• R. Schinardi (Gay.it)

Good As You

Diverte e fa passare una spensierata oretta e mezza la commedia semplice di Mariano Lamberti: otto omosex tra casini sentimentali e feste scatenate. Abbaglianti Lorenzo Balducci e Luca Dorigo – G.A.Y: Giaculatoria Assolutamente Ymperdibile. È già il mio personale “guilty pleasure” della stagione, Good As You di Mariano Lamberti, scorrevole pop comedy “all gay” in uscita il 6 aprile per Iris Film. Sarà un peccato ammetterlo davanti ai cinefili oltranzisti, eppure questa caleidoscopica girandola di personaggi, tratta dall’omonima commedia teatrale di successo firmata da Roberto Biondi, è spassosa e piacevole, ideale per una serata in compagnia. Certo, è puro entertainment sfavillante un po’ televisivo, e del mondo gay, come ‘schermato’ in una bolla di sicurezza al di fuori delle dinamiche interagenti col contesto etero, esclusa qualche iniezione di “bisessualità virale”, viene riprodotta solo la smaltata superficie esterna e si gioca in modo elementare su tutti gli stereotipi del caso (checche, muscolosi, lesbiche decisioniste, la dipendenza dal party-going, Madonna e Lady Gaga) eppure ci si diverte e non c’è ombra di spocchia o snobismo. Ecco quindi la romanité caciarona in tutta la sua sfrenata voglia di divertirsi: Adelchi è un bel volpino predatore ossessionato dall’ordine e a caccia di lanose gote, cioè bei manzetti barbuti ma trova un partner quasi gemellare nell’imberbe Claudio, (Enrico Silvestrin, bravo), piccolo Superman dal ciuffetto alla Clark Kent e occhio sgranato, di cui si innamora un po’ istericamente; Marco è il tipico effemminato da cabaret perenne in stile Carmen Miranda, letteralmente stregato da Nico, un bel quarto di manzo argentino dall’ampio orizzonte copulatorio; Francesca è la femme dominante razionale e accentratrice, veterinaria con l’hobby di spacciarsi per altri sulle chat e dalla vita sentimentale molto più incasinata di quanto la sua capacità di organizzarsi la giornata possa far intendere; Silvia è la sorella di Adelchi, appena mollata dal fidanzato, e quantomai confusa dal marasma sentimentale in cui si trova; Mara è la butch brillante e impulsiva, ironica e diretta, ex di Francesca, alla disperata ricerca di una nuova fidanzata. C’è infine la procace Marina, bellona per tutte le stagioni: un ottaedro di vite lgbt (gentili, libere, belle, tutte diverse) che cercano insieme di essere meno sole e volersi bene. Non ci sono i casini sul lavoro, né drammi famigliari né tantomeno fratture esistenziali: ma al cinema si va soprattutto per divertirsi, e Good As You è ideale per questo scopo. Ecco quindi baci realistici, belle accoppiate selvagge, amore vero (Claudio fa l’amore con Adelchi e lui piange), giochi nella pineta, il sogno di un mondo in cui la passione faccia davvero perdere l’orientamento. Rende bene il trend bizarre delle feste queer la scena in maschera in cui ogni personaggio “svela” la propria indole in un colorato gioco dionisiaco che potrebbe interessare Alberto Beniscelli, autore del saggio Libertini Italiani per Rizzoli Bur. Gli attori sono adeguati, e non semplici maschere: spiccano l’ottima Lucia Mascino che sembra davvero incarnata in Francesca e il perfetto Lorenzo Balducci, millimetrico nella sua incisiva interpretazione da manuale, radioso esemplare golden somigliante sia allo scrittore Paolo Giordano che all’imprenditore Guido Martinetti (fondatore con Federico Grom dell’omonimo impero dei gelati). Toglie il fiato la bellezza nerboruta di Luca Dorigo, stallone cinegenico di vertiginosa presenza nel ruolo del conteso Nico (su Sky fu il vincitore di Reality Game e condusse il programma Curriculum Vitae) mentre l’espressivo Diego Longobardi tiene le redini dell’equilibrio sentimentale del gruppo con sferzante acidità (strepitose le battute sulle lucine di design cheap “modello Harrods” e sugli “spazi piccoli e spartani” dei camerini nelle saune). Daniela Virgilio ha invece qualcosa di Laura Morante, e regala alla sua Silvia tutte le umane incertezze di chi interpone tra sé e il mondo troppi filtri per paura e insicurezza; Elisa Di Eusanio, last but maybe best, è una promessa comica da tempo e ritmi perfetti. La bomba bionda Micol Azzurro, infine, conquisterà tutti, a 360 gradi, con la sua bellezza prorompente, al di là di ogni inclinazione sessuale. Grazioso, infine, il cameo in ascensore della leggendaria e totemica Karl Du Pignè, diva senza tempo delle notti romane. Sconsigliato a chi vuole trovare specchiato sul grande schermo il proprio magone o le inquietudini personali, Good As You è una spensierata ondata di freschezza ideale per tutti, grandi e piccini: la scena più bella cita – presumiamo in maniera inconsapevole – il migliore libro dell’anno, cioè Il figlio di Michel Rostain (Elliot Edizioni), e la voce off vi spiegherà il perché. Da vedere.

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