L'angolo di Vincenzo Patanè

Le recensioni dei film del critico e scrittore Vincenzo Patanè

"Thelma" di Joachim Trier

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"Thelma" di Joachim Trier

Giudizio


Diretto dal norvegese Joachim Trier, il regista di Segreti di famiglia, Thelma, è un film avvincente come pochi. La ventenne Thelma (Elli Harboe) è cresciuta in una famiglia fortemente religiosa, che vive in una casa isolata sulla costa norvegese, e per questo è molto fedele nonché timida nell’approcciarsi agli altri. Il padre è medico, la madre, da quando perse un bambino piccolo, è sulla sedia a rotelle.

Quando va a studiare biologia a Oslo, Thelma – controllata dai genitori in ogni suo passo per telefono – un giorno in biblioteca ha un tremendo attacco psicogeno, che visivamente ricorda l’epilessia. All’università inizia a frequentare dei giovani, tra cui Anja (Kaya Willins), e a comportarsi in maniera per lei nuova, bevendo e fumando. Anja, bella e volitiva, la corteggia e alla fine Thelma si innamora di lei. Anche sul piano fisico il loro rapporto diventa molto coinvolgente. Quanto accade fa scattare in lei dei complessi di colpa, perché così trasgredisce le rigide regole religiose della famiglia; quindi più sta con Anja più gli attacchi psicogeni diventano frequenti.

Ricoverata per capire quale suo il suo male, Thelma inizia a venire a conoscenza di alcune cose che aveva rimosso sul suo passato, anche bruttissime, a cominciare dalla morte del fratellino. Si rende inoltre conto di possedere dei poteri soprannaturali inquietanti su ciò che la circonda, tanto da far scomparire, o anche solo dislocare, le persone. Anja, infatti, scompare nel nulla. Tornata a casa, Thelma riesce comunque ad affrontare i genitori, venendo a capo della faccenda, sia pure con costi altissimi. Per fortuna, al ritorno a Oslo ci sarà Anja ad attenderla.

Thriller vicino a Stephen King, Hitchcock, Cronenberg (La zona morta) e soprattutto Brian De Palma (Carrie – Lo sguardo di Satana), il film è percorso da un ritmo narrativo con una tensione in crescendo, in cui la razionalità e l’allucinazione, il sogno e l’incubo si mischiano confusamente. Elegante sul piano visivo (con momenti che ricordano il grande cinema scandinavo, nonché le più belle serie televisive danesi), offre sequenze visionarie di grande impatto (come la scena del teatro, gli uccelli che impazziscono quando Thelma ha le crisi o quella del padre in barca), esaltate da un montaggio mozzafiato.

Se i fenomeni paranormali di Thelma possono essere letti metaforicamente come reazione a un’educazione repressiva, la storia rappresenta un processo di scoperta della propria sessualità e quindi di liberazione e di autoconsapevolezza. Per farlo, Trier dà alle scene di sesso una forte carica erotica, arricchita da simboli cristiani, come il serpente (per definizione il peccato) che striscia sul corpo nudo di Thelma fino a entrare nella sua bocca.

Vincenzo Patanè

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