Varie
IL CIGNO NERO – BLACK SWAN segue la storia di Nina (Portman), una ballerina in una compagnia di balletto a New York, la cui esistenza, come avviene per tutte le ragazze impegnate in questa professione, è completamente assorbita dal ballo. Lei vive assieme alla madre, la ballerina in pensione Erica (Barbara Hershey), che sostiene fortemente l’ambizione professionale della figlia. Quando il direttore artistico Thomas Leroy (Vincent Cassel) decide di rimpiazzare la prima ballerina Beth Macintyre (Winona Ryder) per la produzione che apre la nuova stagione, Il lago dei cigni, Nina è la sua prima scelta. Ma Nina ha una concorrente: la nuova ballerina Lily (Kunis), anche lei in grado di impressionare Leroy. Per Il lago dei cigni c’è bisogno di una ballerina che possa interpretare il Cigno bianco con grazia e innocenza, ma anche il Cigno nero, ingannevole e sensuale. Nina si cala perfettamente nei panni del Cigno bianco, ma Lily è la personificazione del Cigno nero. Mentre le due giovani ballerine trasformano la loro rivalità in un’amicizia contorta, Nina comincia a conoscere meglio il suo lato oscuro e lo fa in maniera tale da rischiare di essere distrutta.
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CRITICA:
“…specchi rotti, litigi, incubi, sogni premonitori, barocche autodistruzioni corporali (è questo il balletto?), infine la morte in diretta back stage, una delle più belle dopo Doppia vita di Cukor (Colman che spira da Otello) e il rantolo di George Scott ne Il boxeur e la ballerina di Donen. La Portman si è dedicata al film con espiazione monacale con risultato evidente, è angelo e dèmone di ambiguo candore e così paranoica (ma ogni riferimento a Kafka, Dostoevskij e Polanski è puramente casuale) che forse l’Oscar, lottando con Kidman, le spetta di diritto” (M. Porro, Corsera)
Succede qualche volta al cinema che materiali di clamorosa pacchianeria s’intreccino con esiti di sfrenato divertimento. Si può collocare su questo livello (definito dai cinéfili «guilty pleasure», piacere colpevole) «Il cigno nero», accolto non a caso da cinici applausi e permalosi buuh all’ultima Mostra di Venezia. Raccontando il martirio di una ballerina del New York City Ballet ossessionata dal primato che potrebbe ottenere interpretando il ruolo principale di «Il lago dei cigni», il regista di «The Wrestler» Darren Aronofsky tiene incollati alla poltrona con una cascata di scene madri, goduriosi numeri erotico-horror, distorsioni coreografico-visionarie e chi più ne ha più ne metta. Senz’altro ammirevole appare la prestazione di Natalie Portman (nella foto), pronta a scorticarsi viva, drogarsi con sfrenate fantasie lesbiche e contrastare sino alla paranoia un ridicolo pigmalione sciupafemmine (Vincent Cassel) e le viperine e malafemmine colleghe in una sorta di revival superkitsch del classico «Eva contro Eva». Una scorribanda da luna park, insomma, tra immense banalità e luciferine luccicanze che non farà rimpiangere il prezzo del biglietto. (V.Ca., Il Mattino)
Darren Aronofsky dovrebbe prendere cittadinanza veneziana: laMostra del Lido gli ha prima assegnato il Leone d’oro per un film «medio»(The Wrestler) e poi gli ha portato fortuna con questo Black Swan, inopinatamente candidato a 5 Oscar. Non possiamo che ribadire il giudizio: il film è enfatico, pretenzioso, fasullo. Conferma quanto possano essere banali gli americani, alle prese con temi profondi quali la creatività artistica, l’identificazione dell’interprete– in questo caso, la ballerina classica Nina– con il suo personaggio, il doppio, il lato oscuro che si nasconde dentro ognuno di noi. La trama: Nina viene scelta da un coreografo isterico per interpretare il Lago dei cigni di Ciajkovskij, ma pian piano la sua anima delicata e perfetta per il ruolo del cigno bianco viene invasa dal Male, dal personaggio del cigno nero. Il finale ha venature horror fortemente ridicole. Il tema del Lago gronda in tutta la colonna sonora: sentito 2-3 volte è bellissimo, alla decima è come mangiarsi dieci chili di Nutella, fa vomitare. (A.Crespi, L’Unità – voto 1/5)
Sarebbe bello se Cigno nero trionfasse agli Oscar (è in gara per cinque, tra cui film, regia, attrice) su concorrenti forti, ma più convenzionali come “Il discorso del re” o “Il Grinta”. Ciò che vale nella storia di Nina, danzatrice del New York City Ballet ossessionata dalla perfezione, sono due cose. Da un lato il senso acuto della centralità del corpo, feticcio dei nostri tempi: come già Rourke in “The Wrestler”, Natalie Portman “è” il suo corpo, esibito agli occhi altrui; ma corpo ed esibizione sono anche la sua rovina. Poi l’uso del linguaggio: la snorry-cam riprende Nina alle spalle, mettendo in moto il mondo intorno a lei come correlativo oggettivo della sua paranoia. Tra “Eva contro Eva” e “Il fantasma del palcoscenico”, ecco un geniale horror del profondo. (R. Nepoti, la Repubblica – voto 5,5/6)
“…Questo mito del cigno niveo che si converte nel suo nero alter ego, i temi della passione pura e quella terrestre, il continuo affondo nell’ambiguità della vita e dell’arte. Non ci vuole molto a capire l’attrazione che può aver esercitato sul misticheggiante Aronofsky un materiale di tale potenziale simbolico e iconografico; nonché la possibilità di trasferirlo sullo schermo, passando letteralmente (come aveva fatto in The Wrestler ) sul corpo di un personaggio che ne sfida continuamente i limiti. Il tutto ridisegnando in chiave onirico il mondo intorno a lei – dalla bianca sala prove ai luoghi bui della tentazione – tanto che lo spettatore non sa mai se quello che vede è reale o no. Cinque nomination meritatissime per un film che potrà disturbare e irritare, ma possiede un’indubbia, trascinante bellezza visionaria.” (A.L.Kezich, La Stampa – voto 5/5)
Ci vuole coraggio a definire il Cigno Nero un film a tematica lesbica solo perché Natalie Portman e Mila Kunis si danno una slinguazzata. Touche’
Oltre la splendida interpretazione della Portman, ho trovato il film profondamente ‘oscuro’, tanto quanto il personaggio interpretato: l’inseguimento della perfezione artistica per un’artista imperfetta, porta il personaggio ad una follia che definirei (anch’io) kafkiana. Una vera e propria ossessione.
Quant’è brutto in questo film Vincent Cassel!?!
Mi è sembrato un pò un film kafkiano dove non si capisce dove sia il confine tra la realtà e la scena. Francamente ho faticato molto a guardarlo fino alla fine. E’ stato noioso come pochi. Il peggiore personaggio è certamente la madre di Nina…
Tutti i miei amici ballerini hanno visto questo film all’epoca dell’uscita e me hanno parlato molto bene. Non nutrendo alcun interesse per la danza ho rimandato, rimandato… sbagliavo. Sono rimasto favorevolmente colpito. E non mi sono annoiato. Il merito è da attribuire più che altro alla Portman a dire il vero. Il tema del cigno nero che ognuno di noi (chi più chi meno) tiene incatenato dentro è affrontato in maniera iperbolica. Sembra di vedere un cartone animato giapponese. Qualcuno ricorda le torture della Tsukikage per rendere Maya in grado di affrontare La dea scarlatta? Mimì che si allena a ricevere con le catene ai polsi? Mister Daimon che strappa le magliette a Mila e compagne di squadra se sbagliano un’azione? E ancora Mark Lenders che deve smettere di giocare come “una tigre in gabbia”? La maestria della protagonista riesce a rendere, non verosimile, ma molto interessante la trama del film. Grande Natalie.
L’ho trovato deliziosamente inquietante e visionario. Interessante vedere quanto il film possa dividere il pubblico senza mezze misure. Come il bianco e il nero.
Aronofsky continua ad essere, per me, un regista sopravvalutato che vorrebbe trattare tematiche importanti, ma non ce la fa, con i suoi lavori sbruffoni che paiono ricerchine da wikipedia.
Personaggi tagliati con l’accetta, una trama che è spudoratamente copiata da “Wishing Stairs” (ma con accenni anche a “La Mosca” e molti altri) e un pathos assente, che inizia persino a scavare nelle trashissime scene nei club.
Si salva solo Natalie Portman, ma non basta.
La più grossa porcata che abbia visto di recente.
Sdoppiamento della personalità? Psicopatia? Bianco e nero? Specchio? Allora scrivete un trattato di psicologia, non un film, oppure guardate “Mulholland Drive” o “Perfect Blue”. 0/10
Film orribile, a tratti veramente squallido e fuori luogo.. poteva essere un bel film perché l’idea c’era ed era buona ma sinceramente non mi è piaciuto come è stato gestito.. non è proprio il mio genere l’ho guardato sino alla fine giusto per vedere come andava a finire ma non ho fatto che confermare il mio giudizio ossia orrendo!!! voto: 3
uno dei miei film preferiti. natalie portman mi ha davvero sbalordito, dall’inizio alla fine. inquietante l’insano rapporto madre-figlia, drammatiche le problematiche che devastano la protagonista che proprio in punto di morte raggiunge la vetta più alta della sua carriera. in fondo cos’è la perfezione se non una strada senza ritorno? incisiva, seppur limitata a poche scene, la partecipazione di winona ryder. ottima la kunis. ottima la colonna sonora ed il mix mansell-tchaikovsky.
Finalmente l’ho visto! L’ho trovato inquietante, simbolista e ben tratteggiante senza ne sconti alla protagonista ma neanche agli altri personaggi. I temi sono vari e interessanti, inseriti nella storia. Voto: 8.
il tema del doppio è sempre affascinante e qui è gestito in maniera suprema, con libero spazio all’interpretazione. perfetta versione femminile di the wrestler. sempre meravigliosa winona ryder nei suoi ruoli noir. bellissimo film!
personalmente un film che non mi è piaciuto per niente…lo ho trovato noioso e vagamente reticente e puritano rispetto alle premesse…
Davvero bello!devo dire ke m aspettavo un film drammatico stile Eva contro Eva(anke se c sn inevitabili rimandi!), e invece sn rimasto spiazzato da un horror visionario sulle ossessioni della protagonista!a un certo punto t perdi e nn sai dv è la realtà e dv, l’incubo di Nina…ma qst è forse la forza del film!x il resto concordo in pieno cn Perles75, soprattutto x la scena lesbo. ank’io darei due LL.
Mi è piaciuto molto, lo consiglio. Ho letto vari commenti e devo dire che, una delle cose interessanti di questo film, è che lascia molte chiavi di lettura sulla protagonista, su certi sui comportamenti.. Meritatissimo l’oscar alla bella e bava N. Portman! La scena lesbo è ben fatta e assai sensuale.. Per me il film merita almeno 2 L
P.S.: il commento riportato sopra del critico dell’Unità, che ha stroncato il film, che si lamenta dell’uso eccessivo del Lago dei Cigni nella colonna sonora, fa capire quanto poco abbia capito del film.
Il Lago dei Cigni rappresenta l’ossessione della protagonista, non poteva esserci altra musica ad accompagnare il suo viaggio.
Senza contare che all’inizio Nina è tutt’altro che dall’anima “delicata e perfetta”, è ovvio che parte già sbalestrata di base.
Paradossalmente per un film basato sul ballo, il fuoco della storia è più di ogni altro l’ossessione: l’ossessione di una ragazza poco equilibrata mentalmente. L’ambiente della danza non è certo risparmiato, ma certi particolari realistici anche crudi (i dettagli sugli sforzi dei piedi delle ballerine durante i giri) sono quasi benvenuti in questo film pesantemente virato sul simbolismo. Aronofsky non ci risparmia nessun archetipo: l’innocenza fragile e sensibile alla corruzione, la seduzione del male, la madre castrante, l’elemento maschile perturbatore e un po’ perverso (il coreografo) ecc. Tutto questo su una fotografia tutta basata sul bianco e sul nero: più chiaro di così!
Però, a parte qualche banalità (e qualche scena ai limiti dell’horror) il film funziona molto bene e riesce a non far capire dove finisce la realtà ed iniziano le allucinazioni.
La parte lesbica è molto breve ma è un passo quasi necessario per la caduta agli inferi del cigno bianco. 8/10
un film noir, intrigante, scarica dosi massicce di sadismo sulla povera Natalie Portman che regge molto bene (artisticamente) questo percorso di estasi e autodistruzione… soprattutto la seconda parte del film, quando il delirio diventa totale ci si sente catapultati in un mondo dove conscio e inconscio si scontrano senza tregua… a volte un po’ eccessivo nelle metafore di carattere sessuale (soprattutto nel rapporto un po’ irritante col coreografo) è comunque abile nel sommare tutte le simbologie e i luoghi comuni (veritieri) sulla danza classica che è effettivamente sacrificio di sè fino allo stremo
Quando uscirà in Italia?