Varie
Inverno 1999. Xiao Bo, ragazzo riservato, arriva a Pechino per cercare lavoro e finisce per caso in una boutique. La titolare Qing Jie lo assume immediatamente e gli mette a disposizione una stanza. In poco tempo gli si affeziona e gli presenta l’amica A Meng nella speranza che formino una bella coppia. Ma i due non si intendono affatto. Possibile che a Xiao Bo non piacciano le ragazze? Incuriosito, il marito di Qing Jie cerca un giorno di violentare il giovane, che si rifugia dall’amico omosessuale Chong Chong. Quest’ultimo passa il tempo a ricopiare i graffiti e le massime che ornano i muri dei bagni pubblici e cura una rivista dedicata al fenomeno unica nel suo genere. Xiao Bo e Qing Jie sono ormai lontani. Ricomincia un’altra vita, nascono nuovi rapporti affettivi.
Rifiutando retorica e facili psicologismi, Liu Bingjian costruisce con pazienza, tratto dopo tratto, dei personaggi in divenire, aperti agli imprevisti e alle sorprese della vita. Ne risulta un quadro privo di tabù e sottilmente sovversivo della società cinese contemporanea, dove l’omosessualità liberamente vissuta (e rappresentata) ha quasi un valore simbolico. Primo film della Cina popolare uscito dal movimento radicale omosessuale, Nannan nünü rompe con il sensazionalismo di certe produzioni cinesi che trattano gli stessi temi con sguardo esterno. Animato da scrupoli documentaristici, Liu Binjian diventa l’attento cronista di una Cina moderna e urbana, in cui gli stili di vita si uniformano a colpi di bicchieri di Coca e sortite da McDonald, mentre computer e cellulari costellano ormai il quotidiano. Ma la messa in scena prende in contropiede la frenesia dilagante, imponendo il proprio ritmo: di fronte ai cambiamenti sociali e di identità Liu Bingjian sceglie la via della sobrietà e del distacco.
Liu Bingjian
Dopo essersi diplomato all’Accademia del cinema di Pechino, Liu Bingjian (nato nel 1963) lavora per la televisione. Il suo primo lungometraggio, Yanchuang (La grosse pierre à encre, 1996), storia di un’anziana signora che conserva gelosamente un’antica pietra da inchiostro assai concupita, rievoca una Cina tradizionale e ancestrale… Prodotto dagli Studi della Gioventù, Yanchuang è il primo film cinese comprato da una casa di distribuzione hollywoodiana dalla fondazione della Repubblica popolare. Liu Bingjian ritorna con un secondo lungometraggio, completamente diverso: prodotto in modo indipendente (ovvero clandestino), Nannan nünü tratta con realismo e humour la questione dell’omosessualità nella società cinese contemporanea.
Dichiarazione del regista
La gente ha una concezione sempre più fluida dei ruoli sessuali. Il mio film vuole essere una riflessione personale sul tema. In Nannan nünü la ripartizione dei ruoli non obbedisce alle abituali distinzioni di sesso: l’identità sessuale dei personaggi è instabile, variabile e indefinita. La loro costruzione non è stata subordinata alla mia soggettività o a un qualunque intento politico, ma sembra discendere dalla natura stessa dei loro rapporti e dalla loro evoluzione. Nella sottocultura che li contraddistingue esiste una vasta gamma di ruoli sessuali: è per questo che i personaggi passano facilmente dal maschile al femminile, dall’eterosessualità all’omosessualità. Vivono al di fuori di ogni regola sociale. La loro esistenza riflette diverse modalità relazionali; questo nuovo modo di vivere permette una più grande flessibilità e consente di fare scelte più creative. Gli attori sono tutti non professionisti (tranne Yang Qing, interprete di Qing Jie); la maggior parte di loro sono omosessuali dichiarati che recitano se stessi. È per questo che Nannan nünü ricorda il cinema-verità.
dal Festival di Locarno 1999
Per apassionati di film asiatici, tipicamente lento.