Dalla Francia (ma girato in gran parte sulle montagne dell’Austria) arriva un film gay che vorrebbe inidirizzarsi ad un pubblico assai più vasto. Racconta la storia di tre amici gay trentenni, Rudolf, un libraio, Gabriel, un attore e Nicolas un cameriere, che vivono a Parigi e coglieranno l’occasione di una vacanza sulle montagne austriache per un primo bilancio delle loro esistenze. Tra momenti di divertimento ed altri più malinconici, sullo sfondo di un’Austria un po’ cartolinesca, il regista vuole farci riflettere, senza troppe pretese, su temi come l’amicizia, l’amore, i desideri e le delusioni che riempiono la vita dei gay contemporanei. Dopo essere stato abbandonato dal fidanzato poco prima di partire insieme in vacanza, Rudolph (Florian Carove) decide di lasciare Parigi e tornare a casa, in Austria, da dove manca da diciassette anni. I suoi amici Nicolas (Jonathan Capdevielle) e Gabriel (Raphaël Bouvet) decidono di accompagnarlo. La loro attitudine al caos si scontra subito con l’ordine e le regole ferree che scandiscono la vita della montagna. Tra rifugi ad alta quota e sentieri alpini, mucche e conigli, vette vertiginose e un fantasma punk, i tre amici gay faranno il punto sui loro amori, le loro nevrosi e la loro amicizia. Se Rudolf cerca costantemente di organizzare e programmare nei minimi dettagli la propria vita, Gabriel vive nel rimpianto e nella malinconia di un passato idealizzato, mentre Nicolas continua a comportarsi da eterno adolescente. Pur così diversi, i tre sono uniti dal desiderio di venire a capo della loro esistenza: “Raccontando la storia di questi tre amici, volevo interrogarmi sui dubbi, le paure, le speranze e le gioie della mia generazione” spiega il regista Patric Chiha. Il risultato è un film ricco di humour e con un tocco di malinconia, un ritratto vivo e pulsante dell’amicizia gay. Sullo sfondo, un’Austria “verde, calma e rassicurante in cui, dietro la bellezza dello scenario, dietro la cartolina postale, risuona sempre il caos e l’implosione”
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