La serie, distribuita dal 23 febbraio 2018 da una sempre più encomiabile Netflix, dovrebbe essere il rifacimento americano del film russo “The Major”, anche se in realtà se ne distacca notevolmente, lasciandoci solo la riflessione di come certi ambienti, polizia e giustizia, possano essere assai simili nei due Paesi. La tematica della serie è comune a molti altri drammi criminali, basti citare CSI, ma qui l’interesse della storia, sviluppata dalla creatrice Veena Sud, si sposta e concentra più sui drammi interiori dei protagonisti che sulla vicenda giudiziaria (che pure ha uno svolgimento avvincente). Ad iniziare dai genitori della vittima, interpretati da una coppia di attori fantastici, Regina King e Russell Hornsby, che devono confrontarsi coi propri sentimenti e con le proprie aspettative, inizialmente assai differenti per ciascuno di loro. Accenniamo brevemente alla storia, che inizia con la morte incidentale di un quindicenne nero, Brenton, investito per sbaglio da un poliziotto fuori servizio, Peter (Beau Knapp), mentre si stava recando in macchina all’ospedale dove era stata ricoverata la moglie incinta. Peter, che crede morto il ragazzo, vorrebbe dichiarare l’incidente ma un gruppetto di colleghi, chiamati al telefono, lo consiglia, praticamente l’obbliga, a fuggire abbandonando quello che credono un cadavere per non essere coinvolti in una morte che potrebbe assumere contorni razziali, in una città, Jersey City, dove gli scontri tra polizia e neri sono all’ordine del giorno. Così il ragazzo, in realtà ancora vivo, viene abbandonato nel fosso in una pozza di sangue fino al suo ritrovamento 12 ore dopo… La storia è poi una indagine molto realistica su una polizia corrotta, sul tormento di genitori che non si danno pace, su un procuratore deciso a scoprire la verità (aiutato dal solito poliziotto buono) ma consapevole che tutte le istituzioni gli sono contro, su una società incapace di guardare all’anima delle persone e delle cose, prigioniera di pregiudizi e tornaconti.
Nella serie ritroviamo un attore a noi molto caro, purtroppo in un ruolo assai malefico, il bravo Raúl Castillo che abbiamo già apprezzato nella serie e nel film Looking (era il gay ‘esemplare’ che s’innamorava del protagonista). Ma la serie ci regala anche una storia gay assai commovente [spoiler, continuate a leggere solo se avete gia visto tutta la serie], che tocca il tema dell’omofobia con un padre molto religioso che giudica aberrante avere un figlio gay (ma seguirà un bel percorso di redenzione, aiutato inizialmnete dal suo pastore che gli dice che può essere stato Dio stesso a volere che suo figlio fosse così) e una madre che invece dirà di aver spesso pensato che suo figlio fosse diverso senza per questo diminuire il suo amore. Poi abbiamo la storia d’amore del ragazzo che ripercorriamo solo attraverso la voce e il sentimento (struggente) del suo compagno, un eccezionale Corey Champagne nel ruolo di Kadeuce Porter, un giovane nero, omosessuale velato, entrato nel giro di una gang che distribuisce droga solo per mettere insieme i soldi che gli permetteranno di fuggire insieme al compagno per farsi una nuova vita, lontano dalla violenza e dai pregiudizi. Lo vedremo anche mezzo massacrato dopo che si sparge la voce della sua omosessualità.
La cosa più notevole di questa serie è la capacità di presentarci con profondità quasi tutti i principali protagonisti, quasi tutti inseriti in un percorso dinamico sia interiore che esteriore, che ci permette di conoscerne la vera natura, le vere e più intime motivazioni. Di ognuno di loro si potrebbe parlarne per ore. Ogni ruolo potrebbe essere al centro di una storia indipendente, con le sue problematiche e le sue lotte interiori. Perfino il ruolo dell’avvocato difensore (dei poliziotti), ci offrirà interessanti smagliature, consapevole di dover difendere persone terribili, capaci di tutto, che vorrebbe smascherare se solo il suo ruolo glielo permettesse (griderà in faccia al capo banda: “ti scegli sempre ragazzi senza padre?”. Imperdibile per chi ama il genere (ma non solo).
ruolo: Brenton Butler
inteprete: Daykwon Gaines
Lo vediamo solo per pochi secondi ma è il vero protagonista di tutta la storia: adolescente gay innamorato del suo compagno, ma nessuno può saperlo, perché inserito in una cultura omofoba, dal padre religioso alla gang machista
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