Viene definito dal creatore Alessandro Cecchi Paone un Iper Reality, per sottolineare lo spirito di verità e apertura di un format che è inclusivo e non ad eliminazione. Oltre Cecchi Paone nei panni di conduttore-maestro c’è Elisa, che all’anagrafe per ora si chiama Davide (durante il programma vivrà le ultime fasi prima dell’operazione che le farà cambiare definitivamente sesso). Ci sono due gemelli, uno etero e l’altro gay. C’è il gay che dice di sentirsi donna all’occorrenza, se il suo partner lo desidera come tale. C’è il giovane scrittore pulp, il bisex pronto a sedurre chiunque, c’è Carlo, un ragazzino che ama travestirsi e per farlo riceve l’aiuto anche di sua madre, c’è Matteo sofisticato e cosmpolita e c’è Marco l’artista gay che non disdegna le donne da buon napoletano. Sofisticato e ricercato, attento al design contemporaneo, il loft che ospita i protagonisti di ‘Open space’ è stato progettato dallo studio Rotella con particolare attenzione ai moderni criteri di interior design. “La casa – spiega Rotella – si presenta come uno spazio unificato e scomposto nei diversi ambienti: zona kitchen, zona convivial e zona living”. In questo spazio si confrontano i protagonisti: persone con diverse preferenze sessuali, perfettamente sconosciute, che ogni sera entrano nel loft per approfondire temi e argomenti di attualità in quella che non sarà la loro abitazione ma solo un luogo in cui riunirsi. Nelle intenzioni dell’autore questo reality dovrebbe dare alla comunità GLBT una collocazione televisiva degna, che li rappresenti non come i tanti Malgioglio visti finora sulla tv italiana, ma come persone ricche di sfaccettature, che vivono normalmente la propria vita, che hanno obiettivi precisi, diversi dagli invasati di successo che popolano i reality show delle tv generaliste. (Gay.tv)
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Ho visto solo le prime tre serate e mi è piaciuto moltissimo. Il cast è ottimo (forse troppo belli). Il discorso sulla bisessualità deve essere chiarito nei termini. Molti pensano che per definirsi bisex sia sufficente avere avuto rapporti con entrambi i sessi, indipendentemente dall’intensità e qualità del rapporto. Cosa che in realtà è accaduta a molti di noi, soprattutto in gioventù. Spesso viene usato in “buona fede” dagli omosessuali come primo passo di coming out. Non vanno colpevolizzati ma aiutati a proseguire nel loro cammino, prima o poi la chiarezza arriva per tutti, anche per i più timorosi. Cecchi Paone sei un mito!