Inserito nella rosa dei 14 film in corsa per la Queer Palm a Cannes, in realtà Aquarius presenta un solo spunto gay (comunque significativo, perché indica l’apertura della società brasiliana sull’argomento): il figlio della protagonista mostra la foto del suo nuovo compagno alla madre, felice per lui e desiderosa di conoscerlo. Poco importa, però, perché il film del brasiliano Kleber Mendonça Filho ha tutte le carte per attrarre il pubblico omosessuale, soprattutto grazie alla presenza di Sonia Braga (un’icona cara al pubblico gay per Donna Flor e i suoi due mariti, Dancin’ Days e, in particolare, Il bacio della donna ragno).
Donna Clara (Sonia Braga) – una ricca vedova sessantacinquenne, a suo tempo critica musicale – vive da sola nella sua casa zeppa di ricordi. Nel suo palazzo sul lungomare di Recife, un edificio storico chiamato Aquarius, non c’è ormai nessun altro: una immobiliare ha infatti convinto tutti a sloggiare, con allettanti offerte, per radere al suolo la zona e poi costruire un condominio di lusso. Due tizi dell’immobiliare ci provano anche con Clara, che però risponde a muso duro, stracciando la loro proposta senza neanche averla letta e affermando che non se ne andrà mai da lì. Il film è dunque la storia, divisa in tre capitoli (il primo ambientato negli anni Ottanta), del braccio di ferro all’ultimo sangue fra l’indomita Clara e l’immobiliare. Offre dunque un feroce spaccato sul Brasile odierno, sui suoi forti contrasti e sui cambiamenti in atto, nonché una denuncia sulla speculazione edilizia e sulla rapacità dei nuovi ricchi.
Al centro di tutto c’è Clara, che vive intensamente la sua giornata, fatta di tante cose. Immersa nei suoi tanti ricordi, non ha comunque un momento di ozio grazie ai tanti interessi: la musica (le piace di ogni tipo, purché di qualità), la letteratura, il nuoto, i tre figli, le serate divertenti con le amiche e il sesso (nonostante un cancro molti anni prima le abbia menomato il seno), arrivando a ingaggiare un aitante gigolo. In ciò il film denota coraggio, toccando un argomento raramente mostrato sullo schermo: l’esigenza del sesso delle persone di una certa età. Qui, questo vibrante personaggio – che non ha paura di dire a chiunque a voce alta ciò che pensa e dà tutto se stessa in ogni cosa che fa – si accende della prorompente sensualità di Sonia Braga, maestosa nella sua bellezza, a dispetto dell’età.
Clara è dunque un personaggio straordinario, sensibile e anticonformista, che rimane impresso negli spettatori: nonostante sia quotidianamente minacciata dall’arroganza dei palazzinari, continua infatti a professare la sua indipendenza, le sue idee di rispetto e di democrazia nonché di ribellione verso le prepotenze dei ricchi. Avercene così…
Vincenzo Patanè
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