A metà anni Novanta un giovane scrittore, vittima dell’Aids, vuole assicurarsi, dall’aldilà, che il suo compagno riceva una macchina fotografica dotata di poteri soprannaturali. Spera che questo servirà a far tornare al suo amico la voglia di vivere, che lo metta in contatto con lui, e che gli permetta di sorvegliare le compagnie che frequenta. “Cosa si deve mostrare e cosa si deve nascondere come cineasti? Ciascuno ha la sua teoria, i suoi pudori, la sua etica, i suo divieti. Secondo me, un film, come ogni opera d’arte, può aiutare l’artista a estrarre la parte nascosta del suo mondo interiore, a affermare la sua vera natura e non quello che la società si attende da lui. E dunque perché opporsi al processo? Non può che essere di pubblica utilità”. (Philippe Vallois)
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