Commediola standard che ha l’unico punto di forza nella conferma delle capacità attoriali dei due protagonisti Justin Timberlake e Mila Kunis, quest’ultima già apprezzatissima ne “Il Cigno Nero”. La storia, che non è assolutamente nuova, vuole dimostrarci l’impossibilità di disgiungere sesso e amore, cioè, banalmente, se fai del buon sesso con una persona, gatta ci cova. Quindi nessuna sorpresa e soprattutto nessuna novità. Anche il momento in cui la storia dovrebbe entrare in crisi (per poi riprendersi nel finale, come succede in ogni commedia) è così banale e stravisto che non riesce minimamente a coinvolgerci (parole poco accattivanti ascoltate fortuitamente senza essere visti). Nemmeno il bel culetto di Timberlake, mostrato a raffica, riesce a sollevare il nostro interesse. Speravamo nel ruolo gay del nostro beniamino Woody Harrelson, che invece ci è apparso esageratamente macchiettistico, nonostante qualche battuta carina, troppo insistito sul gay assatanato di sesso, che vorrebbe anche lui concretizzare un’amicizia intima col suo capo Timberlake (e di sicuro ci riuscirebbe senza complicazioni sentimentali). Altrettanto macchiettistica l’altra figura rilevante della storiella, Patricia Clarkson, la madre di Mila, sessodipendente nonostante l’età e poco credibile nei momenti di affettività materna. Non parliamo del bravissimo Richard Jenkins, quasi sempre destinato a ruoli secondari, che questa volta rasenta il ridicolo nel ruolo del padre di Timberlake, che, causa alzheimer, ama togliersi i pantaloni in pubblico (cosa c’entri con la malattia lo sa solo lo sceneggiatore). Insomma una commedia leggerissima e dimenticabilissima.
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