Una miniserie in sei episodi, in totale quasi sei ore, che ci racconta una storia minimale, la sparizione di quattro ragazze durante un picnic, raccontata in uno dei romanzi australiani più notevoli, scritto da Joan Lindsay e pubblicato nel 1967, e portata sullo schermo con grande successo dal regista Peter Weir (praticamente il film che lo lanciò). Il romanzo allude ad una storia vera, ma riporta un falso articolo di giornale, per cui siamo davanti ad una storia tutta di fantasia. L’autrice del libro si era anche inventata una soluzione del mistero della scomparsa delle fanciulle, il capitolo 18mo, che però l’editore non volle pubblicare, preferendo lasciare tutto in sospeso (solo dopo la morte dell’autrice ha potuto essere pubblicato nel 1987 col titolo “The Secret of Hanging Rock”). Sia il film che questa serie rispettano la volontà dell’autrice lasciando la storia incompiuta. Mentre però il film punta molto sull’aria di mistero, trasformando la storia in una specie di horror fantasy, la serie, che mantiene comunque un’atmosfera a volte surreale (anche grazie ad una splendida fotografia tutta giocata sul contrasto dei colori, dove spiccano il bianco dei vestiti, il nero degli ambienti chiusi e il grigio solare della roccia) è molto più realistica, cioè vicina alla realtà interiore ed esteriore dei vari personaggi, alle loro storie ed alle loro aspirazioni, fornendoci un quadro complessivo ricco di molti riferimenti all’attualità. La serie ci cattura dall’inizio alla fine, facendoci appassionare ai diversi protagonisti, nessuno dei quali è completamente negativo o positivo, nemmeno la direttrice del mini collegio Mrs Hester Appleyard, stupendamente interpretata da Natalie Dormer (la Margaery Tyrell del Trono di Spade), che qui, a differenza di libro e film, è molto più giovane, quasi coetanea alle ragazze, e protagonista principale della vicenda, con una tremenda storia alle spalle che in parte ne giustifica il comportamento. Quello che però maggiormente differenzia la serie sono sicuramente i riferimenti LGBT di alcuni personaggi che nel film erano appena accennati solo nella relazione tra Hester e l’insegnante Miss McGraw (Anna McGahan) che qui invece ha una interessante relazione con la studentessa Marion Quade (Madeleine Madden), l’unica a dichiararsi apertamente lesbica. Miss McGraw ha paura di questa relazione, sia perchè omosessuale sia perchè tra insegnante ed allieva, e per questo chiede a Marion di fermarsi a metà strada, cioè di non consumarla, lasciando la fanciulla molto delusa (potrebbe essere tra i motivi che la faranno fuggire e scomparire). Scopriremo poi che Miss McGraw è stata allontanata dal padre e dalla famiglia proprio per le sue tendenze omosessuali. Miss McGraw andrà subito alla ricerca delle tre ragazze scomparse (tra le quali la sua Marion) senza fare più ritorno. Marion, a differenza di libro e film, è una ragazza di colore, figlia di un matrimonio misto, cosa che all’epoca non era abituale, e forse per questo di spirito ribelle e sicura di sè. Il personaggio più ribelle è però quello di Miranda Reid (Lily Sullivan, un volto che rivedremo sicuramente in futuro), un ragazza nata e cresciuta in una fattoria (ha imparato a cavalcare prima che camminare), mandata in collegio dai genitori, contro la sua volontà, per ricevere un’educazione adatta a trovare un buon marito, destinata quindi ad abbandonare la fattoria, che lei ama più di tutto, che sarà governata dai fratelli. Miranda potrebbe essere lesbica ma anche semplicemente uno spirito libero e anticonformista. La vediamo infilzare con una forca i piedi di un ragazzo che vorrebbe fare sesso con lei, poi la vediamo accettare i baci saffici di Irma (Samara Weaving), una giovane ereditiera viziata e trascurata dalla famiglia, sotto lo sguardo compiacente (e forse invidioso) di Marion. Nei diversi flashbach che ci raccontano gli accadimenti precedenti la scomparsa delle quattro donne e che servono a farcene comprendere i probabili motivi, vediamo chiaramente che tra le tre ragazze, quelle che fuggiranno durante il picnic, Marion, Irma e Miranda, c’è un forte legame (si abbracciano spesso tutte e tre insieme) e una forte solidarietà, indipendentemente dai rispettivi orientamenti sessuali (cosa sicuramente molto moderna). Molto intensa anche la relazione tra la giovanissima Sara Waybourne e Miranda, che sicuramente non ha nulla di sessuale, ma molto di omoaffettivo, come può succedere spesso nella prima adolescenza. Un’altra storia omosessuale intensa e significativa è quella del giovane nobile inglese in vacanza nei pressi del collegio, Michael Fitzhubert (Harrison Gilbertson), che nel libro era invece etero ed innamorato di Irma (qui sarà Irma ad innamorarsi di lui, ma più per convenienza che affetto). Michael è stato inviato presso la residenza dello zio dopo essere stato sorpreso a baciare un compagno di studi. Ora lo si vede chiaramente innamorato di Albert Crundall (James Hoare), factotum e stalliere nella villa degli zii: lo ammira nudo, senza ritegno, dopo un bagno nel laghetto. La loro storia è anche l’unica ad avere un lieto fine, lasciandoci un po’ sorpresi perchè Albert ci sembrava completamente etero. La serie introduce quindi diverse tematiche nuove (trascurando un po’ quella fondamentale nel libro del rapporto tra aborigini e colonizzatori, comunque presente), spingendo in particolare su femminismo, omosessualità e libertà, oltre ai vari condizionamenti sociali, religiosi e famigliari (che spesso si sono prolungati fino ai nostri giorni). Una riedizione quindi totalmente giustificata e apprezzata. La serie, prodotta da Amazon, in Italia è distribuita da Sky (On demand e Now TV).
ruolo: Marion Quade
inteprete: Madeleine Madden
Lesbica dichiarata, figlia di una coppia mista, forse sparisce insieme alla sua innamorata McGraw
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