Serie di soli sei episodi (ma forse ne bastavano meno) creata dallo scrittore Nick Payne (ricavata da un suo dramma omonimo del 2010), frutto della collaborazione produttiva tra Netflix e la BBC (che si vanta di avere, per la prima volta, mostrato un orgasmo femminile). La tematica non è nuova, la crisi di attrazione sessuale dopo molti anni di matrimonio, ma rinfrescata grazie ad una coppia di splendidi protagonisti e ad una sceneggiatura che mescola (e forse confronta) i problemi sessuali delle nuove generazioni (i tre figli della coppia protagonista) e quelli degli over quaranta, dove questi ultimi risultano perdenti sin dalle prime scene. Joy (Toni Collette al suo massimo) ama sicuramente il marito Alan (Steven Mackintosh) ma in seguito ad una pausa nei rapporti sessuali (che probabilmente erano già di routine) dovuta ad un incidente in bicicletta, prende coscienza della sua insoddisfazione sessuale nel rapporto di coppia (lo capiamo dalle espressioni del suo volto durante un faticoso amplesso matrimoniale e soprattutto dalla masturbazione solitaria che ne segue, interrotta dall’invadenza del figlio). Joy è una terapista di crisi sentimentali e sessuali e pensa che sia arrivato il momento di mettere in discussione anche se stessa, grazie all’aiuto di un’altra terapista che la sta seguendo. Nell’episodio quinto assisteremo ad una lunga sessione di terapia probabilmente risolutrice (w la terapia). La soluzione escogitata da Joy, che in quanto psicologa dovrebbe saperla lunga, non è una novità assoluta sebbene anticonvenzionale, dare il via ad una coppia aperta tenendo però ben separati sesso ed amore (come se fosse facile). Il marito non ne sentirebbe il bisogno, ma per amore abbandona qualsiasi esitazione e si tuffa anche lui nell’avventura. I due protagonisti sono fortunati e trovano subito i partner necessari all’operazione, ma le variabili in gioco sono molte e non sempre controllabili…
Interessante analisi di una nevrosi, delle sue cause e dei suoi effetti, generata dall’eterno conflitto tra sesso e amore, tra desiderio e intimità, entrambi colpevoli o meritevoli della nostra felicità o infelicità.
La serie dovrebbe essere una commedia ma forse offre i suoi momenti migliori quando diventa un dramma. A tenere le briglia della commedia e del divertimento ci pensano però i figli (impagabile la scena del coming out genitoriale mentre sono a colazione coi figli), tutti impegnati alla scoperta della propria vita sessuale. Tom (Joe Hurst), che sta cercando di perdere la propria verginità, scoprirà di amare la sua migliore amica; Laura (Celeste Dring) esausta da incontri occasionali infruttiferi troverà la persona giusta (sconvolgendo un po’ il lavoro della madre); la diciottenne Naomi (Emma D’Arcy), già consapevole di essere lesbica (con madre naturalmente comprensiva e di sostegno) si sente presa dalla matura vicina di casa, Rita (Anastasia Hille) con la quale sviluppa una tenera e delicata amicizia che alla fine diventerà qualcosa di più. Purtroppo pochissime ma toccanti e suggestive scene che ci presentano una relazione omo tra giovani e adulti, assai poco indagate dalla tv.
La serie, forse un po disomogenea, si gode per le ottime interpretazioni e invita comunque a qualche utile riflessione.
ruolo: Rita Bellows
inteprete: Anastasia Hille
La matura vicina di casa, appassionata di cucina, conquista la giovane Naomi, prima coi dolci poi col saltarello…
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