GRANDE AFFLUENZA DI PUBBLICO PER "RAGE" AL MIX DI MILANO

Che ha costretto gli organizzatori ad una doppia proiezione del film di Sally Potter con Jude Law (foto a lato) e altri strepitosi protagonisti. “Affinity” entusiasma il pubblico lesbo e “The Country Teacher” ci ricorda il miglior cinema Ceco.

La penultima giornata di proiezioni al Festival Mix di Milano ha riservato una gradita sorpresa agli organizzatori: una inaspettata affluenza di pubblico per il film, in anteprima nazionale, “Rage” di Sally Potter, tanto da dover effettuare una seconda proiezione del film, spostando in una piccola sala (con inevitabile ritardo della proiezione) il film già in programma alle 22.30, “The Country Teacher”.
In effetti “Rage” aveva tutte le premesse per un forte richiamo, dalla regista già famosa per “Orlando” e “Lezioni di tango”, da uno stuolo di attori superlativi tra i quali Steve Buscemi, Judi Dench, Bob Balaban, Jude Law (en travestì), John Leguizamo, Dianne Wiest, ecc., dal successo ottenuto alla Berlinale 2009, da intere pagine già dedicate al film da quotidiani nazionali, ecc.
Noi, ma non solo noi (l’unico grosso applauso a scena aperta è arrivato quando è apparso il titolo “Ultimo giorno”), non siamo rimasti entusiasti del film, anche se le performance dei suddetti attori sono veramente eccezionali, e sorreggono il film dall’inizio alla fine. Anche perchè non si vede altro: gli attori, per tutto il film, non fanno che alternarsi davanti all’invisibile cinepresa di un blogger al quale confidano le loro riflessioni sul mondo della moda, mentro sullo sfondo si alternano colori monocromatici. Nessuna tematica lgbt, tranne naturalmente il godibilissimo travestimento di Jude Law, e anche le cose che vengono dette sul mondo della moda sono scontate e arcinote, cioè che è un mondo vacuo, frustrante e deludente, dove contano solo i soldi e l’apparire. Nessuna vera provocazione, un plot che si cerca di rendere un po’ dinamico senza riuscirci (la morte, sempre raccontata, di una modella), solo delle ottime performance attoriali (Buscemi e Dench in primis) che fanno più teatro che cinema.

Nella giornata comunque un ottimo film c’è stato, anche se abbiamo dovuto vederlo in una proiezione improvvisata e senza i sottotitoli italiani. Stiamo parlando di “The Country Teacher” del cecoslovacco Bohdan Slama (premiato in diversi festival), che presenta tutte le caratteristiche del miglior cinema dell’Europa orientale (realismo, introspezione, caratteri e paesaggi che si fondono, misurata escalation del dramma fino all’esplosione finale, ecc.) con una storia centrata su tematiche e personaggi gay. Sorprendente la reazione dei genitori al coming out del figlio, al quale, dopo qualche attimo di silenzio, chiedono se abbia un compagno e quando questi gli risponde di no, si preoccupano di ricordargli che la solitudine è il male peggiore. Un altro pregio del film è di presentarci caratteri variegati, nessuno completamente positivo o negativo (anche se l’ex amante bisex è insopportabile e il protagonista gay si porta ancora dentro il peso di un’omofobia interiorizzata che lo rende poco moderno), spesso incapaci di controllare i propri istinti, indipendentemente dal grado di civiltà acquisito. Il dramma finale è sconvolgente e inaspettato, soprattutto nelle reazioni della madre (avrebbe avuto lo stesso comportamento se si fosse trattato di una figlia anziché di un figlio?).

Altro film interessante e sorprendente della giornata è stato l’atteso “Affinity” di Tim Fywell, tratto dall’omonimo romanzo di Sarah Waters e ambientato nella Londra del 1870, dove una giovane aristocratica sceglie di fare volontariato benefico visitando le carcerate (e dove s’innamorerà perdutamente di una di esse). Perfetta la ricostruzione storica degli ambienti e dei personaggi ed estremamente suggestiva la fotografia e l’aria di mistero che accompagna la vicenda, una storia di liberazione lesbica che dovrà fare i conti con la dura realtà. Oppressione famigliare, corteggiamenti indesiderati, ripetuti percorsi dentro i tetri corridoi di una prigione, giochi spiritici e tragedie inattese, accompagnano la nostra eroina verso la liberazione finale, forse non proprio quella desiderata, che comunque la regista ci fa assaporare in splendide e indimenticabili scene d’amore subacquee. Una storia tra il romanzesco e il fantasy che ha soddisfatto pienamente il pubblico in sala, soprattutto lesbo.

Istruttivo il bel doc “General Idea” di Annette Mangaard, già visto al Togay di quest’anno, che ci racconta trent’anni della vita e delle opere di un trio artistico (gay), chiamato appunto “General Idea”, formato da AA Bronson, Jorge Zontal e Felix Partz, che hanno dedicato gran parte del loro lavoro a sensibilizzare sul problema dell’Aids, Aids che purtroppo, a metà degli anni ’90, si è portata via due componenti del gruppo.

Tra i corti della giornata segnaliamo il doc “WHEN I KNEW” di Fenton Bailey e Randy Barbato (35′) che fanno cofessare a diversi ragazzi gay e lesbo, tra il drammatico e il comico, l’irriverente e il sorprendete, quando e come hanno preso consapevolezza della loro omosessualità. Toccante la riflessione finale degli autori che si augurano che nel futuro possa essere sempre minore il divario temporale tra il momento della presa di coscienza della propria omosessualità e quello del coming out pubblico.

Presentato dal regista Greg Ivan Smith, il corto “THE BACK ROOM” (16′) che omaggia l’arte fiorentina del Pontormo. Greg si è così espresso dal palco del teatro: “Ciao Milano, sono lo scritore e regista di questo corto. Scusate il mio italiano non troppo buono, 19 anni fa ho studiato arte a Firenze ma ora l’ho dimenticato un po’. Sono stato ispirato per questo film dopo un viaggio col mio amore Michele di quattro anni fa a Firenze dove l’ho portato subito a vedere il mio quadro preferito in una piccola chiesa vicino a Ponte Vecchio. Quando ha visto questo quadro è scoppiato in lacrime e mi ha fatto innamorare di nuovo di lui. Michele è un bravo attore a cui avrei dato volentieri il ruolo nel film ma sfortunatamente lui non si è sentito giusto per quella parte. Grazie per la vostra attenzione e buona visione”. Ottima presentazione di un godibilissimo film che ci mostra un bell’orsetto entrare poco prima della chiusura in una libreria, gestita da un giovane gay, per cercare un libro d’arte. Galeotto fu il libro e soprattutto la bellissima riproduzione di una Deposizione dalla Croce del Pontormo che fa scattare la scintilla tra i due protagonisti.

Qui sotto immagini da “Affinity” e “The Country Teacher”


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