L'angolo di Vincenzo Patanè

Le recensioni dei film del critico e scrittore Vincenzo Patanè

Mapplethorpe: Look at Pictures

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Mapplethorpe: Look at Pictures

Giudizio

Mapplethorpe: Look at Pictures

Quest’anno Robert Mapplethorpe, morto di Aids nel 1989, avrebbe compiuto 70 anni. Ce lo ricorda il documentario Mapplethorpe: Look at Pictures, diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato, reperibile online.

Il filmato, molto efficace e coinvolgente, ricostruisce l’avvincente storia di un “artista maledetto”, considerato ora uno dei più grandi fotografi del secolo scorso, dalle quotazioni stellari, e che pure dovette subire attacchi di ogni tipo per la forza delle sue opere, accusate di pornografia o altro ancora. Critiche alle quali il fotografo ribatté sempre con acume e ironia, non rigettandole ma affermando anzi che le foto pornografiche sono espressioni artistiche non meno degne di quelle erotiche.

Attraverso stimolanti interviste – fra cui l’attore e amante Marcus Leatherdale, il pornodivo Peter Berlin (che fu per lui un costante punto iniziale di riferimento) e il fotografo David Croland – il doc ripercorre la sua carriera, breve (iniziò a fotografare solo a 25 anni) quanto fulgidissima. Si comincia dunque con l’adolescenza impregnata di cattolicesimo nel quartiere newyorchese di Queens, ricordata dal padre e dalla sorella; c’è poi il fortissimo rapporto sentimentale (il più importante in campo eterosessuale) con Patti Smith e infine la scoperta del suo straordinario talento da parte del collezionista Sam Wagstaff, rimasto folgorato dalle sue polaroid. Si rivedono poi i picchetti improvvisati da “cittadini benpensanti” per impedire che si andassero a vedere le sue opere, i tanti processi che lo hanno riguardato, come quello contro il direttore di una galleria d’arte di Cincinnati, accusato di oscenità per avere esposto le sue foto oppure le aspre parole nel 1989 del senatore Jesse Helms (il titolo del doc si rifà appunto a una sua frase) che lo attaccò per le sue foto troppo esplicite.

Il fulcro del discorso è però costituito ovviamente dalle foto, anche inedite: nature morte (fiori e vegetali), ritratti (i tanti autoritratti, anche molto erotici, Richard Gere, Susan Sarandon e soprattutto Patti Smith), corpi nudi (come la nerboruta e androgina Lisa Lyon) e soprattutto quelle a sfondo sessuale. Queste ultime – zeppe di momenti forti sul piano erotico, in particolare sul versante sadomaso (membri eretti sproporzionati, bondage, dildo, golden shower, fist fucking e tanto altro) – si esaltano in particolare quando i modelli sono neri, come Ken Moody, adorati da Mapplethorpe per la pelle bronzea, i fisici plastici, i volti ferini, le forme archetipiche. Foto elegantissime, di grande qualità estetica e dalla sessualità prorompente, che hanno peraltro svelato al pubblico i codici segreti di un mondo affascinante quanto palpitante di vita.

 

Vincenzo Patanè

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