Questa nuova serie della saga Star Trek, tra le più costose di sempre con un budget di 8,5 milioni di dollari ad episodio (di poco inferiore a serie come Il Trono di Spade, Westworld – Dove tutto è concesso), ha avuto una genesi complessa e litigiosa, con l’abbandono a metà progetto del co-creatore Bryan Fuller in disaccordo con la produzione CBS. Fuller, gay dichiarato, è sempre stato orgoglioso di questa sua creatura, soprattutto per l’impatto che la serie ha avuto sulle minoranze, affermando: “Non riuscivo a pensare a quante persone di colore fossero rimaste ispirate vedendo Nichelle Nichols sul ponte dell’astronave, […] quanti asiatici siano rimasti affascinati da George Takei, e a quanta speranza per il futuro abbia dato loro. Volevo prendere parte a quella rappresentazione per le nuove generazioni”. Sua è stata l’idea di introdurre nella nuova serie, una nuova minoranza, quella omosessuale, con due peronaggi di rilievo. Abbiamo già avuto nell’ultimo film di Star Trek diretto da JJ Abrams, il coming out del personaggio di Sulu (in passato interpretato dall’attore gay George Takei), ma ora abbiamo una coppia gay dichiarata, interpretata da attori gay, Anthony Rapp e Wilson Cruz, che Rapp ci presenta così: “Sono davvero entusiasta e felice quando un personaggio gay entra a far parte di una storia – specialmente quando un personaggio gay è creato in un modo tanto complesso e umano, senza essere stereotipato e poco interessante. Parlo con il mio compagno, ci vivo insieme, vediamo il nostro rapporto crescere nel tempo, trattato come verrebbe trattata qualsiasi altra relazione. Credo che tutti saranno felici dell’umanità del nostro rapporto”.
Questa nuova stagione ha un percorso narrativo che si distacca dalle precedenti per diversi motivi. Anzitutto tende a distaccarsi dalle linee guida stabilite dal creatore originario Roddenberry secondo le quali i peronaggi umani dovevano essere rappresentati senza sentimenti negativi per non entrare in conflitto tra di loro, al fine di trasmettere una visione positiva ed idilliaca del futuro. Ora i personaggi umani hanno “storie complesse, con forti punti di vista e passioni”. Grazie anche al fatto che non abbiamo più episodi auto-conclusivi ma una vicenda che si svolge durante l’intero arco della stagione, gli autori “hanno potuto concentrarsi maggiormente sul rapporto tra i vari personaggi in modo da creare dei conflitti e degli attriti che risultassero reali e credibili”. I Klingon, che ora sentiamo parlare nella loro lingua, generati al tempo della guerra fredda, oggi non rappresentano più l’Unione Sovietica, ma, spiega lo sceneggiatore Aaron Harberts, “rappresentano, insieme alla Flotta Stellare, diverse fazioni degli Stati Uniti d’America moderni. Quello che vogliamo davvero fare è comprendere due diversi punti di vista e mostrarli al meglio. Uno dei temi al centro della serie è universale ed è una lezione che noi esseri umani dobbiamo imparare ripetutamente, ovvero il fatto che pensiamo di conoscere l’altro, ma non lo facciamo davvero. Bisogna in qualche modo rimodulare o deviare in modo cosciente dal proprio punto di vista per poter comprendere l’altro appieno. Bisogna dimenticare quello che sappiamo. Una delle grandi tappe in questo viaggio è capire sé stessi. Bisogna capire sé stessi prima di poter capire meglio gli altri. La serie si chiama Discovery [“scoperta”] per un motivo, perché i nostri personaggi si trovano in un viaggio di scoperta”. La serie è distribuita da Netflix dal 25/09/2017.
ruolo: Hugh Culber
inteprete: Wilson Cruz
Medico a bordo della nave USS Discovery, in relazione sentimentale con il tenente Stamets, in merito al quale afferma: “si tende a preoccuparsi quando si è innamorati di un brillante e spericolato maniaco che è disposto a rischiare la vita per la gloria”. Si sono incontrati la prima volta su Alpha Centauri mentre stava canticchiando l’opera di Kasseelian. Per il suo servizio nella guerra Federazione-Klingon, Culber fu insignito postumo della medaglia d’onore della Flotta Stellare. Paul Stamets ha accettato il premio per conto di Culber.
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