Il film segue la fotografa Anita Khemka nell’esplorazione della nascosta subcultura Hijra di Bombay. Si da ragazza, Khemka era rimasta affascinata dalla ricercata femminilità e dall’attraente potere spirituale della casta delle hijras – uomini biologici che si vestono come donne ma che rifiutano di identificarsi con nessuno dei due generi. Seguendo tre hijras chiamate Asha, Rambha e Laxmi, Khemka entra nella vibrante e combattente comunità hijra, dove ascolta franche discussioni con molti intimi dettagli sulla loro vita, come le loro surrogate famiglie matriarcali, le cerimonie di castrazione, considerazione sulla sessualità, le relazioni interpersonali e le imprese per ottenere l’indipendenza economica mediante l’elemosina e la prostituzione. Il film utilizza magistralmente l’abilità di Khemka nell’impostare i discorsi sulla femminilità, la sessualità e la persistente cultura degli stereotipi sui generi, offrendoci un’opera affascinate su uno dei gruppi sociali leader nelle battaglie per i diritti civili in India.
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