Lei

“Her” è uno di quei film che segnano, nel cinema, una data. Come “Blade Runner” e “Truman Show”, ci regala una visione di ciò che sarà il nostro mondo da qui a pochi anni. Mondo fisico, ma soprattutto mondo interiore di questo nostro domani in cui le relazioni umane si muoveranno, confondendosi, sul doppio piano reale-virtuale. Il protagonista Theodore (un Joaquin Phoenix indimenticabile) per mestiere scrive lettere affettuose ad amanti, parenti, amici di altri/e. E’ il suo mestiere quello di ammantare di intimità messaggi in realtà commissionati a un sito web. Del resto, a pochi giorni da noi, i computer e le loro funzioni sono i nostri oggetti più intimi, colorano la nostra vita, regolano le nostre città, vigilano sulle nostre notti. L’amore con un os (sistema operativo) è a un passo e Theodore – in via di divorzio e solitario – quel passo lo fa, si compra un os che dovrebbe facilitargli la vita e si innamora della voce suadente della sua operatrice virtuale (in originale Scarlett Johanson, premiata al Festival di Roma. In italiano, Michaela Ramazzotti). Un’avventura d’amore a uno, un intreccio di gelosie e scavalcamenti di piani tra macchina e umano, uno struggimento di solitudine eppure denso d’amore, Spike Jonze avvicina la sua visionarietà alla dimensione del possibile, dando forma a un film degno di fare storia.

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.