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Le recensioni dei film del critico e scrittore Vincenzo Patanè
Chiamami col tuo nome è il caso cinematografico dell’anno, in lizza per tre Golden Globe (migliore film drammatico, attore protagonista e attore non protagonista) e quindi, a detta di molti, per l’Oscar. Non c’è stato festival che non l’abbia acclamato, mentre la stampa americana lo ha definito “sensuale e sublime”.
Il regista Luca Guadagnino, regolarmente snobbato in Italia da pubblico e critica, è al contrario molto apprezzato nei paesi anglofoni, in particolare per Io sono l’amore. Stavolta è alle prese col romanzo omonimo di grande successo dello scrittore americano André Aciman, una bella storia d’amore fra il diciassettenne Elio (Timothée Chalamet) e Oliver (Armie Hammer), di sette anni più grande. Nella calda estate del 1983, Oliver dimora sei settimane nella villa di campagna della famiglia di Elio; il padre del ragazzo, un professore universitario (Michael Stuhlbarg), ogni anno ospita infatti uno studente straniero per lavorare assieme alla sua tesi di dottorato. Oliver, bello e carismatico, piace subito a tutti.
Elio, sensibile e colto, fine conoscitore di musica – che pure si concede qualche flirt con le ragazze del luogo, come Marzia – rimane sconvolto dalla sua presenza magnetica e inizia a desiderarlo in maniera irresistibile. I primi tentativi sono goffi e poco efficaci, anche perché Elio non capisce se Oliver è interessato. Le cose poi si evolvono, fino ad assumere i toni di un amore fortissimo e trascinante per entrambi, col beneplacito del padre, che raccomanda al figlio di tener cara questa cosa preziosa che gli è capitata.
Il film si allontana dal romanzo, senza però tradirne lo spirito e conservando un certo senso di malinconia che permea tutta la storia. Guadagnino, assieme al regista James Ivory che ha scritto la sceneggiatura, ha cambiato il contesto: la scena da una località di mare (Bordighera) è stata trasferita in una casa di campagna nella zona di Crema, così come una importante a Roma è ora in montagna. Quindi il loro amore si sviluppa tra passeggiate in biciclette, nuotate di mezzanotte, alberi e ruscelli.
La storia mostra appieno lo struggimento di Elio – maturo intellettualmente ma ingenuo sul piano sentimentale – che non sa gestire ciò che gli accade, ma che pure vuole vivere fino in fondo. Nei suoi comportamenti, fatti di decisioni e di pentimenti, di titubanze e di traguardi raggiunti, c’è tutto: il desiderio, l’ansia, la scoperta, la sofferenza finché finalmente non si arriva alla complicità, al rapporto fisico, all’amore pieno e coinvolgente.
Molte le scene erotiche, in cui i due esplorano avidamente i loro corpi, in una ricerca febbrile, piena di incertezza e mistero. Farà epoca la scena in cui Elio si masturba con l’aiuto di una pesca (per le presentazioni del film, la produzione vende t-shirt con sopra delle pesche).
Vincenzo Patanè
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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