Definita da molti la nuova “Breaking Bad”, “Ozrak” può vantare uno dei voti più alti assegnatile dagli utenti del portale IMDB: 8,6 (la media di 26.952 utenti), poco meno di un punto dall’inarrivabile “Breaking Bad”. La serie, distribuita da Netflix dal 21 luglio 2017, è ambientata ai margini della malavita americana, con protagonista una famiglia appartenente alla classe media, che, dopo qualche ingenuità di troppo, si ritrova al centro di una drammatica vicenda malavitosa. La serie ci insegna quasi tutto quello che è necessario conoscere sul tema del riciclaggio di denaro sporco. Nella serie troviamo due personaggi gay di rilievo, uno dichiarato e l’altro velato, che acquisiscono un ruolo sempre più rilevante nei contorni della vicenda principale. Uno dei tanti meriti di questa ottima serie è proprio quello di dare un considerevole spessore a tutti i personaggi più o meno coinvolti. Intorno alla coppia protagonista, il misurato e quasi cinico Marty, rispettato consulente finanziario, interpretato da un ammirevole Jason Bateman (anche regista di quattro episodi), e la moglie Wendy, una fantastica Laura Linney (finalmente in grado di esprimere tutte le sue grandi capacità attoriali), troviamo Charlotte (Sofia Hublitz) e Jonah (Skylar Gaertner), figlia adolescente e figlio ragazzo che seguiremo nel passaggio all’età successiva (raccogliendo una serie ininterrotta di delusioni); l’intelligente Ruth (una superlativa Julia Garner, già apprezzata in Grandma, Noi siamo infinito, Girls), giovane membra di una poliedrica famiglia di emarginati, indecisi tra delinquenza e migliori aspettative; suo cugino Wyatt (il bravissimo Charlie Tahan, da noi ammirato ne “I toni dell’amore”), figlio di Russ (Marc Menchaca), troppo consapevole del triste destino che l’attende; il finto agricoltore Snell (un sempre efficace Peter Mullan) e la moglie, in realtà produttori e commercianti di droga, come Del (Esai Morales), il brutale rappresentante della mafia della droga messicana, abilissimi nello sterminio a sangue freddo, che ci regalano i due momenti chiave della vicenda che sconvolgerà il protagonista Marty (ma vi garantiamo che le sue risorse sono infinite). Appena in secondo piano, quasi su un filo parallelo, la vicenda dell’agente FBI Petty (Jason Butler Harner, Homeland, Scandal, Ray Donovan), omosessuale dichiarato in coppia con prestante collega nero, che sta cercando di incastrare i boss della mafia, utilizzando magari il povero Marty. Petty è assai determinato ma prenderà una strada sbagliata, coinvolgendo l’altro protagonista gay (questo velato) della serie, in una liason di sesso e amore gay (clandestino) che alla fine ci strapperà una lacrimuccia. Petty è presente in tutti i dieci episodi della serie, anche se con apparizioni di differente rilievo. La serie ha una conclusione che sembra dare una soluzione completa alla vicenda (l’ultimo episodio dura 80 minuti, praticamente un film), ma fortunatamente è già stata prevista una seconda stagione, come giustamente merita questo bravissimo team di autori ed interpreti.
ruolo: Russ Langmore
inteprete: Marc Menchaca
Membro di un clan di emarginati, padre di due figli, omosessuale velato, si lascerà prendere dai sentimenti…
1 stagione molto lenta spesso priva di azione anche se tratta di riciclaggio di soldi. Tutti i personaggi si stringono su Marty a volte geniale che esce da situazioni complicate. Serie TV da migliorare nella seconda stagione