Una serie britannica (derivata da un comic book) che sembra partire da quel lontano free cinema degli anni ’60 per arrivare a coniugarsi con le più moderne e ambiziose serie tipo Fargo. Scusate se è poco. Se non fosse perchè divisa in 8 brevi episodi, ci sentiremmo di definirla un bel film di quasi 3 ore. I protagonisti sono due adolescenti, un ragazzo ed una ragazza, che ci appaiono da subito fuori controllo, che hanno però il compito di farci capire che i veri sclerati, i veri malefici, non sono loro (contrariamente a quanto può sembrare nelle prime scene) ma quell’egoistico e brutale mondo degli adulti che gli sta intorno, a iniziare dai genitori. James (uno stralunato Alex Lawther ) è un 17enne che ha visto la morte in faccia quando era solo cinquenne e da quel momento sembra coltivare solo il desiderio di uccidere, allenandosi coi poveri animali che gli capitano sotto tiro. Alyssa (una incredibile Jessica Barden) è anche lei una 17enne, che soffre per l’abbandono del padre e per un odioso patrigno, dal quale sogna solo di fuggire. Entrambi non riescono a legare con nessuno, soverchiati come sono dalle rispettive angosce interiori. Insieme troveranno la forza di darsi alla fuga, alla ricerca di quelle dolorose verità, sia interiori che esteriori, necessarie per acquisire maturità e consapevolezza, conquistando finalmente la capacità di amare e di riconoscere l’amore. All’inizio potremmo credere che James abbia problemi d’identità sessuale, non riuscendo a corrispondere alle avance della disinibita Alyssa, e soprattutto quando si lascia sedurre da un quarantenne padre di famiglia in libera uscita che ai cessi lo induce a masturbarlo. Ma non è così, James è assolutamente etero, è solo bloccato dalle sue paure (che hanno una precisa origine). Alla fine del film riuscirà a capire, ad un altissimo prezzo, cosa sia l’amore, quell’amore che lo porterà al più grande sacrificio. Nella seconda metà del film (scusate se continuiamo a chiamarlo così, sperando che nessuno si sogni di farne una seconda stagione), gli autori ci regalano una interessante coppia di poliziotte lesbiche (molto alla Fargo). Eunice Noon (Gemma Whelan) ha avuto una inattesa notte di sesso con la collega Teri Darego (Wunmi Mosaku). Per Eunice, assai più coinvolta, potrebbe essere l’inizio di una storia e cerca in tutti i modi di parlarne con Teri, che però non vuole saperne. Per Teri è stata solo l’avventura di una notte. Eunice avrà modo di capire come stanno le cose quando vede Teri che sta abbordando una sconosciuta (forse incontrata su una chat). Da quel momento avrà le idee chiare, sapendo anche rinunciare ad un’altra notte di sesso (che per lei doveva essere d’amore). Ottima sceneggiatura che riesce a dare spessore anche a personaggi di secondo piano. Disponibile doppiata su Netflix da gennaio 2018.
ruolo: Martin
inteprete: Geoff Bell
Martin è un padre di famiglia, omosessuale velato, che cerca di fare sesso nei bagni pubblici di un bar. Quando viene accusato di essere pedofilo si lascia prendere il portafoglio per poter scappare
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