Il film è sospeso fra tradizione e crisi di valori, fra rigetto e amore per la propria terra, fra conflitto generazionale e tormentata riscoperta del rapporto affettivo padre-figlio. Giulio, il protagonista, un ventenne inquieto e alla ricerca di un proprio equilibrio, che ha perduto la madre e non riesce a trovare un’intesa col padre, un cinquantenne totalmente assorbito dalla sua fabbrica, una notte scappa a piedi dalla sua casa a Trebaseleghe per arrivare a Prato della Valle a Padova. Durante il suo breve viaggio, che dura tutta la notte, incontra una serie di personaggi molto diversi tra loro, che lo aiutano a risolvere questi conflitti e a riportarlo sulla strada di casa.
Il racconto è in chiave tragicomica, grazie anche all’ironia del personaggio di Sirena, una Drag-Queen che, con incisiva saggezza, più di tutti aiuterà Giulio a far chiarezza dentro se stesso. Il momento dell’ospedale rappresenta la sintesi del senso del film nonché il cuore della vicenda. Proprio qui il protagonista, in compagnia di Sirena, vivrà delle emozioni molto forti, che lo porteranno a mettere in discussione se stesso, i suoi sentimenti e la sua stessa fuga. (F. Giaretta – Giornale di Vicenza)
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ciao domenico
grazie mille. solo oggi ho visto che c’era questa pagina… quindi ho letto solo oggi i tuoi commenti. grazie mille
spero di vedere presto qualcosa di tuoi.
a presto
Ciao fabio.
Ieri alla rassegna Maigay di Napoli ho visto due tue opere: “Quello che sento” e “Al buio”. Ti faccio i miei complimenti siccome le ho trovate molto interessanti, ben girate e con un ottima regia, attori credibili. Il personaggio della drag è fantastico come le atmosfere e il senso di solitusine soppiantato da quella comunione umana che solo un po’ di ironia e di comunione umana può creare…
Bravo davvero!!