Il 6 aprile è uscito nelle sale La Parrucchiera, l’ultima pellicola di Stefano Incerti che, dopo aver diretto film drammatici, è approdato con successo alla commedia e al cinema d’intrattenimento. Una grande sfida, senza dubbio, perché si sa che la costruzione di una commedia brillante e di qualità è un’impresa molto complicata, disseminata di trappole e pericoli. Tanto più complicata, se lo sfondo sociale della storia è Napoli, città magmatica e culturalmente contaminata con la sua viscerale topografia di slanci mistici e seduzioni carnali, beatificazioni popolari e piccoli riti borghesi.
Incerti, però, che conosce molto bene Napoli e le sue infinite potenzialità creative, ci sorprende con una commedia dai colori e dalle atmosfere queer, delicatamente sospesa tra Almodovar e Virzì. Uno sguardo eccentrico, che fotografa la realtà dei rapporti umani e delle relazioni, rifiutando qualsiasi categoria nonché qualsiasi ruolo di genere e consegnando allo spettatore una galleria di personaggi vivissimi, fluidi e umani nonostante la loro natura quasi fumettistica.
E se la leggerezza, esuberante ed elegante al contempo, è una nota chiara e verificabile di questo film, è al contempo da apprezzare l’intenzione di utilizzare il grimaldello della levità per restituire un’immagine rivoluzionaria e propositiva non solo di una città troppo spesso legata a un immaginario di miseria e criminalità, ma anche della categoria del “femminile” in tutte le sue possibili declinazioni. La Parrucchiera è infatti un film pop-femminista e mostra un “universo” retto e sostenuto dalla determinazione e dalla generosità delle donne, a prescindere dall’etnia, dall’estrazione sociale e dall’identità di genere.
Sullo sfondo di una Napoli multirazziale e multiculturale, babele di popoli e di lingue che si amano e si capiscono senza muri e senza frontiere, un po’ New York e un po’ Maghreb, la vita trova sempre una ragione per essere vissuta e il “male” – chiaramente incarnato da due personaggi maschili, Lello e Kevin (interpretati rispettivamente da Tony Tammaro e Arturo Muselli) – è destinato a uno scacco senza appello. L’unico personaggio maschile positivo, cioè Salvatore (interpretato da Massimiliano Gallo), vive il suo amore per la parrucchiera Rosa (la bravissima Pina Turco) con poetica e premurosa ingenuità.
Significativa, d’altronde, anche la presenza di un’attrice transessuale, Stefania Zambrano, che interpreta con carisma materno il ruolo di Carla, infrangendo, anche in questo caso, stereotipi e luoghi comuni. Implementa la temperatura pop della commedia, l’effervescente presenza di Lucianna De Falco nel ruolo di Micaela e l’intensa interpretazione di un’attrice del teatro e del cinema italiano, Cristina Donadio, nel ruolo di Patrizia, l’unico personaggio femminile apparentemente cinico e disincantato, pronto però a cambiare “testa” una volta accolta nel rivoluzionario salone della Parrucchiera. Perché basta una risata per togliersi la maschera e dare un taglio, netto, al pregiudizio. (Claudio Finelli, Prideonline.it)