Antoine (Laurent Lafitte) è l’intermedio di tre fratelli parigini, ma è quello che più di tutti si preoccupa della vita di ciascuno, ognuno a suo modo infelice. Lavora come compilatore di cataloghi per mostre, in un periodo in cui si sente il peso della crisi economica. Condivide il suo ufficio ed i suoi segreti con Ariel (Agnès Jaoui), sua collega e confidente. Quando la sera arriva a casa, nell’appartamento in centro città che condivide con Adar (Bruno Putzulu), suo compagno da dieci anni, parla a malapena e insiste per dormire da solo su un materasso d’aria a causa del suo mal di schiena. Cambia argomento ogni volta che Adar parla di trasferirsi in campagna e comprare insieme una nuova casa. Il motivo è che sogna ancora Alexis (Arthur Igual), un amore di gioventù. Gérard, il nevrotico fratello maggiore, si è recentemente separato a malincuore dalla moglie e trasferito a casa del padre mentre continua a sperare che la moglie lo riprenda. Intanto Louis, il fratello minore, deve sopportare le interferenze del padre che lo spinge a sposarsi con la fidanzata del liceo mentre lui, in realtà, ha una storia con una donna sposata della quale è infatuato.
Antoine vorrebbe poter risolvere i problemi di tutti, cosa che ha imparato da genitori invadenti. Il padre si rifiuta di credere che il negozio di abbigliamento che ha tenuto per anni sia morto e ora, che viene spesso ospedalizzato per un cuore malato, utilizza il suo debole stato di salute per ricattare i figli e fargli fare quello che lui pensa sia meglio per loro… Una bella storia famigliare, con un cast di bravissimi attori francesi, ricavata da un romanzo americano del 1992 di Stephen McCauley (che era ambientato nel Massachusetts). Dialoghi divertenti, a volte cinici, che mettono in rilievo, più che l’arte della fuga del titolo, lo squilibrio sentimentale dei protagonisti, tre fratelli allo sbando, con vite confuse, tutti alla ricerca della scelta d’amore definitiva.
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