Una piccola cittadina viene assaltata dagli zombie. A chi chiedere aiuto? L’unico è Norman, l’incompreso ragazzo del posto capace di comunicare con i morti. Per salvare le sorti della sua città colpita da una maledizione secolare, Norman sarà costretto ad affrontare, oltre agli zombie, fantasmi, streghe, come se non bastasse, adulti ottusi. Ma il rischio per questo giovane in grado di entrare in contatto con i morti è quello di spingere sé stesso e la sue capacità medianiche ben al di là dei confini mondani. Film d’animazione che affronta con coraggio temi difficili come la diversità (gli zombi sono “diversi” molto più umani degli abitanti della cittadina), l’emarginazione, e regala sul finale una battuta che rivela l’omosessualità di uno dei personaggi. Peccato che qualche critico, leggi M. Porro, l’abbia trovata “fuori posto”, mentre Maurizio Acerbi su Il Giornale commenta così: “Mai, infatti, era capitato che nel cinema debuttasse, in un cartoon per teen ager, un personaggio apertamente gay. Avviene in ParaNorman, la bella pellicola d’animazione prodotta dalla Laika (quella dell’altrettanto riuscito Coraline e la porta magica), con un mix di stopmotion e storie dark. È qui che il primo «coming out» della storia dell’animazione cinematografica arriva, verso il finale del film, in maniera del tutto inaspettata. A farlo, è il personaggio del simpatico Mitch, un atleta fisicato che fa perdere la testa alla sorella del protagonista Norman. La biondina Courtney, attratta dai muscoli del giovanotto, gli chiede un appuntamento per andare al cinema. Certo, le risponde lui, e ti piacerà il mio ragazzo che va matto per i chick-flicks (quella categoria di film che si rivolgono prevalentemente a un pubblico femminile). Una rivelazione improvvisa e spiazzante (lei rimane di sasso) perché nulla farebbe pensare, durante la visione della pellicola, a una sua omosessualità. Di certo, chi l’ha pensata ha avuto una trovata (anche commercialmente) azzeccata. La decisione ha fatto inalberare la Family Research Council che ha accusato il film di «introdurre i bambini all’omosessualità». Leggete, ad esempio, cosa ha scritto Nancy French: «i genitori che porteranno i bambini a vedere il nuovo film ParaNorman potrebbero trovarsi a rispondere a domande indesiderate sul sesso. Questa storia potrebbe non far inarcare le sopracciglia ai genitori delle città metropolitane, ma crediamo che si debbano lasciare ai genitori informazioni sull’orientamento sessuale di un personaggio, nel caso in cui si voglia evitare questo tipo di conversazione sulla strada di casa».” Ricordiamo che lo sceneggiatore del film è lo scrittore gay dichiarato Chris Butler .
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L’ho visto ieri con i miei nipotini,e devo dire che si presta anche ad una chiave di lettura più profonda per un pubblico maturo.Premesso che sapevo del personaggio gay , non mi e sembrato che la frase sia stata fuori luogo come dicono numerosi critici evidentemente poco avvezzi a personaggi e situazioni “gay”-secondo me anzi assai azzeccata dato il carattere del personaggio .E’ evidente invece che chi ha voluto dargli un’interrpretazione in chiave politica , lo abbia usato come pretesto per disprezzare apertamente gli omosessuali.