Vienna, fine ‘800: un giovane Sigmund Freud risolve sparizioni e omicidi, ritrovandosi coinvolto in un oscuro complotto assieme a una medium.
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Vienna, fine ‘800: un giovane Sigmund Freud risolve sparizioni e omicidi, ritrovandosi coinvolto in un oscuro complotto assieme a una medium.
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Confesso di aver perso interesse con l’andare delle puntate poiché, in modo del tutto arbitrario, la mia testa ha accostato FREUD a PENNY DREADFUL. Sarà per colpa dell’ambientazione ottocentesca. Sarà per il fatto che, il personaggio di Ella Rumpf, mi ricordava quello di Eva Green. In ogni caso, senza che io potessi farci niente, il mio cervello si è settato in modo da cercare di rivivere le passioni che mi trasmetteva la serie tv di qualche anno fa. Errore: FREUD è molto più horror/thriller e molto meno soap opera; cosa che me lo ha reso meno interessante. A lungo andare, l’infinita serie di omicidi mi ha annoiato.
Ammetto però che, il personaggio di Freud, è presentato in modo insolito: un drogato povero in canna che viene deriso dall’intera comunità scientifica. L’idea di fare interagire lo sfigato uomo di scienza con forze oscure che non hanno nulla di spiegabile, è interessante. Inoltre, FREUD ha (oggettivamente) una trama più solida rispetto a PENNY DREADFUL; la serie austriaca propone un unico arco narrativo, che si sviluppa in modo abbastanza lineare.
Non mi ha fatto impazzire, ma consiglio comunque la serie.
Iniziato giovedì sera e finito venerdì nel primo pomeriggio!
Una storia di pulsioni primordiali, intrighi, “normalitá” contro la follia nonché uno scavo nella mente dei personaggi che danno con il loro malessere (o perdita del senno) ai titoli degli episodi.
Sicuramente lascia il segno mostrando un lato inedito di Sigmund Freud, unico neo è l’eccessivo horror e violenza. Voto: 3 su cinque.