Girls

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Girls

Serie televisiva americana, creata da Lena Dunham, trasmessa dalla rete HBO dal 15 aprile 2012. Segue le vicende di un gruppo di intime amiche ventenni che stanno progettando la loro vita a New York. Secondo l’autrice Dunham, che ne è anche la protagonista principale nel ruolo di Hannah Horvath, l’ispirazione viene direttamente dalle sue esperienze personali. Hannah è un’aspirante scrittrice che ha vissuto a Greenpoint, Brooklyn, dove i suoi genitori hanno smesso di finanziarla, costringendola ad abbandonare un tirocinio formativo. Allison Williams interpreta Marnie Michaels, compagna di stanza di Hannah e sua migliore amica, impiegata come assistente in una galleria d’arte. E’ in crisi con il suo fidanzato di lungo corso. Jemima Kirke interpreta Jessa Johansson, una ragazza bohémien, imprevedibile viaggiatrice del mondo, appena arriva a New York. Zosia Mamet interpreta Shoshanna Shapiro, spumeggiante e ingenua cugina di Jessa, che si porta appresso l’ingombrante bagaglio della sua verginità. Nei ruoli maschili troviamo, all’inizio della serie, Andrew Rannells come Elijah, brillante gay, ex fidanzato di Hannah. Quest’ultima lo accusa di avergli trasmesso l’HPV (Virus del papilloma umano) solo per arrivare a fare il suo coming out. Attualmente Hannah è fidanzata con il distaccato Adam Sackler (Christopher Abbott), attore e carpentiere part-time. Charlie (Christopher Abbott) è il fidanzato di lunga data di Marnie, adesso poco sopportato… La serie, che vorrebbe presentarsi come una edizione aggiornata di Sex and the City, ha ottenuto un giudizio di 87/100 da Metacritic (basato su 28 recensioni), risultando la serie meglio accolta de 2012.

Ruoli LGBT

Elijah Krantz - Andrew Rannells

ruolo: Elijah Krantz
inteprete: Andrew Rannells

Elijah, nonostante si identifichi come gay (interpretato dall’attore gay Andrew Rannells), ha avuto una relazione al college con Hanna, poi un incontro sessuale con Marnie sul set dello show di Lena Dunham.

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2 commenti

  1. istintosegreto

    La Dunham, oltre ad avere qualche chilo di troppo (in un episodio, certamente mentendo, ne dichiara solo sei), è anche fornita di un cervello. Con una mossa astuta, ha strizzato l’occhio ad una certa categoria di nostalgiche di Sex and the city: le ragazze in sovrappeso. Cioè la maggioranza delle americane, le quali, poverelle, morivano d’invidia non potendo entrare nei fantastici vestiti di Carrie. La sua Hannah è un ibrido che mescola Carrie Bradshaw e Bridget Jones. Con un tocco di Samantha Jones, perché, almeno così ci fa capire la Dunham, se una cicciona vuole attirare bei ragazzi, deve almeno essere sessulamente disinibita. Li deve prendere per il pisello insomma. Mica scema la sederona, almeno stando al discreto successo del serial.
    Mi sento piuttosto vicino al modo di pensare dell’amico Perles75, quindi non aggiungo altro per evitare ripetizioni.

  2. perles75

    Francamente non riesco a capire il grande successo di critica di questa serie, una delle sorprese della passata stagione. Girls sembra una versione deprimente di Sex and the City: le protagonisti non sono quattro trentenni di successo, bensì quattro ventenni confuse sul futuro e poco simpatiche che spesso si comportano come teenager viziate.
    Ma forse la serie riesce a catturare lo smarrimento di tutta quella fascia tra i 20 e i 30 (ma anche 35) anni che non sanno che fare della loro vita. Il fatto che sia piena di scene di sesso (seriamente! alla fine resta l’impressione che la Dunham sia un po’ fissata!) avrà forse contribuito al successo, anche se a me dopo un po’ sono venute a noia.

    Presenza gay ai limiti dell’insignificante: l’ex ragazzo ora gay della protagonista appare in due o tre puntate e basta, senza dare un contributo importante.

    Alla fine una serie che ha i suoi momenti ma che mi ha lasciato con una sensazione di irritazione. Voto 6.

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trailer: Girls

https://youtube.com/watch?v=VJt2O2VRj0s

Varie

The assorted humiliations, disasters and rare triumphs of four very different twenty-something girls: Hannah, an aspiring writer; Marnie, an art gallery assistant and cousins Jessa and Shoshanna.

Episodi prima stagione (dal 15 aprile 2012 negli USA:

Ep.1 – Pilot
Ep.2 – Vagina Panic
Ep.3 – All Adventurous Women Do
Ep.4 – Hannah’s Diary
Ep.5 – Hard Being Easy
Ep.6 – The Return
Ep.7 – Welcome to Bushwick a.k.a. The Crackcident
Ep.8 – Weirdos Need Girlfriends Too
Ep.9 – Leave Me Alone
Ep.10 – She Did

CRITICA:

Producer Judd Apatow told journalists it’s OK not to like the characters in “Girls,” and thank God for that. Self-absorbed and self-indulgent, these slightly adrift twentysomethings have completely unglamorous sex, compare themselves to “Sex and the City” characters and feel few compunctions about sponging off Mom and Dad years removed from college. Still, if “Tiny Furniture” filmmaker Lena Dunham’s series is in places too mannered, it’s also fresh, honest and raw. And if she’s not the voice of her generation, as her character tells the folks, she’s certainly a voice — one worth hearing, and right at home on HBO.
Indeed, the narrowness of “Girls,” and its indie-film credentials, dovetail nicely with a pay-TV sensibility — tailored, as it is, to a younger audience avidly pursued by programmers but seldom spoken to in this unvarnished fashion. Perhaps that’s because the portrait is less than flattering, and the characters flawed enough that spending extended time with them could easily begin feeling like a chore.
As writer, director, producer and star (with Apatow essentially riding shotgun), Dunham plays Hannah, a 24-year-old woman laboring at an unpaid internship and working on a memoir. She’s introduced getting a not-quite-talking-to from Mom (Becky Ann Baker) and Dad (Peter Scolari), who tell her it’s time to support herself.
“Do you know how crazy the economy is right now?” Hannah pleads, insisting she really is hard at work, busy “trying to become who I am.”
Work, though, is only a small part of Hannah’s life. There’s her sort-of boyfriend (Adam Driver), who clearly capitalizes on her insecurity by mistreating her and using her to play out sexual fantasies; and her beautiful roommate Marnie (Allison Williams), who has a doting boyfriend but isn’t sure she can stand the touch of him anymore.
Mostly, the gals and their friends are so inward-looking as to be tone deaf, whether that’s describing something as “fucking classy” or, in the second hour, scheduling an abortion as a sort of group outing. Even Hannah’s attempt to get paid for her internship backfires, since she’s seemingly unaware just how little she means to her boss.
Coming-of-age stories are a dime a dozen, naturally, but they evolve over time, and as she did in her feature debut, Dunham captures a kind of post-graduation paralysis — professional and emotional — plaguing her cohort, as well as a disconnectedness despite (or perhaps partially because of) their facility with new media. Then again, “Girls” also subtly explores young adults’ relationships with privacy and sexuality, which have surely changed, in ways often more depressing than titillating.
Dunham is young enough to be forgiven for writing what she knows, but she also exhibits glimpses of perspective from outside herself, such as a scene in the second episode where a nurse tells Hannah, “You could not pay me enough to be 24 again.”
“Girls” certainly won’t be for everybody, but thanks to its demo, setting and sensibility, it’s already captured the attention of the New York Times intelligentsia, which in HBO terms qualifies as a victory all its own. And in keeping with the pay service’s niche-oriented model, it will make a certain segment of the population desperate to scrape together $12 a month in order to keep pace with the adventures of Hannah and her spiritual sisters. (Brian Lowry, Variety)

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