L'angolo di Vincenzo Patanè

Le recensioni dei film del critico e scrittore Vincenzo Patanè

"Una donna fantastica" di Sebastián Lelio

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"Una donna fantastica" di Sebastián Lelio

Giudizio


A Santiago del Cile, Marina (Daniela Vega), una cameriera ventisettenne che sogna di diventare una cantante, vive pienamente la sua storia d’amore col cinquantenne Orlando (Francisco Reyes), un imprenditore tessile. Orlando – che per lei ha lasciato la moglie e il figlio – la ama con tutto se stesso, a dispetto della differenza d’età, della diversa provenienza sociale e, più che mai, incurante del fatto che lei sia trans, la ama e basta. Per festeggiare il compleanno di Marina, decidono di andare alle cascate di Iguazù. La sera però Orlando ha un malore, cade dalle scale e muore.

Questo l’incipit del bellissimo Una donna fantastica, diretto dal cileno Sebastián Lelio (il regista dell’ottimo Gloria) – vincitore a Berlino del Teddy Award 2017 e Orso d’argento per la migliore sceneggiatura – uscito a fine ottobre. Dopo la morte del compagno, da subito Marina si rende conto di essere sola contro tutti, con l’eccezione del fratello di Orlando che le sta vicina. Viene bersagliata, anche con umiliazioni e mortificazioni fisiche; mentre la polizia le fa con arroganza domande sgradevoli al fine di capire la dinamica della morte di Orlando, la famiglia, convinta che sia stata lei a ucciderlo, assolda un detective, e si dimostra particolarmente ostile: la esclude dal funerale e la minaccia di buttarla fuori di casa, strappandole anche il suo adorato cane. La famiglia proprio non riesce ad accettare che Orlando avesse una storia con una transessuale, ai loro occhi una perversione. A quel punto però Marina, che fino a quel momento sembra arrendevole, caccia fuori quella grinta che in passato le ha permesso di essere sé stessa, senza essere calpestata dagli altri. Quindi combatte con forza per difendere i propri diritti, lottando contro la violenza e l’ottusità degli altri.

Il film affronta frontalmente, con vigore e delicatezza, l’argomento transgender, quanto mai all’ordine del giorno. Con uno stile mai retorico, sa essere militante e nello stesso tempo adatto anche al grande pubblico al quale riesce a far accettare senza problemi, addirittura parteggiando per lei, un personaggio trans. La storia è infatti tutta incentrata su di lei (una grande Daniela Vega, attrice cilena transessuale) che si offre allo spettatore nello stesso tempo maschile e femminile, fluida e sfaccettata. Proprio come il film, del resto, su cui il regista ha detto: “a parte la protagonista, anche il film è a suo modo un trans-genere: è allo stesso tempo una commedia romantica, un thriller, una storia di fantasmi, un musical e uno studio di psicologia”. Certo rimane nella memoria un personaggio singolarissimo, una “donna fantastica”, coraggiosa e di grande forza vitale, che decide di andare avanti sulla propria strada, anche dopo la morte del suo amato.

Vincenzo Patanè

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