Un’altra serie tedesca di ottima qualità (negli ultimi due anni in Germania le serie tv sembrano surclassare i film) dopo “Babylon Berlin”, “Dark”, “Das Boot”, “Beat”, ecc. Questa è la seconda prodotta con Netflix, una garanzia ma anche una responsabilità (viene vista subito in 190 Paesi in contemporanea), per questo sono stati chiamati a realizzarla un bravo ed affermato regista, Christian Alvart, e degli ottimi interpreti. Il risultato non ha deluso e si spera in una seconda stagione, sebbene quasi tutti gli interrogativi ed i collegamenti vengano chiariti negli ultimi episodi. La serie, pur essendo un thriller (pieno di adrenalina) tratta con profondità tematiche come il razzismo, il risorgente nazismo, la mafia, la droga, l’emarginazione sociale, la miseria, la corruzione nella polizia, ecc. Oltre ad essere tra le più inclusive dell’anno: abbiamo il co-protagonista omosessuale, Erol Birkan (Fahri Yardim), che vive col compagno in un bello e moderno appartamento (usano i comandi vocali per azionare i vari dispositivi domestici). E’ di origine turca, assolutamente macho, dichiarato con tutti senza problemi sebbene lavori nella polizia. Sicuramente il personaggio più positivo di tutti, integerrimo sul lavoro, sempre disposto a sacrificarsi pur di compiere bene il proprio lavoro. Ci viene presentato con una piccola sorpresa (nella serie abbiamo sempre qualche tocco leggero che serve ad alleggerire), quando entrando a casa lo sentiamo chiamare “tesoro” e, dopo forti scene di sesso etero, ci si aspetta di vedere una bella mogliettina, appare invece un uomo. Altra scena assai sorprendente (e per questo divertente) è la comparsa del grande capo della sezione omicidi, che in realtà è una donna omosessuale, anche lei sposata con la sua compagna (le vediamo che insieme fanno ginnastica nel loro appartamento). Soprattutto non abbiamo nessun turbamento da parte di dipendenti o colleghi o amici dei nostri eroi gay. Eppure la storia raccontata, assai intrigante, non è certo delle più rosee. Siamo in una Berlino con clan turchi che governano la vita notturna, polizia corrotta e minacce neonaziste. Forse ci vengono presentati troppi personaggi (ciascuno coi suoi problemi personali, spiegati e motivati con efficacia) e anche troppe linee d’azione (all’inizio serve concentrazione per entrare nelle varie vicende), ma un’accorta sceneggiatura e regia ci aiutano pian piano a collegare il tutto, con un ritmo crescente fino agli ultimi bellissimi episodi risolutivi. La serie inizia con immagini di tumulti in una Berlino insurrezionale (evidente il richiamo alla Parigi di questi giorni, del tutto fortuito) e prosegue illustrandoci le azioni che le hanno generate. Vediamo il poliziotto Kurt Grimmer (Felix Kramer) che dopo una intensa scopata interrotta da un bimbo si trova per caso sulla scena di un crimine (ci arriva col bambino in braccio e le ciabatte ai piedi). E’ stato ucciso il giocatore di calcio più famoso della squadra nazionale (ma è di origine turche) proprio alla vigilia dell’atteso incontro Germania Turchia. Kurt è pieno di debiti, ammanicato con la mala, con due figli e moglie che non vuole essere trascurata, con un’amante rimasta sola con due figli che per guadagnare qualcosa fa del porno sul web, e deve trovare il modo per tirare avanti. Quest’omicidio sembra l’occasione piovuta dal cielo, basta non dare la notizia alla stampa, cosa giustificata anche dalla necessità di evitare sommovimenti, e darla invece ai compagni di squadra del defunto così che entrino in campo devastati e facciano vincere la squadra della Turchia. A questo punto basta solo scommettere una forte cifra sulla squadra vincitrice, ma come trovare i soldi?… Parallelamente seguiamo le vicende del poliziotto antidroga gay Erol alle calcagna di una banda di trafficanti che sta controllando da 18 mesi, ma, per colpa di una soffiata, l’incursione, non più improvvisa, si rivela un fiasco. Erol è gay, è di origine turca, ma soprattutto è bravo e alla omicidi serve un poliziotto da affiancare a Kurt… I due uomini non potrebbero essere più diversi, ma dopo divergenze e sospetti, insieme sapranno fare scintille. Da non perdere se amate il poliziesco ed il thriller (non fini a se stessi).
ruolo: Erol Birkan
inteprete: Fahri Yardim
Co-protagonista, poliziotto gay dichiarato che vive col compagno, il personaggio più positivo della serie
Non capita spesso di vedere un poliziesco ben girato con protagonista gay. L’omofobia rappresentata è in line con la violenza raccontata di quegli ambienti.Il protagonista Erol è un bel tenebroso al quale il doppiatore italiano però non rende giustizia alla sua bella voce profonda e calda in originale.Consigliato anche a chi come me non è partocolarmente appassionato al genere.