Miniserie televisiva in quattro puntate di quasi due ore ciascuna, basata sull’omonimo romanzo di Ken Follett. È il seguito della miniserie del 2010 I pilastri della Terra, anch’essa basata su un romanzo di Follett, ambientato 150 anni dopo, nell’ Inghilterra nel XIV secolo. La miniserie segue la vita dei cittadini di Kingsbridge nel periodo in cui il re conduce la nazione nella guerra dei cent’anni contro la Francia, e mentre in Europa sta scoppiando la Peste nera. Caris, una donna dal carattere intraprendente, e il suo amante Merthin creano una comunità che resiste alle contrapposizioni della Corona e della Chiesa.
Purtroppo la serie tv non riesce a mostrarci una storia credibile, che nel romanzo è invece assai dettagliata con personaggi ben costruiti e sviluppati (Ken Follet scrive i suoi romanzi aiutato da una dozzina d’impiegati che fanno minuziose ricerche storiche), e non è assolutamente ai livelli di altre recenti serie tv come “I Tudors”, “I Borgia” o l’affascinante fantasy “Il Trono di Spade”. Soprattutto i personaggi cattivi, con l’eccezione di Re Edoardo III, più variegato, sono malefici e basta, senza retroterra, come Petranilla, interpretata da una irriconoscibile Cynthia Nixon, attrice diventata famosa per Sex and the City, lesbica dichiarata e sposata con Christine Marinoni (recentemente hanno avuto un figlio). Per non parlare del diabolico frate Godwyn (Rupert Evans), figlio di Petranilla, con la quale madre fa a gara per chi ne avvelena o ammazza di più. Dall’altra parte, quella dei buoni, troviamo anime gentili che sopportano di tutto e di più in un susseguirsi di tradimenti e intrighi dai quali devono via via liberarsi.
A differenza che nei Pilastri della Terra, dove il personaggio gay, il frate spione, era stato inserito nella schiera dei cattivi (ma con redenzione finale), qui il personaggio gay, con l’aggiunta di uno lesbico, sono stati inseriti tra i più buoni in assoluto. Sir Thomas Langley (interpretato da un bravissimo come sempre Ben Chaplin, attore sottovalutato) è infatti un nobile cavaliere che arriva ferito e disperato nel convento di Kingsbridge per cercare rifugio e farsi monaco. Porta con sè un grande segreto, che verrà svelato alla fine, mentre un più piccolo segreto, la sua omosessualità, ci viene subito mostrata in una fugace scena in cui lo vediamo ritirarsi nella stessa camera con un altro monaco, Matthias (Jason Langley). Nella terza e penultima puntata ( la serie è composta da quattro puntate di quasi due ore ciascuna) succede che una monaca, sorella Meir (Tatiana Maslany), sentendo vociferare, apre incuriosita la porta di una cella (nonostante fossero state divise le aree destinate ai monaci da quella destinata alle suore) e vede il nostro Sir a letto col suo Matthias, entrambi nudi. Fugge via spaventata e riferisce la cosa a suor Caris (Charlotte Riley), eroina protofemminista dell’intera vicenda, che spiega a sorella Meir che la cosa non è grave, i peccati gravi sono ben altri, e che Dio non può detestare l’amore, ovunque risieda. Sorella Meir impara così bene la lezione che quando saranno da sole, lei e sorella Caris, in missione in Francia, troverà il momento giusto per baciare sulla bocca Caris, e, davanti alla sua iniziale perplessità, ricordarle subito le sue parole. Con queste avanguardiste LGBT non si capisce perchè abbiamo aspettato altri sette secoli per tornare a dire le stesse cose. Da non perdere anche la scenetta dove i due frati, Thomas e Matthias, s’incontrano in cortile dopo che erano stati scoperti dalla suora, e mentre Matthias si dimostra spaventato perchè non ritiene opportuno farsi rivedere insieme, Thomas gli grida ‘ti amo’ e manca poco che gli salti addosso per baciarlo. Burle a parte la scena è delizosa, con un Ben Chaplin adorabile, solo un po’ fuori epoca. Un’altra perla è quando sentiamo dire a Gwenda (Nora Von Waldstatten), una infaticabile lavoratrice, che ha il ‘coso’ più grande di tanti uomini (in originale “more of a prick than most of the men”)
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Ho visto le quattro puntate su Sky on demand. Devo dire che trovo lo sceneggiato nel suo complesso affascinante e ben confezionato.
Mi deprime vedere nei commenti precedenti (e per la verità anche in quelli di altre fiction) continui riferimenti ai libri da cui ne sono stati tratti, affermando che la versione cinematografica ha tradito l’originale. Fatevene una ragione: si chiamano “Adattamenti” e quindi ci possono essere delle variazioni per rendere il prodotto più uniforme, poichè ci sono cose che rendono più su carta ed altra più su video.
Trovo tutti i personaggi ben definiti e pur nella loro collocazione irremovibile (buoni/cattivi), hanno tutti un diverso modo di pensare e agire e uno sviluppo comportamentale nel tempo. Il lieto fine delle due coppie principali è stato scontato e piacevole; ma non era necessario …
Poi, è chiaro che non si tratti di un’opera di introspezione né di uno scrittore a tema GLBT(QI e quanto altro vogliate metterci). Il mio giudizio di Ken Follet parte dal paragone con altri romanzi analoghi, non con opere d’analisi psicologica.
Bon, certamente anche io ho avuto la tua stessa impressione a proposito di William Hamleigh nei Pilastri della Terra, ma per esempio né Petranilla né Godwyn né Ralph mi sembrano così turpi. Certo, vengono a trovarsi nella schiera dei cattivi, ma ne vengono mostrati anche i loro aspetti positivi, specialmente all’inizio. Poi, d’accordo anche che Follet sia decisamente straight, su questo non ci piove, ma non mi sembra che come scrittore ignori totalmente la cosa: nei suoi romanzi la percentuale di omosessuali è più o meno analoga a quella nella vita reale, e sempre gestita con tranquillità, senza luoghi comuni o drammi.
[segue] Per quanto riguarda le trasposizioni televisive e la struttura psicologica dei personaggi, a mio parere , viene ancor più accentuato quello che è il limite dello scrittore nei suoi romanzi : spettacolarizzazione dei caratteri così da raggiungere il più facilmente possibile il grande pubblico. Bontà e malvagità solamente nei romanzi nati per essere best sellers sono esclusivamente bianchi o neri. Petranilla , Godwyn , Ralph , il vescovo Waleran Bigod , William Hamleigh , citando a caso , sono dei personaggi così monoliticamente turpi , anche nei romanzi , che hanno una ragione di vita soltanto letteraria e commerciale. Senza togliere nulla alla piacevolezza di lettura dei romanzi di Follet , alla sua abilità nel costruire intrecci….e alla sua encomiabile divulgazione dei crimini della chiesa in tutte le fasi storiche europee.
G , per quanto riguarda l’omosessualità Ken Follet credo sia il classico scrittore definitivamente straight che tocca fugacemente il tasto gay in alcuni suoi romanzi (I Giganti Della Terra- L’Inverno Del Mondo tra gli ultimi) ma che non cerca di nascondere quanto l’argomento non lo appassioni più di tanto.
pal, le tue critiche alla relizzazione televisiva ci stanno… ma non parlare di Ken Follet, perché nei suoi libri non è proprio così… anzi, in Mondo Senza Fine i personaggi sono ancor più sfaccettati che nei Pilastri Della Terra… E anche se trai protagonisti non compaiono personaggi gay ce ne sono talmente tanti trai secondari da lasciar supporre una qualche velata accusa nei confronti della chiesa.
Ken Follet a proposito di omosessualità si sbilancia sempre pochissimo nei suoi romanzi. Mantiene un atteggiamento non oltre il politically correct che fondamentalmente dimostra quanto l’argomento non rientri tra le sue corde preferite. Gli accenni sono sempre marginali e fugaci : nei Pilastri Della Terra televisiva salta fuori alla fine con poche battute – in Mondo Senza Fine tv il rapporto tra Sir Thomas e Matthias è più esplicito ma nulla è concesso allo spettatore oltre a una fugace scena di nudo in una cella del convento. Per quanto al resto Mondo Senza Fine è piacevole a vedersi per la buona ricostruzione ambientale e bravi attori. I personaggi però sono veramente dei manichini senza sfumature : i cattivi sono pozzi di turpitudine senza alcuna sfaccettatura psicologica e i buoni, buoni sempre e comunque. Il tutto quindi è abbastanza mediocre. Voto 6.
E anche il cattivo assistente di Godwyn, frate Philemon, alla fine si scopre essere probabilmente gay e per di più ha una relazione (si presume) all’insegna del sadomaso spinto… ovviamente fatto allo scopo di purificarsi attraverso il dolore…
Be’, nel libro c’erano anche il vescovo e il suo assistente ad essere un’acclamata coppia gay. E Meir non ebbe bisogno di nessun incoraggiamento per baciare, e non solo quello, Caris…