Nina, un’inquieta ragazza di provincia, arriva a Parigi, decisa a “vivere la sua vita” facendo l’attrice. Cerca subito casa, aiutata da Paulot, un timido giovanotto che lavora in una agenzia immobiliare e abita una camera d’affitto insieme a Costantin, giovane attore frustrato e nevrotico. Nina ottiene dapprima una particina da comparsa in una mediocre commedia, ed é ammirata da Paulot, che la corteggia, ma gli preferisce Costantin per il suo lugubre fascino di ossessionato dalla morte. Gli si concede quasi fatalmente, ma lo vede ben presto perire suicida, rimanendo scossa e perseguitata dal suo ricordo-fantasma. Disprezzata da Paulot, che la possiede insultandola, viene notata durante un’audizione da Scrutzeler, un attempato regista che rivede in lei la figlia perita in un incidente stradale provocato da Costantin di cui era l’amante, e che la sceglie per la parte di Giulietta in una riedizione della celebre commedia di Shakespeare, abbandonandola alla sua parte di eroina al rendez-vous con la morte. (cinematografo.it) Nel film la tematica omosessuale è presente (due protagonisti potrebbe essere bisessuali) ma solo per chi la vuole vedere. “Il dolore dei sentimenti è per il regista la ragione di un’indagine psicologica sui sessi e sulle relazioni prevaricanti che gli uni hanno sugli altri. Anche dopo la vita: Quentin compare a Nina anche da morto, e Scrutzler si avvicina a Nina per recuperare un rapporto con Quentin, ex fidanzato della figlia morta in un incidente, in cui peraltro sopravvisse con numerosi sensi di colpa lo stesso Quentin. Techiné non concede niente al romanticismo e non si illude mai che l’amore possa sistemare le cose, anche a costo di un pessimismo forse eccessivo. Ma la lucidità con cui descrive i personaggi e le lor dinamiche è rimarchevole. Fece molto parlare la nudità integrale della Binoche, allora poco conosciuta, che nella scena di sesso con Stanczack si fa sputare in faccia.” (P. Mereghetti)
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