suoi video, “la scoperta della propria sessualità, il conflitto tra i propri sogni e la violenza del mondo esterno, il rapporto tra desiderio e tabù”. A seguire due splendidi documentari su Keith Haring e Robert Mapplethorpe (vedi più sotto il programma dei film).

Nella sezione “Cinema” vengono presentate quattro imperdibili anteprime nazionali, tra le quali l’attesissimo “Pedro” di Nick Oceano che racconta la storia (vera) del primo attivista gay sieropositivo a portare in tv, in prima serata, il dramma dell’Aids; “An English Man in New York” di Richard Laxton sugli ultimi vent’anni del famoso scrittore e attore gay britannico Quentin Crisp; “He’s my girl” di Jean-Jacques Zilbermann che prosegue a raccontarci le vicende del clarinettista gay ebreo già protagonista del precedente Man is a woman; “SqueezeBox!” di Steve Saporito e Zach Shaffer, un documentario che ci racconta la storia della serata che dal 1994 al 2001 infiammò i giovedì del night club Don Hill, a New York, una sorta di party pansessuale dove tutto era possibile e dove furono lanciate band come Antony and the Johnsons e protagonisti dell’off-Broadway come Hedwig and the Angry Inch.
Da non perdere anche la serata “Toupet de Luxe” dedicata alle apparizioni en travesti dei grandi comici italiani sul piccolo schermo, un’antologia mozzafiato tratta dall’inesauribile repertorio di Mamma Rai, curata da Enrico Salvatori, in collaborazione con la LUO (Libera Università Omosessuale), ingresso libero con prenotazione obbligatoria al numero: 0510952820.

Le proiezioni cinematografiche hanno luogo al CINEMA LUMIÈRE, Via Azzogardino 65, ingresso 7 euro (ridotto 4 euro con tessera GB Card, che è gratuita e si ritira al Cassero, gay & lesbian center, via Don Minzoni 18 Bologna). Per gli altri prezzi consultare il sito del Festival.

Di seguito il programma degli spettacoli cinematografici del Festival (per gli altri eventi consultare il sito ufficiale del Festival Gender Bender)

2009/11/03 20:30 Cinema Cinema Lumiere

  ANTEPRIMA NAZIONALE
 

Lucha di Maria Breaux

tendenza: LLL
nazione: USA
anno: 2009
Siamo a El Salvador durante la guerra civile nel 1982. Mentre il presidente Regan manda fondi e armi ai militari salvadoregni che rapiscono bambini,, torturano e uccidono il popolo, Lucha e Isabella decidono il loro destino. La non-violenza è più forte della resistenza armata? L’amore per il proprio paese può vincere un amore romantico?
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/03 20:45 Cinema Lumiere
 
 

I Can’t Think Straight di Shamim Sarif

tendenza: LLL
nazione: U.K.
anno: 2007
Appartenenti alle classi più alte della società mediorientale, Reema e Omar si preparano al matrimonio della figlia Tala. Ma ritornata a Londra per motivi di lavoro, Tala incontra Leyla, una giovane donna di origine indiana che esce con Ali, il miglior amico di Tala. Tala vede qualcosa di unico nella semplice, impacciata, sensibile Leyla che segretamente si sta impegnando per diventare una scrittrice. Comincia così un cammino di sfida per la solare e schietta Tala che la porterà a scoprire inattesi sentimenti verso Leyla. Quando le due donne si ritrovano prese una dell’altra, il senso del dovere e la cultura tradizionalista di Tala la spingono ad allontanarsi da Leyla e prendere il primo volo per la Giordania, dove i preparativi per il suo sontuoso matrimonio procedono speditamente. Quando i vari parenti cominciano ad arrivare e il giorno delle nozze si avvicina, la pressione interiore sale e Tala sente il bisogno di liberarsi da quest’angoscia. A Londra Leyla ha il cuore a pezzi ma sta cercando di superare la sua esitazione, di liberarsi dalle costrizioni materne e di abbandonare il suo fidanzato Ali, iniziando così ad essere onesta e sincera coi suoi genitori per quanto riguarda la sua sessualità. Sarà con l’aiuto di Ali e dell’esuberante sorella Zara che Leyla e Tala ritorneranno insieme, dopo che quest’ultima sarà riuscita ad abbandonare i vecchi pregiudizi sull’amore. (Shamim Sarif)
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/03 22:30 Cinema Lumiere
  ANTEPRIMA NAZIONALE
 

Folle histoire d’amour de Simon Eskenazy, La di Jean-Jacques Zilbermann

tendenza: QQQ
nazione: Francia
anno: 2009
Passabile commediola mainstream, “He?s my girl” di Jean-Jacques Zilbermann, innocuo séguito di “Man is a woman”: dieci anni dopo ritroviamo il clarinettista gay ebreo Simon Eskenazy (il composto Antoine de Caunes) costretto a ospitare a casa sua, nel quartiere parigino a maggioranza africana di Château Rouge, la petulante mamma malata. Simon si innamora di un arabo trans, Naïm (il misurato Mehdi Dehbi, scelto fra 300 candidati “per la grazia e l?emozione che trasmette”), impiegato come cameriera in un locale di cabaret. Per insediarsi a casa del clarinettista, Naïm si spaccia per infermiera diventando confidente della madre ma nella vita di Simon spunta il figlioletto di dieci anni avuto dall?ex moglie attrice, Rosalie (l?angelica Elsa Zylberstein) in procinto di risposarsi. Confezione professionale, recitazione inappuntabile ma forse troppa carne al fuoco – l?omogenitorialità, l?identità trans, i riti ebraici, un tocco etnico alla “Popoli & Paesaggi” – per approfondire adeguatamente i diversi temi affrontati. (Roberto Schinardi, Gay.it)
Sez. CINEMA

2009/11/04 18:30 Cinema Lumiere
  ANTEPRIMA NAZIONALE
 

Pedro di Nick Oceano

tendenza: GGG
nazione: USA
anno: 2008
Sceneggiato da Dustin Lance Black (lo stesso di Milk) e prodotto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland (?Quinceanera?), il film racconta la storia di Pedro Zamora, un cubano-americano sieropositivo che nel 1994 partecipò come gay dichiarato al programma “The Real World: San Francisco” di MTV, portando in primo piano il problema dell’Aids. Il Presidente Bill Clinton accreditò a Zamora il merito di avere umanizzato nell’opinione pubblica americana questa temuta malattia. Pedro scoprì di essere sieropositivo all’età di 17 anni e da quel momento, con coraggio e determinazione, ha dedicato tutta la sua vita ad informare sulla sua condizione con lo scopo di rendere tutta la comunità gay consapevole dei rischi a cui andava incontro, invitando a fare il test Hiv prima ancora che il governo americano si impegnasse in programmi educazionali. La sua partecipazione a The Real World portò la sua storia davanti a milioni di giovani e quando la salute di Pedro peggiorò, verso la fine del 1994 (dopo che aveva lasciato lo show), tutte le prime pagine della stampa nazionale continuarono a seguire la sua vicenda fino alla sua morte, avvenuta quando aveva solo 22 anni, un fatto che provocò manifestazioni di dolore in gran parte del mondo.
Sez. CINEMA

2009/11/04 20:45 Cinema Lumiere
 
 

City of Borders di Yun Jong Suh

tendenza: QQQ
nazione: USA
anno: 2009
?Tutti vengono dal ghetto e si incontrano a Shushan.? dichiara Sa?ar Netanal, gestore di un bar. Il suo commento non è soltanto una frase buttata lì, è un’affermazione. Il suo bar a Gerusalemme è un punto di ritrovo per persone di qualsiasi orientamento sessuale, indipendentemente dalla loro etnia e dalla loro religione. Per arrivare a questo bar, Boody, un palestinese e musulmano devoto, deve superare in qualche modo il filo spinato che separa West Bank da Gerusalemme. Così facendo rischia l’arresto ? se non la morte. Il petto e le braccia del diciannovenne ballerino Adam Russo portano le cicatrici di quando venne assalito durante il Gay Pride del 2005 da un gruppo di ebrei ortodossi. Quando Samira, una palestinese ed ebrea di 31 anni, bacia la sua ragazza Ravit, sta contemporaneamente rompendo il tabù dell’amore fra persone dello stesso sesso e quello dell’amore fra un ebreo e un arabo. Fuori dal bar, ebrei, musulmani e cristiani fondamentalisti cercano di superare le loro diversità per formare un gruppo solidale. Fanno questo sforzo per impedire agli attivisti omosessuali di vivere una vita senza discriminazioni. CITY OF BORDERS segue le vite delle persone che si incrociano nel bar di Sa?ar Netanal. Tuttavia, provato dai continui scontri con l’amministrazione estremamente conservatrice di Gerusalemme, Sa?ar Netanal si vede obbligato a chiudere il suo locale. Boody si ritrova dunque a Warren, Ohio, come la prima drag-queen palestinese della storia; Adam si chiude nella sua vita privata, e Ravit mette alla prova la sua relazione con Samira nel momento in cui decide di volere un bambino ? una cosa che Samira non ha mai voluto. (Berlinale 2009, tr. G.B.)
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/04 22:30 Cinema Lumiere
 
 

Horse Is Not A Metaphor, A di Barbara Hammer

tendenza: LLL
nazione: USA
anno: 2009
La regista barbara Hammer combatte il cancro alle ovaie con visioni di cavalcate e nuotate nel fiume in questo suo film sperimentale. Come una “cancro vincente” piuttosto che che come “sopravvissuta”, Barbara Hammer cavalca sulle rosse colline del ranch di Georgia O?Keefe nel New Mexico, sulle basse e verdi colline di Big Horn nel Wyoming, e sui frondosi sentieri di Woodstock, New York, accompagnando la malattia verso la guarigione. L’ammaliante e fantastica musica di Meredith Monk sottolinea e celebra in questo film sperimentale la possibilità di essere sollevati e di buon umore anche quando invece potremmo essere scoraggiati. Il film ha vinto il Teddy Award 2009 come miglior cortometraggio con la seguente motivazione: “Un intimo racconto del viaggio di Barbara Hammer nella lotta per sopravvivere al cancro ovarico mentre il film prosegue la sua personale indagine su corpo e sessualità così come sulle mutanti possibilità di speranza e guarigione con tutti noi.”
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/05 18:30 Cinema Lumiere
 
 

Fig Trees di John Greyson

tendenza: GGG
nazione: Canada
anno: 2009
Potremmo definire questo film un documentario melodrammatico sulla lotta di due attivisti sul fronte dell’Aids ? il canadese Tim McCaskell e il sudafricano Zackie Achmat. Entrambi hanno combattuto con le unghie e con i denti per la fornitura di anti-retrovirali per il trattamento dell’Aids. Nel film di John Greyson vengono abilmente supportati da Gertrude Stein, uno scoiattolo albino canterino, e St. Teresa d’Ávila. FIG TREES è basato su fatti reali. Tim McCaskell ha passato più di vent’anni a combattere l’Aids e ad informare i gay. A Johannesburg nel 1999 Zackie Achmat, che è lui stesso sieropositivo, ha cominciato a rifiutarsi di sottoporsi alla sua terapia: ha dichiarato che avrebbe portato avanti il suo trattamento soltanto nel momento in cui fosse stato possibile per tutti i sudafricani che soffrono di Aids avere le stesse cure. Il suo atto simbolico ha agitato le acque a livello internazionale. Il suo privato Treatment Action Campaign (Campagna Operativa per il Trattamento) ci ha messo poco a diventare movimento nazionale ? intanto il suo stato di salute continuava a peggiorare ? John Greyson ha curato una ri-edizione come documentario delle interviste, dei discorsi fatti da ambedue gli uomini, delle trascrizioni delle conferenze stampa e delle manifestazioni presenti negli archivi, e, con l’aggiunta della musica, ha trasformato il suo film in un palcoscenico per un melodramma. Il lavoro combina lo sforzo di due attivisti sul fronte dell’Aids contro le autorità e l’industria farmaceutica con una narrativa surrealistica, al centro della quale vi è Gertrude Stein che vuole scrivere un’opera tragica su Achmat e McCaskell e le loro gesta eroiche. Alla fine porta i due uomini alle Cascate del Niagara, dove li obbliga a cantare a squarciagola complicate arie avanguardistiche. Queste ultime sono autentiche ? la loro origine sta nell’ambiziosa opera di Gertrude Stein ?Four Saints in Three Acts? (“Quattro Santi in Tre Atti”). (Berlinale 2009, tr. G.B.)
Sez. CINEMA

2009/11/05 20:30 Cinema Lumiere
  ANTEPRIMA NAZIONALE
 

Paginas de Menina di Monica Palazzo

tendenza: LLL
nazione: Brasile
anno: 2008
Siamo nel 1955 in una piccola cittadina brasiliana. Ingrid è una giovane ragazza che scopre l?amore grazie alla passione per Sylvia, l?affascinante direttrice della libreria dove lavora. L?attrazione intellettuale presto si trasforma in attrazione erotica. Un corto sull?amore per i libri, per la letteratura e per le sfide contro le convenzioni. (Gender Bender)
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/05 21:00 Cinema Lumiere
 
 

Baby Formula, The di Alison Reid

tendenza: LLL
nazione: Canada
anno: 2008
In principio fu Geltrude. Topolina bianca nata da due madri e nessun papà, pioniera di quella che, se messa a punto anche sugli umani, si annuncia come la più grande rivoluzione della specie: la fecondazione senza l’intervento del maschio. Prospettiva da brivido per alcuni, per altri un segno di speranza. Detto fatto. Una donna che da tempo sogna un figlio con la sua compagna, decide di sperimentare sulla sua pelle il procedimento. Funziona.The Baby Formula di Alison Reid, falso documentario su un tema reale, molto sentito tra coppie gay, ha fatto sorridere la platea del Film Festival con il suo tocco lieve e ironico, sollevando anche sconvolgenti interrogativi della bioetica: fino a che punto la ricerca può spingersi, quanto le nuove frontiere genetiche cambieranno il nostro modo di vivere, pensare, amare. «Vogliamo solo quello che vogliono tutte le persone innamorate: un figlio. Nostro, non di un altro », confessano Athena e Lilith, bionde, graziose, coniugate (in Canada, dove la storia si svolge, si può). Un sogno impossibile, che di colpo sembra a portata di mano grazie alle magie della provetta: manipolando cellule staminali e cromosomi si ottiene uno sperma femminile in grado di fecondare l’ovulo. Unica limitazione, spiega lo scienziato alle due mamme, è che il baby sarà femmina, perché dal cocktail genetico manca il cromosoma “Y” del seme maschile. Gli uomini non serviranno più? «In questo senso saranno superflui», risponde lo scienziato… (Giuseppina Manin – Corriere della Sera)
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/05 22:30 Cinema Lumiere
  ANTEPRIMA NAZIONALE
 

Englishman in New York, An di Richard Laxton

tendenza: GGG
nazione: U.K.
anno: 2009
Dopo 30 anni John Hurt riprende il ruolo del leggendario Quentin Crisp, il più famoso omosessuale britannico, che aveva già interpretato nel bellissimo film del 1975 “The Naked Civil Servant”. Questo potremmo definirlo un sequel in quanto si sofferma maggiormente sugli ultimi anni di Quentin, quelli del suo successo mediatico. Nel 1981 Quentin accetta un ingaggio teatrale a New York. La sua agente, Connie Clausen, ottiene come parte dei suoi introiti un permesso permanente come “resident alien” e la rappresentazione continuativa del suo one-man-show, ?How to be Happy?. Entro breve tempo Quentin è il personaggio più popolare e chiacchierato di New York. Un giorno Connie presenta a Quentin Phillip Steele, l’editore della rivista ?The Village Voice?. I due diventano amici intimi e Quentin trova anche molteplici occasioni per sfoggiare in pubblico il suo stile sgargiante, acuto e tagliente. Tuttavia il suo modo distratto lo porta a dichiarare durante un’intervista che l’Aids è semplicemente “una moda”, cosa che gli procura subito parecchi nemici nella comunità gay di New York ed anche una rottura con Phillip Steele. In seguito Quentin inizia una relazione con un giovane artista chiamato Patrick Angus. Quando Angus contrae l’Aids e in poco tempo muore, Crisp riesce ad ottenere da Steel la pubblicazione di un servizio con foto dedicato ad Angus sul ?The Village Voice?. Crisp e Steel riprendono così la loro vecchia relazione che anzi si dimostra ancora più intensa ed intima. Diventerà sempre più forte anche quando l’artista Penny Arcade presenterà Quentin a un pubblico giovane e d’avanguardia che adora il suo stile, sempre pungente ed effervescente nonostante i suoi novant’anni d’età. (Berlinale 2009)
Sez. CINEMA

2009/11/05 00:00 – Libreria Ambasciatori, via degli Orefici 19

  ANTEPRIMA NAZIONALE
 

Toupet de Luxe

tendenza: QQQ
nazione: Italia
anno: 2009
Un’antologia mozzafiato tratta dall’inesauribile repertorio di Mamma Rai, in compagnia dei migliori sketch en travesti interpretati dai più grandi comici italiani, a cura di Enrico Salvatori, in collaborazione con la LUO (Libera Università Omosessuale) e Gender Bender Festival. Una carrellata vorticosa fino a notte fonda, in compagnia di Walter Chiari, ballerina di fila delle Bluebell; delle inchieste sferzanti sulla donna che lavora interpretate da Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi (quest’ultimo protagonista anche di un’irresistibile imitazione di Ornella Vanoni); di Paolo Panelli truccatrice Rai; di Gino Bramieri, casalinga smaliziata in compagnia di Franca Valeri e Mina; dei duetti di Alighiero Noschese, gemella di Bice Valori; di Mamma Aldo Fabrizi Roma; di Vittorio Gassman nei panni di Maria Bellonci; di Paolo Poli nel ruolo di una sciantosa contesa tra un militare e un borghesotto, in compagnia di Mina e Raffaella Carrà, di Leopoldo Mastelloni, all’epoca stella nascente del teatro di Patroni Griffi, che si cimenta nel ruolo dell’immancabile coreografo gay: ed è la prima volta che accade di vedere nella tv italiana un ruolo così esplicito. Questo e molto altro in Toupet de Luxe, per un tuffo sui generis nella “Tivù della nostalgia”.(Gender Bender)
Sez. CINEMA

2009/11/06 18:30 Cinema Lumiere
 
 

510 Meters above the sea level di Kerstin Polte

tendenza: LLL
nazione: Svizzera
anno: 2008
Un piccolo aeroporto in Svizzera. Simone sta andando al funerale del padre, ma perde il suo volo. Natalie aspetta, ma non sa ancora chi sta aspettando. Due estranee, prigioniere di una notte senza più attesa del mattino. Esitano, si riconoscono e si perdono l?una nell?altra. Un breve film sulle opportunità che offre un momento, un incontro apparentemente senza senso, di conoscere meglio se stesse. (Gender Bender)
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/06 18:30 MAMBO
 
 

Universe of Keith Haring, The di Christina Clausen

tendenza: GG
nazione: Italia/Francia
anno: 2008
“The Universe Of Keith Haring” racconta, attraverso le sue stesse parole e quelle di familiari e amici, la vita del grande pittore degli Anni ’80 e il contesto socio-culturale in cui è vissuto.Keith Haring nasce il 4 maggio 1958 a Kutztown, in Pennsylvania. Comincia a disegnare fumetti all’età di quattro anni sostenuto dal padre, così si iscrive al corso di Commercial Arts di Pittsbourgh, dove stringe le prime amicizie e comincia ad eseguire i primi lavori.Dopo due anni di corso si è già fatto un nome e decide dunque di smettere di studiare per fare l’artista a New York.Keith Haring sapeva prima disegnare e poi parlare. Disegnava su ogni supporto utile, dalle lavagne vuote in metropolitana ai vagoni della metropolitana, dai muri a vasi e riproduzioni di sculture.Cominciava a circondarsi di personalità importanti, fra cui David LaChapelle, Yoko Ono, Madonna (“Party Of Life” è stata composta per il compleanno del pittore), Andy Warhol… A differenza di quest’ultimo che prendeva le cose di uso comune e le rendeva arte, Keith Haring aspirava a fare l’opposto: voleva che l’arte fosse comune, che fosse alla portata di tutti. Per questo disegnava per strada, anche col rischio di beccarsi una multa, perché pensava “se la gente non viene al museo, allora io porto il museo alla gente”. Era geniale.”The Universe Of Keith Haring” indaga poi il suo scoprirsi omosessuale, il suo accettarsi, l’apparente accettazione della famiglia e ovviamente i suoi amori e la sua malattia? segue sotto (G.B.)
Sez: ARTI VISIVE

2009/11/06 18:50 Cinema Lumiere
 
 

Mein Freund aus Faro di Nana Neul

tendenza: LLL
nazione: Germania
anno: 2008
Melanie vive con il padre e il fratello, veste abiti maschili e lavora in una fabbrica di catering per compagnie aeree. Un giorno incontra Jenny e se ne innamora. Jenny la ricambia, però la crede un ragazzo di nome Miguel. Riuscirà a dirle la verità? Lo stato di attesa e di confusione dell?adolescenza filmato attraverso il carisma di un volto e un corpo che ne racchiudono tutto il mistero. In concorso al Torino Film Festival 2008.
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/06 20:30 Cinema Lumiere
  ANTEPRIMA NAZIONALE
 

Edie & Thea: A Very Long Engagement di Susan Muska

tendenza: LLL
nazione: USA
anno: 2009
Due donne sono sedute a guardare le diapositive della loro vita insieme e ricordano la notte del loro incontro quando danzarono insieme per ore. “Danzammo così tanto che feci un buco nelle mie calze” dice Edie. Questo è l’inizio del film, il commovente e tenero ritratto di due anziane donne che hanno condiviso la loro vita quotidiana, piena di viaggi, lavoro e di eventi speciali, come quando si fidanzarono o acquistarono la loro prima casa. Una vita straordinaria perché Edie e Thea si sono incontrate nei primi anni ’60 e hanno partecipato e vissuto tutti i grandi cambiamenti sociali degli ultimi 50 anni. Dopo 42 anni di vita ‘coniugale’ hanno finalmente potuto sposarsi a Toronto, con Thea costretta su una sedia a rotelle, ma con gli occhi ancora raggianti di luce. Attraverso immagini, interviste e momenti di vita, la storia di Edie e Thea ci presenta il meglio del cuore umano e ricorda ad ognuno di noi il valore della solidarietà e dell’impegno. Provenienti da famiglie diverse, con radici a Philadelphia e Amsterdam, Edie e Thea costruiscono la loro casa a New York ma non smetteranno mai di esplorare il mondo insieme, dal Suriname all’Europa, impegnandosi attivamente nelle lotte per l’emancipazione e contro le discriminazioni. Anche quando malattia e l’avanzare dell’età hanno portato gravi problemi, Edie e Thea non hanno mai perso il loro umore e la reciproca dedizione, regalandoci un modello di umanità e coraggio indimenticabili.
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/06 20:30 MAMBO
 
 

Black White + Gray di James Crump

tendenza: GGG
nazione: USA
anno: 2007
Questo notevole documentario ripercorre la vita del collezionista d’arte Sam Wagstaff, una delle più importanti personalità del mondo dell’arte degli ultimi trent’anni. Il film ci racconta la storia della simbiotica relazione che Wagstaff ebbe con il fotografo Robert Mapplethorpe a New York durante gli esaltanti anni ’70 e ’80. Quando s’incontrarono Mapplethorpe aveva 26 anni, 25 anni più giovane di Wagstaff, e stava abbandonando l’appartamento che aveva condiviso con Patti Smith. La storia di Wagstaff è quella di una personale trasformazione, da conservatore, austero ex studente di Yale a un assiduo frequentatore dei luoghi più rivoluzionari e all’avanguardia di New York. Mapplethorpe e Wagstaff si aiutarono vicendevolmente a scoprire i lati più nascosti e più profondi delle loro personalità. Wagstaff morì di Aids nel 1987 seguito da Mapplethorpe due anni dopo nel 1989. Con loro se ne andava un’intera epoca. Il film ci fa comprendere la potenza espressiva di una formidabile troika composta da questi due uomini e da Patti Smith, sottolineando come l’influenza del loro lavoro collettivo sia ancora ampiamente presente nell’arte contemporanea.
Sez: ARTI VISIVE

2009/11/06 22:30 Cinema Lumiere
  ANTEPRIMA NAZIONALE
 

Squeezebox! di Steven Saporito

tendenza: TTT
nazione: USA
anno: 2008
Documentario sul leggendario nightclub rock frequentato principalmente da transessuali. Squeezebox è stato uno straordinario nightclub, un punto di incontro per la cultura rock queer della New York di Giuliani degli Anni ’90, sopravvissuto per un ultimo hurrah fino al 2001. Il club attirava rocker da ognidove e ha ospitato le stravaganze di Jayne County (un’ispirazione vivida per questo scenario) insieme a John Cameron Mitchell (che ha creato Hedwig grazie alle amicizie fatte al club). Una sorprendente schiera di talenti nuovi e di quelli già consolidati, fra cui The Lady Bunny, il rock glam dei The Toilet Boys, Psychotica, John Waters, Kiki and Herb, Mark Almond, Lilly of the Valley e molti altri che sono diventati il fiore all’occhiello della città. Sequenze di spessore riesconoa dare l’ideea di come fosse davvero lo Squeezebox. Il film culmina nel corso dell’ultima notte con Jayne County che dirige un indimenticabile coro di dozzine di cantanti che interpretano magistralmente ‘If You Don’t Want to Fuck Me, Fuck Off!’. (LLGFF, tr. G. Borghesi)
Sez. CINEMA

2009/11/07 16:30 Cinema Lumiere
 
 

Filles du botaniste, Les di Sijie Dai

tendenza: LLL
nazione: Francia/Canada
anno: 2006
Nella Cina degli anni ci sono ancora molti tabù. Min lascia l’orfanatrofio dove ha vissuto dall’età di tre anni, quando i suoi genitori morirono in un terremoto (1976), e parte per fare i suoi studi presso un centro botanico rinomato, costruito su un’isola lussureggiante, e custodito da un professore vedovo, riservato e autoritario che vive con la figlia An. An, contrariamente al padre, è molto estroversa ed accoglie la studentessa Min con molta gioia. Molto presto l’amicizia tra le due ragazze si trasforma in una forte e passionale attrazione. Quando Dan, il robusto 26enne fratello di An, torna dal servizio militare in Tibet, il professore lo stimola a sposare la bella Min (non si capisce bene il motivo, ma forse si può intuire). Le due ragazze sono inizialmente terrorizzate da questa idea, ma poi pensano che potrebbe essere un modo per rimanere sempre unite sull’isola. Da subito però le cose si riveleranno assai più difficili. Già durante il viaggio di nozze Dan domanda alla moglie come mai non sia più vergine…Nel complesso il film delude le aspettative anche se la splendida fotografia (fin troppo) e la bellezza delle due ragazze, insieme a prolungate e passionali scene d’amore, possono intrattenere piacevolmente.
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/07 18:30 Cinema Lumiere
 
 

Cherry Blossoms di Doris Dörrie

tendenza: L
nazione: Germania/Francia
anno: 2008
Rudi è malato di cancro e non gli resta molto tempo da vivere. Sua moglie Trudi decide di tenere nascosta l’informazione al resto della famiglia ma nello stesso tempo, dietro suggerimento del medico, organizza una gita per andare a trovare i figli e i nipoti che vivono a Berlino. Quando i due anziani coniugi si rendono conto che i loro familiari sono troppo impegnati per prendersi cura di loro, dopo aver visto uno spettacolo di danza Butoh, si recano sulla costa baltica. Trudi muore e Rudi rimane irrimediabilmente solo. Decide allora di andare a trovare il figlio minore, Karl, che vive in Giappone dove, elaborando la perdita della moglie, Rudi compirà un percoso doloroso che lo metterà in contatto con aspetti della sua personalità inediti anche per lui stesso. Una delle figlie è lesbica dichiarata.
Sez. CINEMA

2009/11/07 20:30 Cinema Lumiere
 
 

Ghosted di Monika Treut

tendenza: LLL
nazione: Germania/Taiwan
anno: 2009
La morte improvvisa e in circostanze ancora senza spiegazioni della sua giovane amante taiwanese, Ai-ling, spiazza totalmente l’artista di Amburgo Sophie Schmitt. Sophie va a Taipei per presentare un’installazione visiva dedicata ad Ai-ling. Qui viene avvicinata da una giornalista invadente, Mei-li, che la porta a fare un giro per i famosi mercati notturni di Taipei dove cerca di sedurre l’artista in lutto. Ma Sophie la respinge e fa ritorno ad Amburgo. Poco dopo, Mei-li si presenta inaspettatamente alla porta di Sophie. Quest’ultima la fa entrare e questa volta si lascia sedurre dal suo fascino. Presto, Sophie si rende conto che Mei-li sta segretamente conducendo un’indagine sulla morte di Ai-ling. Una serie di eventi si susseguono velocemente. A questo punto Sophie scopre che Mei-Li non lavora per un giornale taiwanese, e che non è nemmeno entrata legalmente in Germania. Chi è dunque questa bella e misteriosa sconosciuta ?? GHOSTED è un film sui malintesi dovuti alle differenze culturali e alle diverse percezioni della morte. Monika Treut: ?Nel cinema cinese e taiwanese, i fantasmi dei morti ritornano; sono esseri che continuano ad esistere secondo le loro leggi proprie. In particolare, i fantasmi di donne che hanno condotto una vita di stenti ricevono la libertà che gli è stata sottratta in vita: finalmente sono libere di seguire i propri desideri ed essere provocanti (erotiche), calorose, determinate e affascinanti come volevano. Ma non è necessario conoscere le tradizioni cinesi per immedesimarsi in questa storia, perché il concetto di doppelganger (un alterego fantasma che dà la caccia alla sua controparte vivente) è stato un un leit motif nella cultura europea a partire da Novalis ed Edgar Allan Poe.? (Berlinale 2009, tr. G.B.)
Sez. SOGGETTIVA

2009/11/07 22:30 Cinema Lumiere
 
 

Patrik Age 1.5 di Ella Lemhagen

tendenza: GGG
nazione: Svezia
anno: 2008
Sven e Goran sono una felice coppia gay sposata che si sono trasferiti in una piccola città, in realtà un paese, con lo scopo di realizzare il loro sogno di adottare un bambino. Ma le cose non andranno esattamente come desiderate. Alcuni compaesani sono apertamente ostili, altri fanno di tutto per ignorarli. Ma la nostra coppia non si lascia intimorire ed è decisa a continuare sulla loro strada. Le difficoltà arrivano anche dall’agenzia di adozione internazionale che sembra non riuscire a trovare un bimbo. Finalmente, quando Sven e Goran stavano quasi per rassegnarsi, arriva la bella notizia che c’è Patrik, un bimbo di un anno e mezzo, tutto per loro. Quando però Patrick arriva davanti alla porta di casa viene fuori che c’è stato un errore di trascrizione: la sua età non è 1,5 ma 15 anni. In più i nuovi genitori scopriranno che il ragazzo è omofobo e che ha un passato da piccolo delinquente. Subito si viene a creare una spaccatura nella coppia. Goran, anche se riluttante, pensa che si possa ospitare Patrick fino a quando l’agenzia non avrà trovato un altro bimbo per loro e un’altra casa ospitante per Patrik. Sven, invece, non vuole adattarsi a questa situazione, che rifiuta in toto. Proveniente anch’esso da una giovinezza punk, conosce bene quello che Patrik potrebbe combinare. In più Sven ha un figlio avuto da un precedente matrimonio etero, col quale non è mai riuscito a comunicare. Viene anche fuori che non ha mai creduto veramente nella possibilità di una vita felice per loro nell’ambiente della provincia. A questo punto anche i suoi dubbi sul loro matrimonio sembrano tornare a galla… La regista ci offre con questo film un intelligente, sensibile e divertente spaccato della vita gay contemporanea e in particolare ci dimostra come spesso le aspettative individuali possano arrivare ad imprigionarci in noi stessi e ad isolarci dagli altri.
Sez. CINEMA

2009/11/09 21:15 Teatri di Vita
 
 

Comrade Coulture di Marco Wilms

tendenza: QQ
nazione: Germania
anno: 2009
Questo film è un viaggio nello stupefacente universo parallelo degli stilisti e delle persone che conoscono l’arte di arrangiarsi, della sopravvivenza nella Berlino Est. Dal momento che, nel periodo della segregazione della vita della GDR, esisteva un mondo fantastico in cui era possibile essere su una diversa lunghezza d’onda, essere originali e provocatori. La caratteristica più importante di questa scena bohemienne era lo stile personale di ciascuno. Ma certamente tutto questo non era possibile ai tempi della GDR. In questo universo parallelo stava all’individuo crearsi il proprio stile ? con le proprie mani. Questo film racconta la storia dei desideri, delle passioni e dei sogni che sono stati provati e messi alla prova, vissuti e recitati all’ombra del Muro di Berlino. Il regista Marco Wilms, che a sua volta ha lavorato come modello per l’Istituto di Moda della GDR, cerca d ricreare quella sensazione unica di sperimentazione frivola, libera dai dettami dell’economia, e del tentativo di essere completamente diversi. Guardando agli eroi della sua gioventù nella Germania dell’Est ? lo stilista Sabine von Oettingen, il fotografo Robert Paris e lo stilista e parrucchiere Frank Schäfer ? egli esplora con questi le loro vite nell’universo parallelo. Sono passati vent’anni da quando i simpatizzanti e i sostenitori dell’avanguardia est-berlinese ?fashion theatre? (teatro di moda) ?Chic, Charmant und Dau­er­haft? e ?Allerleirauh? si sono visti. In questo film, si riuniscono ancora una volta in una festa sovversiva, quasi alla ?blocco dell’Est?, organizzata da Wilms. EIN TRAUM IN ERDBEERFOLIE è un film divertente sulla creatività come forza vitale ? e sull’inalienabile desiderio di libertà individuale. (Berlinale 2009, tr. G.B.)
Sez. CINEMA


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