Un newyorkese si risveglia in un luogo chiamato il Villaggio, retto da un uomo noto come Due. Nel Villaggio ognuno è identificato solo da un numero e tutti quanti si riferiscono a lui come Sei, nonostante egli sappia di avere un altro nome, e sembrano sapere chi sia. Gli viene detto che abita nel Villaggio e che questo è la sola realtà esistente. La missione di Sei diventa scoprire dove si trovi il Villaggio, chi sia Due e perché lo stia tenendo prigioniero in quel luogo (nonostante Due continui a ripetere a Sei che è un uomo libero), e come sia possibile fuggire dal Villaggio per ritornare alla propria vita a New York. Sei deve scoprire di chi, tra gli abitanti del Villaggio, può fidarsi – tra questi una dottoressa di nome 313, il tassista 147 e lo stesso figlio di Due di nome 11-12 – nella sua ricerca di un sistema per fuggire dal Villaggio. Sei ha anche ricorrenti flashback della sua vita a New York, incluso un incontro con una donna di nome Lucy, che potrebbe essere parte della chiave per scoprire perché si trovi nel Villaggio…
Nella serie, leggermente noiosa e perdipiù difficile da seguire, abbiamo un personaggio gay nel figlio di Due, 11-12, interpretato da Jamie Campbell Bower (New Moon, il vampiro Caius, Harry Potter and the Deathly Hallows, nel ruolo di Gellert Grindewald, e Game of Thrones), che forse nelle intenzioni dello sceneggiatore dovrebbe richiamare la problematica dei gay nell’esercito americano. 11-12 non vive bene la sua sessualità, ha una relazione segreta con un altro uomo (909), che ad un certo punto il padre costringerà ad uccidere, dietro la minaccia di rinchiudere 909 nella Clinic. Messaggio non proprio positivo sia per l’omofobia di Due che per la scelta del figlio di sottomettersi alla volontà paterna anziché combatterla.
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