Peter (Paul Rudd), in procinto di sposarsi con la ragazza che ama, Zooey (Rashida Jones), si accorge di non avere nemmeno un amico così intimo da fargli fare il testimone. Qualcuno gli dice anche che non avere degli amici può essere una cosa dannosa per lo stesso matrimonio, soprattutto dopo il primo periodo. Inizia quindi una serie di incontri con lo scopo di trovare l’amico che non ha mai avuto. Dopo alcuni tentativi fallimentari trova Sydney (Jason Segel) un ragazzo determinato e affascinante col quale lega subito, tanto che metterà in crisi il suo rapporto con Zooey e alla fine dovrà scegliere a chi dei due rinunciare. Il sottotitolo del film che dice “Sei abbastanza uomo da poterlo dire?” riferendosi al titolo “Io ti amo, uomo“, con la stesso manifesto del film che ci presenta solo due uomini affiancati, invitano a liberarsi da qualsiasi gay-fobia. Per raggiungere questo scopo nel film sono inseriti anche alcuni personaggi gay, come il fratello di Peter, Robbie (Andy Samberg), un gay che non ha nulla di stereotipato e che ha storie anche con uomini sposati (in una scena lo vediamo presentarsi, accompagnato da uno di questi, al pranzo in famiglia). Un altro gay è Doug (Thomas Lennon), uno dei ragazzi che Peter incontra nella sua ricerca, e che si rivelerà quando, dopo la cena, tenterà di baciarlo. Ma Peter non lo lascia per questo, come dire che anche un gay potrebbe essere il suo migliore amico, lo lascia perché Doug è un fumatore, cosa che Peter non sopporta. Il film vuole quindi dimostrarci che tra uomini possono esserci diversi tipi d’amore, cioè che possono esserci diverse ragioni per cui un uomo possa amare un altro uomo. Il coraggio di questo film è di avere messo al centro della storia, e di una storia romantica, un uomo (anche dolce) che ama un altro uomo, entrambi assolutamente etero, senza paura di dimostrarlo a tutto il mondo che li circonda e senza paura di venire scambiati per gay. Potrebbe sembrare strano, ma anche questo è un passo significativo verso la liberazione e l’accettazione dell’omosessualità.
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Il film è carino per i primi trenta minuti, ma dopo diventa troppo estenuante e ripetitivo, si prolunga troppo su una storia che poteva essere terminata prima. Oltre all’omosessualità dichiarata dal fratello, non ci vedo niente di gaio e a dire il vero trovo tutto esageratamente noioso. Si è vero, ci sono dei momenti un po’ ambigui, ma un’amicizia non può essere confusa in una specie di relazione omosessuale, lo trovo stupido! A parte questo, qualche battutina divertente, ma che si fa presto a dimenticare …
C’è anche una seconda lettura in questo film. Infatti, il nuovo amico fa il duro e si vanta di avere chissà quanti amici, ma in realtà nemmeno lui ne ha. Non solo, il film si basa sul fatto che ogni persona debba per forza avere degli amici con cui confidare le proprie cose intime, cose che neppure al partner si direbbero. E questo lo trovo forzato.
Nessuna omossessualità, neppure latente. Il film vuole dimostrare la possibilità di una vera e intima amicizia maschile, senza che per questo ci sia del sesso. Del resto lui è perdutamente innamorato della sua lei. Per tutto il film, senza tentennamenti.
Non c’è nessuna omosessualità latente trai due protagonisti (secondo me). Insomma, lo scopo del film è proprio quello di far vedere come non c’è bisogno dell’attrazione fisica perché si abbia del sentimento sincero tra due uomini, che l’amicizia virile esiste ed è un sentimento forte anche tra due eterissimi…
Tema molto interessante dal suo punto di vista, anche perché si cerca di intaccare il machismo; tema molto interessante perché mettere i puntini sulle i, distinguere una cosa dall’altra, fare chiarezza, aiuta a sconfiggere i pregiudizi, di qualunque tipo siano.
Sarebbe bello un sequel in cui esplodesse l’omosessualità latente dei due protagonisti 😉