La storia inizia con una rapina a casa di un vecchio generale dell’armata titina. Per caso viene trafugato un documento storico sull’omicidio dei presunti traditori dopo la seconda guerra mondiale. Un triller che si snoda sul tema del tradimento politico, storico, affettivo e persino sessuale.
“I personaggi, come in un noir, sono coinvolti in avvenimenti che non comprendono e non si rendono conto di essere delle prede. In questo senso Pokrajina Št. 2 diventa un film corale, drammaticamente corale. È il peso del passato, ma è anche il non comprendere il gioco della storia condotto dietro le quinte e che sta al di sopra delle loro (nostre) vite e che su queste e contro queste si gioca. È il prezzo questo per avere risvegliato, senza la necessaria memoria dei fatti, i feroci fantasmi che volevano essere dimenticati. Veglia sul film, un’inquieta ombra, un vento di morte che già dalla sequenza iniziale, solo intuita per lo spettatore, costituisce lo scenario, lo sfondo, il paesaggio entro il cui perimetro si giocherà questa tragica partita tra passato e presente. Möderndorfer sa smorzare e raffreddare questa cupezza di fondo affidando al suo sventato protagonista un ruolo di mediatore narrativo e le sue vicende amorose sembra che abbiano proprio questo scopo, per quanto, in fondo egli resta sempre un inconsapevole strumento della storia. Quando la sua mente sarà occupata dal pensiero pervasivo del sesso con la sua provocante amante Jasna, alle sue spalle scorrerà una lunga scia di sangue che unisce il passato al presente, la sua vita con quella dei martiri di tutte le stragi…” (Tonino De Pace, Sentieriselvaggi.it)
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