“Laurence è un insegnante trentacinquenne con una grande passione per la poesia e la letteratura. Da due anni convive con Fred, una ragazza spontanea e gioiosa che lavora come assistente alla regia su importanti set cinematografici. Siamo in Canada, è il 1989 e l’esistenza felice della coppia viene travolta dalla scioccante rivelazione di Laurence: “voglio essere una donna, per più di trentanni ho mentito a me stesso e mi sono travestito da uomo, ma ora non posso più continuare così”. Fred ovviamente non sa come rispondere ad una tale rivelazione; perdendo un uomo, la figura che le dava forza e confidenza, come può il loro amore, la loro relazione sopravvivere? … In dieci anni i due protagonisti si cercano e continuano ad amarsi, spesso da lontano, perché la storia raccontata da Dolan non è tanto una riflessione sociale o personale, ma una vera e propria grande storia d’amore, che va oltre le apparenze, le regole, il sesso, ma nonostante tutto questo è un amore impossibile, in maniera non diversa poi da quelli rappresentati dai due precedenti lavori del regista. La differenza semmai è nell’universalità di questa storia contrapposta invece allo sfogo intimo, rabbioso ed adolescianziale dell’ottima opera di debutto; Dolan sembra aver raggiunto con questo Laurence Anyways una maggiore consapevolezza non solo dei propri mezzi ma anche delle infinite possibilità offerte dal suo talento e da questa sua vocazione filmica. E parte integrante di questa maturazione è anche la scelta/necessità di rimanere per una volta solo dietro la macchina da presa, affidarsi completamente ad altri attori, e il risultato sono due performance di grande impatto da parte di Melvil Poupaud e Suzanne Clément, con quest’ultima in particolare a brillare con un personaggio con cui è facile empatizzare e davvero difficile da dimenticare.” (Luca Liguori, Movieplayer.it)
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I film di Dolan sono complicati, e questo per me lo è stato piú dei primi 2. Ho fatto fatica a vederlo, non che sia brutto, anzi, ma alcuni dialoghi non li ho capiti, non so se siano i sottotitoli (doppiato in italiano non esiste) che non sono perfetti. Comunque la storia è davvero profonda e forte, diversa dal solito. Credo che bisogna fare i complimenti al regista per aver portato sugli schermi una storia così potente e difficile.
Ma che a un travestito piaccianoo le donne, non è una contraddizione?
vorrei vedere qualcosa di ozon e soprattutto lifshitz ma non li trovo dove li hai trovati?molto brava anche la clement la scena al ristorante e’ da brivido…………….
No, kasabian. L’ho visto e apprezzato anch’io. Ne parlerò più approfonditamente quando avrò un po’ più di tempo. Cmq è, insieme a Wild side di Lifshitz, il miglior film a tema trans che io abbia mai visto. Il protagonista, Poupaud, già apprezzato nel bellissimo Le temps qui reste di Ozon, è davvero bravissimo. Devo dire che il cinema francese (in questo caso si tratta di una produzione franco-canadese, per la verità) continua a meravigliarmi e ad incantarmi, come il cinema di casa nostra non riesce a fare da anni oramai.
bellissimo film.la tematica gay qui e’ riduttiva.una piccola gemma di cinema alto.musica recitazione scelte registiche da grande autore possibile che lo abbia visto solo io?