The OA

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The OA

“The OA”, bisogna dirlo subito, è una serie imbarazzante, sia perché non sappiamo come classificarla (thriller, fantasy, fantascienza, favola, mistery, soprannaturale, ecc. ?) sia perché ci lascia spesso con grossi punti interrogativi, senza darci mai le risposte che attendiamo. Risulta quindi essere un fallimento? Una stagione che Netflix difficilmente continuerà? Tutt’altro, perché nonostante (o forse proprio per) quanto detto sopra, la serie cattura, non permette a nessuno di abbandonarla, e soprattutto ci regala momenti che sarà difficile dimenticare. Sicuramente è la serie più sperimentale e azzardata vista in questa stagione. A ben ragione Netflix, a differenza di tutte le altre serie, non aveva pubblicato nulla su di essa, né sulla trama né sulle tematiche, fino al momento del lancio (anche questo a sorpresa). Questa è una serie che bisogna vedere sapendo pochissimo, meglio se niente, su di essa. Per questo motivo qui vi racconteremo solo l’essenziale, assicurandovi che comunque è una serie che merita di essere vista, sia perchè assolutamente originale, sia perchè riesce a fare del mistero il suo vero punto di forza. Anche quando il mistero resterà tale, magari sfociando nella metafisica, come suggerisce il titolo (OA sta per Original Angel, che in italiano viene tradotto con Primo Angelo). Questo succede perché la serie può essere letta, sia come svolgimento che come tematiche, in modo diverso da ogni spettatore. Ognuno potrà dare le sue spiegazioni e vederci cose diverse da quelle che può vederci un’altro. Alla fine potrete anche chiedervi se sia stato tutto un ferale scherzo, una utopica fantasia, la storia di una malata di mente o un salvifico gioco tra ragazzi. Di sicuro il finale è sconvolgente e totalmente inatteso, una delle poche conclusioni di film o serie che lasciano veramente sorpresi ed esterefatti. Questo il prologo della vicenda (nel primo episodio i titoli di testa compaiono dopo quasi un’ora). Anzitutto ci troviamo di fronte a due livelli di racconto (tipo film nel film): quello della protagonista (una fantastica Brit Marling, anche co-sceneggiatrice e co-creatrice della serie) che ritorna a casa, ormai ventenne, dopo un’assenza di sette anni, coi genitori disperati e drammaticamente sorpresi nel vedere che la loro figlia adottiva cieca ora ci vede benissimo, con tutti i vicini di casa, amici e polizia che vogliono sapere cosa le sia veramente successo e lei che si rifiuta di dare spiegazioni, tranne ad un gruppo selezionato di cinque personaggi che invita ogni sera in un casa abbandonata dove gli racconta tutta la sua storia (che inizia precisando che “dovete fingere di fidarvi di me, finché non lo farete davvero”, appunto rivolto anche agli spettatori). Tra queste cinque persone, tutte con caratteristiche particolari e peculiari a causa della loro condizione famigliare o personale, abbiamo anche un ragazzo transgender (la regista ha obbligato la produzione ad assumere per questo ruolo un vero transgender F to M), conosciuto da tutti come tale e bene inserito nella comunità (gli ricordano perfino quando deve prendere il testosterone). Il racconto di Praire (OA/PA) è comunque la storia che riempie quasi completamente tutti gli episodi successivi al primo. La sua è una storia terribile che parte come piccola bimba russa, orfana di madre con padre amatissimo (che incantava col suono del suo violino) ma vittima della mafia russa che la lascia presto completamente orfana… Non possiamo dirvi di più. Solo sottolineare ancora che anche gli spettatori, come i cinque personaggi che ascoltano il racconto di Praire, verranno coinvolti in una narrazione che non sarà solo di Praire ma si trasformerà in una partecipazione collettiva, il suo dolore sarà di tutti, il suo bisogno d’aiuto sarà di tutti, perché tutti abbiamo bisogno d’aiuto, come dice il consulente psicologico dell’FBI (un bravissimo Riz Ahmed): “Aveva bisogno di essere ascoltata. Sai cos’è un trauma vicario? Quando assorbi il dolore di altri affinché sopravvivano”.

Ruoli LGBT

Buck Vu - Ian Alexander

ruolo: Buck Vu
inteprete: Ian Alexander

Giovane transgender (FtoM) che sta ancora prendendo i farmaci per la transizione, ben accolto dalla comunità. Gli autori hanno imposto alla produzione che anche l’attore fosse un vero transgender

synopsis

Created and written by Brit Marling and Zal Batmanglij (The East), the latest Netflix original delves into the inexplicable reappearance of Prairie Johnson (Marling). While many believe she is miracle, others worry that she could be dangerous. The series centers on Prairie Johnson, who went missing as a girl. She resurfaces after she’s been missing for seven years. Prairie is reunited with her family, but doesn’t recognize them at first glance seeing as she was blind when she disappeared. Now her sight is back. Having gone missing seven years ago, the previously blind Prairie returns home, now in her 20s with her sight restored. While many believe she is a miracle, others worry that she could be dangerous. (Netflix)

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